Europa

Cina e Ue provano a superare la reciproca diffidenza per fare più business

Ue e Cina si trovano sempre più alleate nel voler sostenere il multilateralismo nelle relazioni internazionali, spinte anche dall’unicameralismo di Donald Trump, ma tra di loro persiste mancanza di fiducia. Ue e Cina potrebbero lavorare insieme per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, una serie di obiettivi fissati nel 2015 per prevenire la povertà e cambiamenti climatici e affrontare la salute, l’istruzione, i servizi igienico-sanitari, l’energia e la giustizia sociale nei paesi in via di sviluppo. A fronte della linea “America First» proclamata da Trump, la Cina ha iniziato a dipingersi come difensore del multilateralismo e del commercio basato su regole globali e l’Ue ha incoraggiato Pechino a ricoprire un ruolo centrale nella lotta al protezionismo, insistendo sulla necessità di una riforma per essere equa nei confronti degli investitori e dei commercianti europei. La Cina è la principale fonte di importazioni dell’Ue e il suo secondo mercato di esportazione (Cina ed Europa si scambiano in media oltre un miliardo di euro al giorno). L’ambasciatore cinese Zhang Ming ha detto che «lo sviluppo sostenibile sarebbe fuori questione senza una solida ripresa economica e un commercio basato su regole e un ambiente di investimento. L’attuale ambiente per lo sviluppo non è sufficientemente resiliente e non può permettersi atti spericolati di unilateralismo e protezionismo. Dobbiamo sostenere con fermezza il sistema multilaterale di scambi che è libero, aperto e non discriminatorio e combattere il protezionismo in qualsiasi forma o sotto qualsiasi pretesto: la Cina e l’Ue hanno una responsabilità comune in questo senso». Ed ha aggiunto che Pechino è pronta a «intensificare il dialogo» in materia di protezione ambientale, energia pulita ed economia circolare (in base alla quale più materiali vengono riciclati e riutilizzati nei prodotti).

Il vicepresidente della Commissione europea Jyrki Katainen ha convenuto che l’Ue e la Cina devono rifiutare l’unilateralismo ma ha insistito sulla necessità di «sostenere i valori democratici a casa, lo stato di diritto». Affermando che Ue e Cina «devono promuovere un ordine aperto, fondato sulle regole e leale», Katainen ha spiegato che «ciò significa che dobbiamo sostenere l’OMC [Organizzazione mondiale del commercio], ma anche aggiornare le sue regole – ad esempio negoziando nuove regole sui sussidi – per combattere le sovraccapacità e promuovere condizioni di parità».

La sovraccapacità cinese nell’acciaio e le sue esportazioni a basso costo sono state attribuite alle nuove tariffe statunitensi introdotte da Trump, nonostante la riluttanza dell’amministrazione statunitense ad affrontare la questione accanto ai suoi alleati europei – piuttosto che introdurre tariffe punitive unilaterali. Un osservatore del commercio con sede in Svizzera, Global Trade Alert, ha tuttavia avvertito che il concetto di eccesso di capacità globale, comunemente citato contro la Cina, è esagerato come giustificazione per il protezionismo statunitense.

Ma l’eccesso di capacità non è l’unico problema che riguarda l’Ue. Gli investitori europei sono preoccupati per gli ostacoli cinesi. Nel 2016, gli investimenti cinesi verso l’Ue sono saliti al livello record di quasi 40 miliardi di euro, mentre gli investimenti dell’Ue in Cina sono scesi a un minimo da 10 anni inferiore a 8 miliardi di euro. La questione dovrebbe essere affrontata nell’ambito dell’accordo di investimento Ue-Cina, in corso di negoziazione dal 2013. «Dobbiamo anche garantire più apertura reciproca l’uno verso l’altro – ha detto Katainen – La Cina ha ancora molte barriere agli investimenti stranieri e ha ripetutamente annunciato che li revocherà: è importante che tali riforme vengano attuate e che ciò sia sancito da un ambizioso accordo bilaterale di investimento».

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