Costume e Società

Lo scontro di civiltà del mondo d’oggi raccontato a fumetti

Albert de Bonnet

Presentata a Milano, nella sede del museo del fumetto, una significativa iniziativa editoriale della Signs Publisherg: la collana reportage graphic journalism. Tre volumi a fumetti con il testo scritto da tre famosi giornalisti di guerra, Tony Capuozzo, Fausto Biloslavo, Giancarlo Micalessin, e con le illustrazioni grafiche di Armando Miron Polacco. Coordinamento redazionale di Federico Goglio, lettere e impaginazione di Luca Bertolli, progetto grafico di copertina di Daniele Kirchmayer e cartina introduttiva di Emanuele Mastrangelo.

Il primo volume presentato è «La culla del terrore, l’odio in nome di Allah diventa Stato», dai reportage di Capuozzo.

L’obiettivo editoriale è restituire ad alcune vicende ormai storiche quella verità e conoscenza divulgativa che in troppe occasioni sembra mancare alla memoria del nostro Paese. La nascita dell’Isis, la vicenda di Quattrocchi, troppo spesso passata in secondo piano, i cristiani uccisi in Siria e la fine di Gheddafi in Libia trovano, nella storia raccontata a fumetti, insieme ad altri importanti e tragici avvenimenti degli ultimi anni, una capacità di sintesi e di possibilità di tornare all’attenzione e alla conoscenza anche dei più giovani, o dei più adulti disattenti.

Durante la presentazione è stato evidenziato come, finché il mondo musulmano non ammetterà che al suo interno c’è un terribile filone che apre continue strade all’islamismo radicale e violento, non potrà esserci una vera soluzione, così come in Italia non si risolse il problema delle Brigate Rosse finché non si volle ammettere la presenza, in un mondo di sinistra, di omertà e complicità. Anche il silenzio è complicità, anche il non voler vedere è complicità. Alcune vicende, come quella di Quattrocchi, che una meschinità amministrativa del nostro Paese non ha voluto riconoscere come un segno importante, dimostra come sia difficile far crescere gli anticorpi per difenderci dalla cultura della morte e della violenza fine a se stessa. Durante la presentazione della nuova collana sono stati anche ricordati Almerigo Grilz, drammaticamente morto in Mozambico, e la sua idea, rimasta utile per tanti altri inviati di guerra, non solo di sostenere la necessità di avere immagini e foto sui luoghi dei reportage ma anche di disegnare precise mappe.

Vi è una tradizione nel fumetto di guerra, basta ricordare ‘Supereroica’, e Biloslavo, noto anche per essere stato uno dei pochi a incontrare e intervistare il comandante Massoud e narrare le vicende afghane, ha ricordato, nel parlare di Corto Maltese, di avere scelto la vita che ha fatto per cercare non solo l’avventura ma anche di spiegare al pubblico fatti e persone senza conoscere i quali è ormai impossibile comprendere quanto sta avvenendo e trovare gli antidoti.

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