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Il Qatar compra un porto del Sudan e spaventa i suoi vicini arabi

Il Qatar ha siglato un accordo da 4 miliardi di dollari per il porto di Suakin, sulla costa sudanese del Mar Rosso a pochissima distanza dall’Arabia Saudita. Oggetto di attenzione anche della Turchia (all’epoca dell’impero ottomano era l’hub forse più importante per il mercato degli schiavi), il porto desta le preoccupazioni di Arabia Saudita ed Emirati, che hanno disposto l’embargo nei confronti del Qatar. L’acquisizione potrebbe infatti portare alla creazione di una serie di basi militari visto che Sudan, Turchia e Qatar condividono più di un progetto di sviluppo ed una certa visione dell’islamismo politico che foraggia il jihadismo salafita. L’influenza di Doha sul Sudan è testimoniata da alcune circostanze: alla fine di marzo scorso l’Eritrea ha accusato Qatar e Sudan di aver schierato caccia al confine e di foraggiare un nuovo hub jihadista: il governo eritreo ha accusato apertamente Doha di finanziare i sostenitori del religioso islamista radicale Mohammed Jumma (nella nota del governo eritreo si parla apertamente di ”un’area nascosta per organizzare attività politiche e militari e per addestrare i loro militanti. Il finanziamento delle loro attività è garantito dall’ambasciata del Qatar a Khartoum’’). Il Qatar, dice ancora il governo eritreo, avrebbe inviato tre aerei da combattimento Mig alle forze di difesa sudanesi che sono state dispiegate a Kassala, al confine tra l’Eritrea e il Sudan, alla cui guida c’erano due qatarioti ed un etiope.

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