Politica

Quante coalizioni possibili con la nuova legge elettorale!

Diciotto giorni fa, con una nota, coinvolgevo i colleghi del movimento Conservatori Social Riformatori e la redazione de Il Patto Sociale su una riflessione. Ponevo alla loro attenzione un’ipotesi: dopo l’approvazione della legge elettorale, che di nuovo ha dimezzato la democrazia confermando che i cittadini non hanno il diritto di scegliere i propri rappresentanti, vari analisti e giornalisti accreditati hanno dato sempre più corpo all’ipotesi che le urne portino a una coalizione FI-Pd. L’ipotesi non sarebbe avveniristica, così come è stato in passato per altri importanti Paesi europei quali ad esempio la Germania, una grande coalizione è sicuramente una strada percorribile. Quello che però gli stessi analisti e giornalisti non hanno preso in considerazione è che una grande coalizione può nascere anche al di fuori dell’asse FI-Pd. Potrebbe cioè succedere che molti di coloro che sono stati, anche in modo diverso, contrari a una legge elettorale che di fatto radica sempre di più una potente oligarchia guidata da forze economiche ed esponenti politici ad esse collegate possano trovarsi nella condizione e nella volontà di dare vita a un governo unitario. Non è un mistero che varie forze politiche, non solo come la Lega e i 5 Stelle ma anche FdI e i nuovi movimenti a sinistra, abbiano, in modo diverso, contestato la legge elettorale e molti passaggi del governo del Pd come pure i vari pourparler che negli anni ci sono stati tra FI e Pd. Il Corriere della Sera lunedì 30 ottobre riporta la dichiarazione di Matteo Salvini: «Se dopo le elezioni non vince nessuno, io non telefonerei a Renzi, a Gentiloni o ad Alfano. Chiamerei Grillo».

Le scelte finali dipenderanno molto anche da formazioni politiche minori, se avranno il coraggio e la forza non solo di presentarsi alle elezioni ma anche di tenere fede agli scopi enunciati alla loro costituzione. Questa legge elettorale è un ulteriore errore commesso da quegli stessi che volevano imporre all’Italia il bipolarismo e si sono trovati di fronte un Parlamento quanto mai frammentato nel quale anche recenti piccoli movimenti politici potrebbero diventare l’ago della bilancia sia per formare il governo sia per rimanere in un’opposizione capace di costruire quell’alternanza che oggi manca al Paese. Stupisce che l’ipotesi di una coalizione Lega-M5s-FdI e via dicendo e le conseguenze che essa comporterebbe non siano state fino ad oggi prese in considerazione dagli analisti.
La politica è l’arte del possibile ed è possibile immaginare che chiunque andrà al governo un domani si voglia occupare finalmente dei problemi urgenti della società, quali la lotta alle nuove povertà e ai dilaganti impoverimenti della cosiddetta classe media, della necessità di un’Europa migliore e più unita per contrastare il terrorismo di matrice sia religiosa che finanziaria e voglia risolvere il problema dell’immigrazione e della corruzione? E’ così avveniristico o addirittura utopico continuare a sperare che qualcuno ponga il problema di democrazia e trasparenza all’interno di partiti e sindacati?

Al momento nessuna delle ipotetiche coalizioni, sia di centrodestra che di centrosinistra, e nessuno degli ipotetici governi unitari sembrano porsi questo problema

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