Animali

  • La storia di Hela: da cucciolo di ghepardo orfano a madre selvaggia

    Era l’agosto del 2018, quando gli incaricati del Ministero dell’Ambiente, delle Foreste e del Turismo della Namibia (MEFT) hanno recuperato quattro fratellini di ghepardo di circa quattro mesi, rimasti orfani in circostanze sconosciute.  Affidati immediatamente alle cure del Cheetah Conservation Fund di Otjiwarongo, i cuccioli, dopo i primi esami di routine, risultavano in buone condizioni fisiche e di salute. Come da prassi sono stati assegnati loro, per la distinzione tra i soggetti, i nomi di Thor, Loki, Mike e Hela, la nostra protagonista.

    Le fasi del ciclo di vita di un ghepardo sono tre: cucciolo (dalla nascita a 18 mesi), adolescenza (da 18 a 24 mesi) e vita adulta (da 24 mesi in poi). A 4 mesi di età, in natura, i cuccioli di ghepardo sono molto attivi e curiosi, apprendono velocemente dal mondo che li circonda iniziando ad esplorare il territorio seguendo ed accompagnando la madre nel quotidiano. Ogni occasione è buona per il gioco, stimolo all’attività futura di “veloci cacciatori”. In questa fase vitale, le loro unghie semi retrattili sono ancora affilate, arrampicarsi sugli alberi è una divertente attività per ottenere una visuale più lunga sull’orizzonte, oggi un gioco, e domani utile pratica per localizzare le prede in lontananza.

    È noto che la privazione precoce dell’influenza degli adulti ha effetti a lungo termine sulla possibilità di apprendimento alla vita selvaggia, poiché gli adulti svolgono un ruolo chiave nel guidare e regolare il comportamento dei giovani. I ghepardi restano accanto alla madre per 18 mesi (fase adolescenziale), quindi è probabile che l’assenza della madre possa aver provocato una perdita di apprendimento nello sviluppo delle abilità dei cuccioli recuperati. La risposta ai primi esami comportamentali dei cuccioli orfani, ha fatto ben sperare per un eventuale e potenziale rilascio in natura.

    Accolti nell’area di riabilitazione, dove le interazioni umane sono ridotte al minimo, sono stati affiancati con successo ad altri ghepardi orfani di età maggiore. Una buona reazione all’ambiente che li ha accolti, aggiunto alle scrupolose cure del personale del CCF hanno fatto sì che raggiungessero i 18 mesi forti e sani. La speranza di un ritorno in natura si faceva più tangibile. Per evitare le note zuffe fra i sessi opposti, soprattutto in fase adolescenziale, sono stati separati in gruppi maschili e femminili. Hela è stata unita ad un’altra femmina di nome Adina, e i maschi congiunti ad altri tre.

    Dopo due anni di monitoraggio nell’area di riabilitazione, confermato l’atteggiamento “selvaggio” e la percezione di “pericolo” nei confronti dell’essere umano, si è potuto finalmente confermare il rilascio in libertà di Hela. Inizialmente Adina e Hela sono state sedate per il controllo sanitario, che comprendeva la pesatura, la misurazione, il prelievo dei campioni di sangue. Dotate anche di collari satellitari per monitorarne gli spostamenti sono state accompagnate. Nella prima fase del rilascio che comprendeva il trasferimento in un “boma” di 200 ettari (area di controllo recintata per il periodo di adattamento), e successivamente, qualche mese dopo, è avvenuto il rilascio in Natura delle due femmine.

    Hela ha svolto la riabilitazione in modo straordinario, tanto da diventare un’ottima cacciatrice. Abbatteva regolarmente le prede, e il suo atteggiamento schivo nei confronti dell’essere umano la rendeva “selvaggia” a tutti gli effetti. Questo è stato uno dei motivi per cui è stata inizialmente selezionata come uno degli otto ghepardi candidati al trasferimento in India per il programma di reintroduzione Cheetah Project. Durante il controllo sanitario, prima della partenza, abbiamo scoperto che Hela era incinta, accoppiatasi certamente nel periodo passato in libertà, e si è deciso immediatamente di escluderla dal progetto, di farla partire per l’India. Lontano dalle interazioni umane e nella privacy più totale, nell’area di riabilitazione ha partorito quattro bellissimi cuccioli che ha cresciuto in modo esemplare.

    Il mese scorso (24 marzo), confermate le eccezionali attitudini di Hela si è deciso per il grande, e definitivo, ritorno della famiglia in natura. Ai cuccioli è stato riservato un controllo speciale: sono stati pesati, misurati e dotati di collari localizzatori per monitorarne gli spostamenti, e garantire loro sicurezza e nel caso di bisogno ed intervenire con le cure necessarie. Ogni cucciolo pesava tra i 32 e 35 kg.

    Il loro rilascio è andato liscio, l’istinto di Hela ha preso il sopravvento quando, una volta libera, ha subito richiamato a sé i suoi cuccioli attraverso le tipiche vocalizzazioni cosicchè ciascuno dei cuccioli si è rapidamente ricongiunto alla madre. È stato commovente vedere il legame tra “madre e cuccioli”, ed era chiaro che tutti erano pronti per iniziare la loro nuova vita in libertà. Oggi Hela caccia regolarmente per lei e ed i suoi cuccioli. Ciò che verrà trasmesso alla prole da questa madre straordinaria sarà il risultato di una nuova popolazione di ghepardi selvaggi e liberi di correre veloci nelle savane Namibiane.

    “Sono entusiasta di vedere che Hela e i suoi cuccioli hanno la possibilità di vivere nel loro habitat naturale” dice la Dott.ssa Laurie Marker, “Tutto può succedere ad Hela ed ai suoi cuccioli in natura; la sopravvivenza non è garantita. Ma, nei primi momenti dopo il rilascio, guardandola chiamare i suoi cuccioli, so che tutta la dedizione dello staff del CCF ha dato un risultato straordinario”. 

    Grazie al vostro sostegno, lavoriamo quotidianamente per rendere la natura un posto migliore sia per i ghepardi che per gli esseri umani.

  • Seminario Focus: imparare a conoscere il mondo animale

    Il 24 marzo si è svolto a Bologna il seminario focus, Partecipare ai seminari Focus, organizzato da Massimo Giunta e altri tecnici provenienti da tutta Italia, è un tuffo vero e profondo nel mondo animale, in special modo in quello del cane.

    Non è facile inquadrare in modo esaustivo e sintetico il bagaglio di informazioni, esperienze  che, dopo il seminario, ci portiamo a casa da studiare, elaborare e fare nostro.
    Ogni volta che credi di aver trovato una chiave di lettura Focus offre nuovi spunti che rimettono in gioco ogni cosa ma con una base da cui non si scappa mai, il cane e il suo benessere, il suo essere predisposto all’apprendimento e tenendo sempre presente l’incolumità delle persone, libertà sì ma rispettando la libertà di tutti.
    Addestrare il cane fa bene al cane, la mia e la sua libertà non devono ledere la libertà degli altri, un cane addestrato è un cane felice perché potrà partecipare molto di più alla vita quotidiana in famiglia e nella società.
    Purtroppo il tutto non è così semplice da realizzare, bisogna partire dal presupposto che come insegni ai bambini a non buttarsi in mezzo alla strada tra le auto o a non sporgersi dal balcone, perché potrebbero morire o causare un incidente dove altri ci andrebbero di mezzo, così si deve fare con il cane: insegnargli quello che può fare.
    Che amore è amare tuo figlio e consentirgli di fare tutte le esperienze comprese quelle che potrebbero ucciderlo inconsapevolmente? Un bimbo non conosce causa ed effetto, deve impararlo.
    Non voglio paragonare l’amore per un figlio con quello per un cane ma voglio far capire come in entrambi i casi la stessa attenzione possa salvare la vita propria o altrui semplicemente insegnando, come i genitori o la maestra fanno con i bambini, ai proprietari dei cani cosa devono a loro volta insegnare agli amici pelosi, facendosi anche aiutare da esperti.
    La cinofilia è un campo immenso di scuole, idee, metodi e fino a qui sarebbe anche stimolante e interessante se ci fosse alla base la comune volontà di portare il cane a vivere il suo essere cane con le stesse regole che guidano il comune vivere del padrone.
    A volte invece, specie in questo periodo della società, si confonde la libertà con  l’assenza di regole, si crede che ciascuno abbia diritto, per essere spensierato, a fare tutto quello che vuole e così si creano i pericoli per gli uomini e per gli animali.
    Si stigmatizzano i metodi con cui arrivare alla meta.
    Ma non è ovvio che tutto ciò che è estremo è dannoso? Non è ovvio che qualunque mezzo tu utilizzi non deve ledere il benessere etologico? A Focus si mette in risalto il benessere interspecie.

    Collare, pettorina, scorrimento non potrebbero fare danni se mal utilizzati? L’auto se usata male non è pericolosa?
    Quindi vietiamo a tutti di guidare o usare collari e pettorine? O insegniamo come  usare i mezzi necessari per arrivare alla meta?
    Parole che si scontrano con la realtà… Il gps per controllare il cane che può stare a 500 mt da noi magari finendo sotto un auto, inseguire un selvatico, incontrare un altro cane o aggredire qualcuno!!! Alcuni professionisti che dicono di appartenere a scuole cinofile moderne  dicono…ci vuole incoscienza…controllare il cane è una bastardata perché si blocca la sua curiosità, la capacità di fare esperienze…ci sta che si perda….Queste affermazioni si che sono pericolose soprattutto se si applicano alla vita quotidiana!!! Ricordiamoci che esistono le leggi e che devono essere bilanciate tra il benessere animale e la pubblica incolumità. Consigliare l’acquisto e l’uso del gps non è ciò che la vera cinofilia indica, quella vera cinofilia fatta di ore di impegno in campo e non.
    Nei seminari organizzati da Focus non sentiamo solo parole  ma si guardano filmati di eventi accaduti, casi veri, di cani mal gestiti, di situazioni quotidiane poi diventate tragedie che con poco avrebbero potuto essere evitate.
    Se la presunzione lasciasse spazio alla capacità di ascoltare, di informarsi, di ricordarsi che apparteniamo entrambi, uomo e cane, al mondo animale ma siamo dotati di diverse peculiarità-
    I video portati dai tecnici sono esperienze, traguardi, o addirittura cambi di metodo nel momento nel quale il precedente non ha funzionato bene come ci si aspettava.
    Qui sta l’elasticità di coesistenza di pensiero, di metodi, di intenti.
    E’ bellissimo confrontarsi, parlarsi, misurarsi, imparare. Perché il cane oltre ad avere la memoria di razza  può avere bisogno di un “vestito su misura” che dobbiamo aiutarlo a trovare. L’addestramento è il vestito che consente ai cani da soccorso, ricerca ma anche da compagnia di lavorare con e per l’uomo.

    Ricordiamolo sempre.

  • La Federazione europea dei veterinari pubblica un manifesto per le Elezioni Europee

    Riceviamo e pubblichiamo il manifesto della Fve (Federazione europea dei veterinari) diffuso in vista delle prossime Elezioni Europee

    In vista della prossime elezioni europee, la Fve ha pubblicato un manifesto per far luce sulle necessità dei Veterinari “guardiani della salute pubblica”.
    “L’Europa è la culla delle cure veterinarie da oltre 250 anni” e gode di una reputazione di primo piano a livello mondiale per la salute e il benessere degli animali. I Veterinari sono i guardiani della salute pubblica – dichiara la FVE – salvaguardando gli standard di sicurezza alimentare e rafforzando il commercio agricolo dell’UE.
    Tramite un manifesto la Federazione dei veterinari europei mira ad attenzionare il mondo politico, in vista delle prossime elezioni europee, sulla carenza di veterinari e di farmaci e illustra una serie di provvedimenti per migliorare la qualità del lavoro dei Veterinari nell’adempimento della loro funzione pubblica.
    “I veterinari di oggi non sono solo medici veterinari” dichiara la Fve “ma svolgono un ruolo fondamentale nella protezione della salute pubblica dalle malattie animali che potrebbero minacciare la salute umana e la società, dall’influenza aviaria alla rabbia”. “Noi proteggiamo la tua salute supervisionando la salute e il benessere del bestiame e assicurando che tutto il latte, le uova, il pesce e la carne siano sicuri” per i consumatori.
    Carenza di Veterinari – Il manifesto mette in guardia dai rischi che la carenza di Veterinari potrebbe causare in Europa: “l’accesso all’assistenza veterinaria è diventato più difficile per i proprietari di animali a causa della carenza veterinari”. Servizi veterinari “robusti e dotati di risorse adeguate sono un bene pubblico”.

    Prevenire è meglio che curare – “Dare priorità all’assistenza veterinaria preventiva è un investimento strategico per un futuro sano” dichiara il manifesto. La FVE promuove i controlli ufficiali per migliorare la salute e il benessere degli animali e ridurre l’uso di antimicrobici.
    Dotazione di farmaci e strumenti di lavoro – Al mondo politico la Fve chiede anche una dotazione adeguata di strumenti essenziali per monitorare e garantire la salute e il benessere degli animali. Ciò include l’accesso ai dati e a una gamma completa di medicinali e vaccini.
    Incarichi amministrativi – Il manifesto propone inoltre di razionalizzare gli adempimenti normativi in capo ai Veterinari, tramite una semplificazione della “documentazione” e della raccolta dei dati. L’alleggerimento degli oneri amministrativi in capo ai professionisti ridurrebbe i fattori di stress “che incidono sulla fornitura di servizi veterinari di qualità e sul benessere mentale dei Veterinari“.

  • Bangladesh’s critically endangered Asian elephants get court protection

    Bangladesh’s critically endangered wild elephants have received a court order banning their adoption and protecting them from exploitation.

    Animal rights groups welcomed the High Court suspension of all licences, so young Asian elephants can no longer be captured and taken into captivity.

    Some of the animals have been used for begging, circuses or street shows.

    There are now only about 200 of the elephants in Bangladesh, with about half of those living in captivity.

    The country used to be one of the major homes for the Asian elephant but poaching and habitat loss has caused a marked decrease in their numbers.

    Under the previous scheme, young elephants could be taken into captivity where the forestry department issued licenses to logging groups who would use the animals to haul logs. Others ended up in circus groups. Such exploitation broke the terms of the licences, the court said.

    Rakibul Haque Emil, head of animal rights group People for Animal Welfare (PAW) Foundation in Bangladesh, said it was a “landmark order”.

    “In this name of training elephants, private licensees including circus parties brutally separate elephant calves from their mother, shackle them for months and then torture them to teach tricks,” he said.

    He said it was now hoped that captive elephants could be rehabilitated.

    Actor Jaya Ahsan launched the legal case alongside PAW, and said he hoped it would be the end of harsh “training” that could be inflicted on the animals.

    A spotlight was shone on the issue last year when a young elephant was killed by a train after being used for begging on the streets. They are often painted in bright colours and forced to perform tricks by their captors.

    And in 2019 two emaciated elephants were rescued by police after being used for roadside begging.

  • Siamo davvero sicuri di doverci difendere dai lupi?

    Da qualche tempo sono decisamente in aumento, nei quotidiani editi in certe province, articoli sempre più inquietanti che spingono a togliere il lupo dalle specie protette.

    Amministratori della Lega e cacciatori, specialmente, supportati da qualche agricoltore del nord, sembra che nel centro e nel sud il problema non sia sentito, forse per un miglior rapporto con l’ecosistema e la natura, si affannano a parlare di un aumento di lupi preoccupante.

    In Italia, dai dati oggettivi, i lupi sono poco più di tremila e quasi ogni giorno si trovano carcasse di lupi uccisi da veicoli, morti per avvelenamento, per esche avvelenate o perché hanno mangiato animali a loro volta avvelenati, o sparati oltre, ovviamente, a quelli morti per cause naturali.

    Pensiamo che nella sola provincia di Piacenza, nel 2022, sono stati trovati morti per le strade più di 14 lupi.

    Da anni la direttiva europea HABITAT ed altri ulteriori interventi hanno stabilito che i governi nazionali, con fondi ad hoc, risarciscano i danni, se effettivamente comprovati, subiti dagli allevatori per l’uccisione di animali dall’allevamento da parte dei lupi, inoltre ci sono fondi regionali per provvedere all’installazione di dispositivi di difesa e sono donati agli allevatori cani antilupo, come il pastore maremmano e abruzzese.

    Bisogna inoltre ricordare che i lupi possono avvicinarsi agli allevamenti quando sulle concimaie sono buttate le placente e le carcasse di animali morti mentre, per legge, dovrebbero essere smaltite per incenerimento da un apposito servizio. Se a questo aggiungiamo la triste abitudine di lasciare in giro o vicino a casa immondizie alimentari risulta evidente che i lupi, come altri carnivori del bosco, possano essere attirati più vicino all’abitato.

    E’ per molti ormai evidente che la furia che si è scatenata contro lupi ed orsi ha motivazioni diverse rispetto alla effettiva necessità di difendersi dalla loro pericolosità.

    La verità è che l’uomo ama più convivere con il cemento che con la natura e che l’irrefrenabile voglia di dominare un animale e di esercitare potere e violenza è troppo forte nonostante la nostra presunta civiltà.

  • Sempre più diffusa la pratica dell’alterazione fisica degli animali

    Mentre da tempo in Europa è stato sancito per  legge che deve essere preservata l’integrità fisica degli animali, riconoscendoli come esseri senzienti, in altre parti del mondo persone senza scrupoli, incapaci di comprendere i rischi di continuare a modificare la natura, continuano ad eseguire violenze sugli animali per modificare il loro aspetto fisico sia per seguire le mode correnti che per renderli più idonei a determinati scopi quali la caccia, le competizioni di bellezza o l’attività di difesa.

    Recentemente il World Small Animal Veterinary Association ha pubblicato una condanna ad ogni intervento di alterazione fisica degli animali denunciando che la pratica di effettuare alterazioni fisiche è diventata sempre più frequente così come il tentativo di controllare e modificare le doti naturali delle razze.

    La presa di posizione della WEAVA, facendosi portavoce di 116 associazioni veterinarie di tutto il mondo, ha espresso la sua preoccupazione per il non riconoscimento del valore intrinseco degli animali e ha invitato tutte le associazioni veterinari e gli allevatori di cani a prendere  una iniziativa analoga spiegando, ai proprietari ed agli allevatori, in modo inequivocabile come siano negativi gli standard di razza che comportino alterazioni fisiche come il taglio della coda o delle orecchie o altri interventi chirurgici estetici che non corrispondano a risolvere  patologie accertate.

    Ci auguriamo che l’invito sia accolto da tutti e che oltre ad impedire operazioni chirurgiche per modificare l’aspetto dei cani si vieti anche l’uso di nocivi coloranti per modificare il colore del pelo, come avviene in alcuni paesi, come gli Stati Uniti, dove si vedono barboncini colorati di rosa, azzurro ed altro.

  • Reati e animali, modifiche al codice penale

    Riceviamo e pubblichiamo un comunicato dell’ANMVI- Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani

    Il Presidente dell’ANMVI Marco Melosi si dice “soddisfatto” dello stop alla Pdl 30. Dopo le contrarietà emerse in audizione, la Commissione Giustizia della Camera si prende un “congruo” tempo gli emendamenti. Salta il calendario: il testo non sarà in Aula la prossima settimana. Melosi: “Apprezziamo la prudenza della Commissione. Le nostre obiezioni erano fondate”.
    Siamo soddisfatti della pausa di riflessione sulla pdl 30. Il testo presenta forti criticità per la professione veterinaria”. Così il Presidente dell’ANMVI Marco Melosi commenta lo stop deciso ieri dalla II Commissione Giustizia della Camera alle proposte di modifica al codice penale in materia di reati contro gli animali”.

    Il Presidente della Commissione Giustizia, On. Ciro Maschio, ha riferito che sono in corso “interlocuzioni tra le forze politiche” che richiedono “un ulteriore lasso di tempo”. La proposta di legge non sarà in aula il 20 febbraio, come da programmazione iniziale.

    L’Associazione, in audizione la scorsa settimana, aveva evidenziato numerosi profili antigiuridici ed eccessi penalistici sull’operato dei Medici Veterinari, con l’introduzione di fattispecie colpose che non hanno precedenti nel sistema penalistico nazionale. Ai Ministri Nordio, Schillaci e Lollobrigida, l’Anmvi aveva anche segnalato l’incompatibilità di numerosi articoli con l’ordinamento delle professioni sanitarie, con le norme sui controlli ufficiali veterinari e con le produzioni alimentari di origine animale.

    La Commissione Giustizia ha rinviato ad una successiva seduta l’adozione del testo base, risultante dall’abbinamento della pdl 30, la principale in materia, con altre proposte analoghe. Anche per gli emendamenti, ha dichiarato il Presidente Maschio, è necessario un lasso di tempo “congruo” e un esame “approfondito”. A favore del rinvio si è espressa la deputata Maria Carolina Varchi (FDI) “al fine di consentire quella sintesi politica necessaria per l’adozione di un testo largamente condiviso”.

    “Apprezziamo la prudenza della Commissione. Le nostre obiezioni erano fondate”- conclude il Presidente dell’ANMVI.

    Fonte: Ufficio Stampa ANMVI – Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani

  • Brevemente, intensamente

    L’orso M90 è stato giustiziato dalle guardie forestali per ordine del Presidente della Provincia di Trento.

    Non sappiamo se M90 avrebbe potuto diventare pericoloso, di fatto non aveva mai minacciato nessuno nei suoi pochi anni di vita, era certamente un orso confidente, che cioè si fidava e che da cinque mesi aveva il radiocollare per poter essere sempre monitorato e dare così informazioni utili.

    Forse se fosse nato in Abruzzo avrebbe vissuto tranquillamente come Juan Carrrito, salvo poi magari morire travolto da una macchina, proprio come il povero Juan, in effetti anche M90 era stato vittima di un incidente ma era sopravvissuto per essere poi ucciso per ordine di chi ancora macina la frustrazione di non aver potuto uccidere anche gli altri orsi che in questi anni aveva più volte condannato a morte.

    Sappiamo invece per certo che la sua morte si ascrive alle decisioni di Fugatti, da tempo noto per il suo irrefrenabile desiderio di abbattere orsi, lupi e a quanto altro aspirino le assatanate carabine di coloro che nella caccia, a differenza di altri, hanno bisogno di sfogare i loro istinti violenti.

    Gli uomini non vanno d’accordo tra di loro, le violenze, di ogni genere, sono notizia di tutti i giorni, i social ci abituano ancor di più a queste manifestazioni e non ci si stupisce, più di tanto, di fronte ad una tredicenne violentata, ad un ragazzo sparato, ad un insegnate accoltellato, ad un femminicidio od alla solita denuncia di quartieri invivibili per la droga o di appalti truccati e strade e case lesionate grazie all’uso di materiale scadente.

    Perché allora dovremmo stupirci se un orso in più o in meno è stato ucciso?

    Infatti non ci stupiamo, dice un vecchio detto “ogni botte dà il vino che ha” e il vino di Fugatti e dei suoi amici è acido, molto acido.

    Comunque se oltre alla guerra tra umani vogliamo continuare la guerra contro la natura, senza cercare regole di convivenza che garantiscono la sopravvivenza del pianeta e cioè di tutti, le conseguenze saranno serie anche per i “buoni” che non reagiscono.

  • Arriva il controllo antidoping per gli animali che parteciperanno a competizioni sportive

    L’Enci (Ente Nazionale della Cinofilia Italiana) e la Fise (Federazione Italiana Sport Equestri) hanno firmato una convenzione con Unirelab, società a totale partecipazione del Ministero dell’Agricoltura, per effettuare i controlli antidoping sugli animali che competono in gare sportive e gare.

    I cani ed i cavalli che parteciperanno alle competizioni e manifestazioni, indette o patrocinate dall’Enci e dalla Fise, d’ora in poi saranno sottoposti ad un controllo in modo che sia sempre più garantito il loro benessere e tutto si svolga con regolarità.

    La convenzione fornirà maggiori tutele garantite che saranno garantite dai servizi della Unirelab i quali hanno un elevato standard scientifico, questa decisione porterà oltre ad un maggior benessere degli animali anche una ricaduta positiva per l’aumento del valore zootecnico e sportivo italiano.

    Unirelab è una società costituita nel 2003, specializzata in diagnostica, in controlli tossicologici e di parentela per la medicina veterinaria.

    Anche questa convenzione rappresenta un passo avanti nel governo per la tutela della salute animale e per la sicurezza negli sport.

  • Proteste per il ritorno della corrida a Città del Messico

    “La tortura non è arte, non è cultura”. E’ il grido lanciato dagli animalisti, riunitisi vicino all’arena di Plaza de México, per protestare contro il ritorno della corrida a Città del Messico.

    La pratica, di cui un giudice aveva decretato la sospensione a tempo indeterminato nel 2022 d’accordo con gli animalisti che avevano intentato una causa, è ritornata a Città del Messico dopo quasi due anni.

    La Corte Suprema ha però revocato la decisione il mese scorso e così gli attivisti si sono dati appuntamento davanti all’arena per corrida più grande del mondo. E’ probabile che questo sia l’inizio di una battaglia legale tra sostenitori e oppositori.

    Secondo i media locali i giudici si sono pronunciati solo sugli aspetti tecnici e devono ancora decidere nel merito del caso.

    Malgrado le protese all’esterno, dove alcuni sventolavano striscioni con lo slogan “Niente più morti di innocenti” ed altri indossavano maschere da toro e si dipingevano di rosso, all’interno migliaia di persone hanno celebrato il ritorno della corrida con canti inneggianti “Lunga vita alla libertà”.

    Il presidente Andrés Manuel López Obrador ha proposto intanto un referendum sul futuro della corrida a Città del Messico.

    Secondo la Humane Society International, ogni anno nel mondo vengono uccisi circa 250.000 tori nelle corride.

    La corrida è ancora legale in molte zone del Messico, che è uno dei pochi paesi che ne consente ancora la pratica risalente al XVI secolo.

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