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Toghe&Teglie: gli spaghetti alla crema

Maurizio Condipodero "L’Unitario"

Buongiorno a tutti i lettori, sono Maurizio Condipodero, avvocato reggino soprannominato “L’Unitario” per la mia pregressa appartenenza ad una disciolta associazione di categoria e tuttora orgogliosamente membro di Toghe&Teglie. Al mio esordio in questa rubrica voglio proporvi un piatto rustico, molto saporito, non leggerissimo come quasi nessuna delle preparazioni della mia terra di origine: quando parliamo di crema, infatti, il riferimento è a quella di cozze…

Procuratevi, regolandovi un po’ a occhio sulla quantità in ragione delle porzioni, questi saporiti frutti di mare e cucinateli  in una padella  con aglio, olio, prezzemolo e mezzo bicchiere di vino bianco, aggiungendo un po’ d’acqua.

A parte soffriggete, sempre in aglio e olio, una patata, tagliata a piccoli pezzi, aggiungendo un po’ dell’acqua delle cozze.

In una padella di dimensioni maggiori che servirà per “risottare” la pasta preparate un terzo soffritto sempre impiegando olio, aglio, prezzemolo ed anche un pizzico di peperoncino.

Dopo aver completato tutte queste operazioni mettete a bollire l’acqua della pasta (possono utilizzarsi degli spaghetti ma anche linguine o scialatielli vanno benissimo) e nel frattempo frullate le cozze insieme alla patata e la loro acqua facendo attenzione a non impiegarne troppa anche perché una parte vi servirà in seguito; si formerà, così una crema.

Scolate la pasta molto al dente  e completate cottura nel soffritto di aglio olio e peperoncino aggiungendo l’acqua residua delle cozze e – qualora serva – un po’ di quella in cui l’avete bollita.

Poco prima del termine della cottura spegnete il fuoco, aggiungete la crema e mantecate il tutto completando la preparazione.

Al servizio, se gradita, potete aggiungere anche un po’di bottarga.

Fatemi sapere se vi è piaciuta…e quanti giorni siete dovuti restare in quarantena a causa dell’aglio anche se potrete ridurne l’impiego secondo la preferenza personale: questa è pur sempre una ricetta per palati forti!

Un caro saluto dall’“Unitario”.

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