Cinema

  • Il 23 febbraio la decisione sugli anni di carcere per Weinstein

    Harvey Weinstein dovrà ancora aspettare settimane per conoscere la sua sentenza. La giudice Lisa Lench della Superior Court di Los Angeles ha rinviato al 23 febbraio la decisione sull’ammontare della pena che l’ex ‘re di Hollywood’ dovrà scontare dietro le sbarre per aver aggredito e stuprato una ex modella nel febbraio 2013, ai margini del festival Los Angeles Italia.

    La Lench ha rinviato la sentenza per dar tempo ai legali di Weinstein di presentare una mozione per la revisione del processo. La procura a sua volta deve ancora decidere se tornare alla carica con le accuse di due delle quattro donne al centro della vertenza su cui la giuria non è riuscita a trovare un accordo: una di queste è la produttrice Jennifer Siebel, moglie del governatore della California Gavin Newson.

    Weinstein, 70 anni, è stato portato in aula in sedia a rotelle, addosso la tuta della prigione, e non l’abito giacca e cravatta che aveva ottenuto di indossare durante il processo. L’ex produttore di ‘Shakespeare in Love’ era stato riconosciuto colpevole il 19 dicembre nel secondo processo dell’era #MeToo che lo riguarda: demiurgo, per averli prodotti o distribuiti, di film che hanno vinto 81 premi Oscar, l’ex capo della Miramax rischia un massimo di altri 18 anni, oltre i 23 a cui era stato condannato per vicende analoghe a New York nel 2020.

    La pena decisa a Los Angeles è ritenuta cruciale, perché assicurerebbe che il 70enne ex re di Hollywood resti in carcere nel caso di un ribaltamento in appello della sentenza del processo di New York. Quattro donne avevano stavolta accusato Weinstein di molestie e stupri: la giuria lo aveva riconosciuto colpevole solo per quelle di una ex modella europea che aveva testimoniato anonimamente come ‘Jane Doe 1’. L’ex produttore era stato assolto dalle accuse di un’altra donna, mentre i giurati non erano riusciti a trovare accordo sulle accuse delle altre due, né sulle circostanze aggravanti che avrebbero alzato a un massimo di 24 il numero di anni della sentenza losangelina.

  • Nel 2022 oltre 6 italiani su 10 non sono mai andati al cinema

    Nel 2022 oltre il 60% della popolazione non si è mai recata al cinema. E’ uno dei dati clamorosi, che confermano l’attuale crisi delle sale in Italia, contenuto nel report Swg per il ministero della Cultura presentato al Lido dalla sottosegretaria Lucia Borgonzoni nell’ambito di Venezia 79. Le 46 pagine dell’indagine affrontano un tema di grande attualità.

    Come riportare il pubblico in sala?

    Un’offerta di film più interessanti, igiene, sconti, comfort e innovazione sono le risposte del campione. Ma la voglia di tornare in sala sembra forte: secondo il report, il 51 % in più, rispetto al primo trimestre 2022, vorrebbe recarsi al cinema più spesso. C’è da recuperare fette di pubblico, a cominciare da quel 21% di italiani che con la pandemia ha smesso del tutto di andare in sala e quel 10% che ha ridotto la propria frequenza di fruizione.

    Sono dati con il segno meno come quelli del primo trimestre 2022 che hanno registrato un’ampiezza della platea cinematografia ridotta del 35% in confronto con il 2019. Ma gli italiani sono anche grandi fruitori di audiovisivi e film (in tv e sulle piattaforme a pagamento come è noto). “L’indagine ci dimostra che gli italiani amano l’audiovisivo e sono disposti quanto prima a tornare in sala, mettendosi alle spalle le paure della pandemia. L’obiettivo ora – ha detto Borgonzoni all’agenzia di stampa Ansa – è quello di incentivare le sale e renderle maggiormente coinvolgenti e accoglienti. Dobbiamo quindi ragionare con tutte le parti della filiera e fare in modo che ciascuno faccia la propria parte, noi in primis come ministero della Cultura, affinché vengano messe al centro le esigenze degli spettatori”.

    La Mostra del cinema di Venezia con 5 registi italiani in concorso e film italiani disseminati in altre sezioni è una opportunità di volano incredibile. Parte dal Lido questa riscossa? “Gli italiani amano il cinema italiano di qualità. Dobbiamo quindi – ha proseguito la sottosegretaria – lavorare tutti in questa direzione e comunicare a tutte quelle persone che oggi non trovano stimoli per andare in sala, quanto sia bella e coinvolgente la visione dal vivo degli spettacoli. Il ministero deve calibrare in questa direzione gli schemi di aiuti che attualmente gestisce semplificando e sburocratizzando le procedure e focalizzandosi, sia sulle strategie che vanno incontro alle esigenze dello spettatore sia realizzando delle misere ad hoc pensate per nuovo imprese e i nuovi autori. Dobbiamo far diventare strutturale e integrato all’interno delle scuole l’utilizzo del linguaggio cinematografico e dobbiamo aiutare i nostri operatori a conquistare i mercati internazionali e diventare attrattivi per portare gli investimenti in Italia”.

  • Torna Fuoricinema con un focus sui diritti

    Da venerdì 9 a domenica 11 settembre 2022 presso il Parco Biblioteca degli Alberi di Milano (BAM), si svolgerà la settima edizione di Fuoricinema, incontri gratuiti con attori e registi e proiezioni in anteprima direttamente dal Festival di Venezia.

    Il tema dell’edizione 2022 è Nei diritti, per raccontare, attraverso film ed incontri con registi e protagonisti della cultura e della società, la condivisione e la socialità.

    Tra gli ospiti Elodie e Margherita Buy, Gianni Amelio e Luigi Lo Cascio, Silvio Orlando e Paolo Virzì, Mario Martone e Maurizio Lastrico. Giovanni Storti e Gabriele Salvatores.

    Gli incontri sono a ingresso libero senza prenotazione, mentre le proiezioni dei film prevedono un biglietto di 7,50 euro. In caso di maltempo gli incontri e le proiezioni verranno spostati all’interno degli Ibm Studios Milano, in piazza Gae Aulenti.

    Di seguito il programma completo della tre giorni.

    Venerdì 9 settembre

    • 30: inaugurazione di Fuoricinema 2022con la direzione artistica – Cristiana Capotondi, Cristiana Mainardi, Gabriele Salvatores, Gino e Michele, Lionello Cerri e Paolo Baldini – e un saluto istituzionale dell’assessore alla Cultura di Milano Tommaso Sacchi
    • 45: Quando il cinema fa paura, appello per la libertà dell’arte, in riferimento al caso Panahi con un dialogo tra l’europarlamentare Pierfrancesco Majorinoe Taher Djafarizad dell’Associazione Neda Day
    • 00: Le parole non si uccidono, conversazione tra Nando Dalla Chiesae Giampiero Rossi su mafia e diritti
    • 30: Libero come un padre, libero conme un figlioKim Rossi Stuart, in dialogo con Elvira Serra, è protagonista di un incontro che prende le mosse dai temi affrontati nei suoi film, incentrati sulla sfera delle relazioni famigliari
    • 30: L’immensitàdi Emanuele Crialese, proiezione in anteprima del film con Penélope Cruz

    Sabato 10 settembre

    • 45: apertura con Teresa Mannino
    • 00: Milano chiama Mondo, dialogo tra il sindacodi Milano Beppe Sala e Venanzio Postiglione
    • 30: Quello che ci unisce,incontro con Giovanni Soldini e Silvio Soldini, in conversazione con Edoardo Vigna
    • 30: Le battaglie che vale la pena combattere, Gabriele Salvatoresracconta le sue favole a sfondo sociale in dialogo con Matteo Persivale
    • 30: Non di sola vanità, incontro e letture a cura di Vanessa Scalera, con Enrico Caiano
    • 00: Ballare è una mossa politica, incontro con Mannarinocondotto da Giusi Fasano
    • 30: Come una profezia, Paolo Virzìe Silvio Orlando dialogano intorno al film Siccità e al tema più che mai urgente dell’emergenza idrica
    • 15: Per amore, incontro con Pippo Mezzapesa, regista di Ti mangio il cuore, Elodieal suo esordio da attrice come protagonista, e Francesco Di Leva
    • 30: Ti mangio il cuoredi Pippo Mezzapesa, proiezione in anteprima del film con Elodie, Francesco Di Leva e Francesco Patanè
    • 00: Siccità di Paolo Virzì, proiezione in anteprima del film con Silvio Orlando, Claudia Pandolfi e Valerio Mastandrea

    Domenica 11 settembre

    • 45: apertura con Teresa Mannino
    • 45: Ode alla società che vogliamo, con Maurizio Lastricoinsieme ai suoi padri artistici Gino e Michele
    • 15: #GiovaLovesNature, Giovanni Storti, in dialogo con Barbara Sorrentini, illuminerà il pubblico di Fuoricinemacon il suo amore per l’ecologia
    • 00: Tra nostalgia e speranza, con il regista Mario Martonee la sceneggiatrice – nonché compagna di vita – Ippolita Di Majo, in dialogo con Paolo Mereghetti
    • 30: In libertà, conversazione senza regole tra Margherita Buye Teresa Mannino
    • 30: Lo specchio del paese, il regista Gianni Amelioe l’attore protagonista Luigi Lo Cascio presentano il film Il signore delle formiche in un dialogo con Gianni Canova
    • 30: Diritti e passioni, Mauro Paganie Lella Costa in dialogo con Renato Franco; a seguire saluti di chiusura con la direzione artistica – Cristiana Capotondi, Cristiana Mainardi, Gabriele Salvatores, Gino e Michele, Lionello Cerri e Paolo Baldini – e con Teresa Mannino
    • 00: Il signore delle formichedi Gianni Amelio, proiezione in anteprima del film con Luigi Lo Cascio, Elio Germano, Leonardo Maltese e Sara Serraiocco
  • Ciak, si gira! A scuola!?

    Critico cinematografico, giornalista e direttore artistico. Steve Della Casa è anche un apprezzatissimo conduttore, da oltre vent’anni, della trasmissione cult di Radio ‘Tre Hollywood Party – Il cinema alla radio’.

    Buongiorno Steve. Il tuo amore per il cinema è indubbiamente nato fin da quando eri giovane e le domande che voglio farti riguardano proprio il mondo dei ragazzi.

    A vent’anni hai fondato con altri amici cinefili il Movie Club di Torino per poi laurearti in Storia Critica del cinema con Gianni Rondolino. A trenta hai partecipato alla nascita del Torino Film Festival, del quale sei stato direttore per dodici anni. Hai diretto in seguito anche il Roma Fiction Fest e sei stato presidente per sette anni della Film Commission Torino Piemonte. Tra le altre più note collaborazioni cito i festival di Venezia, Locarno, San Sebastián, Taormina. Sei stato, inoltre, autore di monografie su Monicelli, Mattoli, Freda, Bava e Garrel e di diversi altri scritti sul cinema, soprattutto italiano. Insomma, hai fatto tanta esperienza in questo settore e, per il piacere di tanti come me, la stai condividendo con la tua apprezzatissima conduzione radiofonica. Ora, in virtù di questo tuo grande bagaglio culturale, se dovessero un giorno incaricarti di preparare una lista di film da inserire nei programmi didattici ministeriali quali sceglieresti per le scuole elementari?

    Sicuramente, proporrei film tratti da qualche importante romanzo, come Moby Dick  o Il Principe e il Povero ad esempio, poi, per esperienza personale, perché l’ho fatto vedere anche a mio figlio quando aveva quell’età, proporrei Roma città aperta. Insomma, credo che mescolerei un po’ di film di ascendenza letteraria (Moby Dick a mio modesto parere credo sia il romanzo più bello mai scritto e anche il film di John Huston non era niente male) e film che stimolino a parlare di una determinata epoca o avvenimento storico.

    Perchè un film come “Roma città aperta”?

    Perché sono film ben fatti e che ancora hanno un grande impatto su chi li vede. Eppur sono film molto semplici, molto lineari e, forse per questo, anche di facile comprensione e, come detto, utili perchè stimolano a parlare di una certa epoca.

    Il luogo comune per cui i bambini devono guardare solo i cartoni animati credo che sia una fuga che gli adulti si sono inventati recentemente. Io, ad esempio, da bambino non guardavo solo cartoni animati. Guardavo anche i film. Questo limitare la visione a solo cartoni animati penso sia un alibi che si sono dati i genitori per evitare di dover fare delle scelte e una scusa per tenere i bambini nella bambagia con il risultato che vi rimangono fino a vent’anni e poi improvvisamente si perdono, diciamo. Io sono dell’idea che tuffarli rapidamente nel mondo reale sia importante. Ovviamente con delle storie che non siano impressionanti o che possano suscitare effetti negativi. Davvero non vedo perché debbano stare solo davanti ai cartoni animati, soprattutto ai nostri giorni quando già a sei anni cominciano a navigare sulla rete dove, ahimé, come tutti ben sappiamo, possono trovare praticamente tutto e tutte quelle cose che a quell’età non dovrebbero proprio vedere.

    Mentre per i ragazzi più grandi cosa proporresti? 

    Anche per loro credo che la cosa più importante sia collegare i film con i temi che si studiano a scuola, dalla storia, alla letteratura, ad esempio. Bernardo Bertolucci diceva che “il cinema è l’arte delle arti” e proprio per questo credo che quando si usa il cinema in un luogo di insegnamento sia molto importante far capire quanto questo, più di qualsiasi altra singola espressione artistica, abbia potuto raccontare il XX secolo. Senza il cinema, infatti, non si può raccontare a pieno quel secolo. Quale strumento migliore per accompagnare i giovani nel loro percorso di apprendimento? Poi se uno è interessato a fare cinema gli proporrei di vedere altre cose ma questa è una cosa che viene dopo. Non si può chiedere ad un ragazzo di 14 anni di fare il cinefilo.

    Tra tutti i film che conosci, quali suggeriresti per stimolare nei ragazzi e negli adulti una riflessione sul tema dell’inclusione sociale? 

    Recentemente è morto l’attore afro americano Sidney Poitier e credo che Indovina chi viene a cena sia ancora un film che possa insegnare qualcosa al riguardo. Poi ci sono indubbiamente tanti altri film che potrebbero essere citati. Tra i più recenti, anche Tolo Tolo di Checco Zalone descrive la contemporaneità e quello che sta succedendo in modo chiaro. Certo, con il suo linguaggio paradossale e divertente,  ma capace di stimolare riflessioni importanti.

    Una consapevolezza che si sta perdendo in questi anni e che, dal mio punto di vista è abbastanza grave, è che il cinema sia soprattutto qualcosa da fruire insieme agli altri. Io non ho una sala cinematografica da difendere e nemmeno sono proprietario di sale, però credo davvero che pensare che sia la stessa cosa vedere un film a casa propria sul computer piuttosto che sul grande schermo sia sbagliato. C’è differenza. Parliamo, ad esempio, dell’ultimo film di Sorrentino. Se lo vedi in sala ti fa un’impressione se lo vedi sul computer te ne fa un’altra. Ci sono film che sono molto danneggiati dal fatto di essere visti singolarmente su un pc o su un telefonino. Il film nasce come arte per una visione collettiva. Stare in una sala immersi nella visione fa sì che tu apprezzi e segui il film in maniera superiore rispetto a quella che si può fare distrattamente di fronte a un computer mentre magari ti telefona la fidanzata o devi andare a svuotare la lavatrice. Credo che questa consapevolezza debba trasmettersi anche nelle scuole affinché il cinema ritorni ad essere, come detto, un’esperienza collettiva ed un’occasione per arricchire il percorso formativo dei ragazzi. Perché il cinema, e lo ripeto per voler sottolinearne le ragioni, è davvero l’arte che meglio di tutte ha raccontato gli ultimi cento vent’anni della storia dell’umanità.

    Grazie Steve e ancora complimenti per il tuo lavoro.

    Ti aspettiamo tutte le sere, come sempre volentieri, alle ore 19, su Radio Tre.

  • Hong Kong passes new film censorship law

    Hong Kong’s legislature has passed a new law banning films deemed to violate China’s national security interests, the latest blow to freedom of expression in the territory.

    Punishment for violating the law includes up to three years imprisonment and $130,000 (£95,000) in fines.

    Critics say the legislation will stifle the vibrant local film industry.

    Last year, China imposed a national security law on Hong Kong that effectively outlawed dissent.

    The legislation, which came after huge pro-democracy protests in 2019, criminalises secession, subversion, terrorism and collusion with foreign forces. Critics say it is aimed at crushing dissent but China says it is meant to maintain stability.

    The film censorship law was approved in the opposition-free Legislative Council. It gives the chief secretary – the second-most powerful figure in the city’s administration – the power to revoke a film’s licence if it is found to “endorse, support, glorify, encourage and incite activities that might endanger national security”.

    Experts and content producers have raised worries about the impact of the legislation, which does not cover films posted online, on creativity and freedom of expression.

    Filmmaker Kiwi Chow, whose documentary Revolution of Our Times about the 2019 protests was featured at the Cannes Film Festival this year, told Reuters news agency the law would “worsen self-censorship and fuel fear among filmmakers”.

    A speedy job

    By Martin Yip, BBC News Chinese, Hong Kong

    The bill was passed by a simple showing of hands, at the last meeting of the council’s much extended current term. And despite the lack of opposition in the legislature, lawmakers still debate.

    Councillor Luk Chung-hung claimed it was political films that hindered creativity, not the proposed censorship law. Another councillor, Priscilla Leung, who is also a law professor, insisted the bill was in full compliance with human rights laws, and she hoped to stop such films from “brainwashing” young people.

    Filmmakers will certainly be concerned. Dr Kenny Ng of the Hong Kong Baptist University’s Film Academy said the new law would see film distributors worrying if their already-approved films would be withdrawn, meaning more uncertainty in the industry.

    As for the lawmakers, it is time to prepare for winning their job back as the election takes place in December – under completely new election laws.

    The arts industry was already being targeted even before the new law. In June, a local theatre pulled the award-winning documentary Inside The Red Brick Wall, also about the 2019 protests, and its distributor lost government funding.

    Book publishers have admitted to self-censoring and the largest pro-democracy paper, Apple Daily, closed earlier this year amid a national security investigation.

    Meanwhile, many opposition figures are already in prison or in exile.

  • L’UE ha finanziato 17 film candidati ai premi al Festival del Cinema di Cannes

    17 film finanziati dall’UE sono in lizza alla 74a edizione del Festival del cinema di Cannes, che ha aperto i battenti il 6 luglio, per la prima volta in presenza dal 2019. Dei 17 film sostenuti dalla sezione MEDIA del programma Europa creativa, cinque saranno candidati alla Palma d’oro: “The Story of my Wife” di Ildikó Enyedi, “Bergman Island” di Mia Hansen-Love, “Compartment No. 6” di Juho Kuosmanen, “Titane” di Julia Ducournau e “Tre Piani” di Nanni Moretti.

    Inoltre, cinque titoli sono stati selezionati per la sezione “Un certain regard” e altri tre per le sezioni “Fuori concorso”, “Cannes Premiere” e “Proiezioni speciali”. I restanti 4 film partecipano alle rinomate sezioni parallele “Quinzaine des Réalisateurs” e “Semaine de la Critique”. I vincitori del festival di quest’anno saranno annunciati sabato 17 luglio durante la cerimonia di chiusura.

    L’UE ha investito oltre 2,1 milioni di € attraverso la sezione MEDIA del programma Europa creativa per lo sviluppo e la distribuzione internazionale di questi film. Le produzioni si inseriranno anche nel contesto dei 30 anni della campagna MEDIA, che celebra il costante sostegno dell’UE all’industria audiovisiva nel corso dei decenni, mettendo in risalto il lavoro dietro le quinte del settore e i frutti dei finanziamenti dell’UE.

    La Commissione parteciperà anche a diversi eventi organizzati nel contesto di Le Marché du Film, tra cui il lancio della campagna “CharactHer”, incentrata sulla promozione dell’inclusione di genere e della diversità nei settori cinematografico e dei mezzi di informazione.

    Fonte: Commissione europea

  • Oscar 2021: sette film sostenuti dall’UE candidati a 14 premi prestigiosi

    Sette film sostenuti dal programma MEDIA di Europa creativa hanno ricevuto un totale di 14 candidature nell’edizione di quest’anno degli Oscar. “The Father – Nulla è come sembra”, di Florian Zeller, è primo in classifica con sei candidature, tra cui miglior film, miglior attore e miglior sceneggiatura. “Un altro giro”, di Thomas Vinterberg, che ha ricevuto il sostegno dell’UE sia per lo sviluppo sia per la distribuzione, è candidato alla statuetta nelle categorie miglior regista e miglior film internazionale. “Quo Vadis, Aida?” di Jasmila Žbanić, “Wolfwalkers – Il popolo dei lupi” di Tomm Moore e Ross Stewart, “Shaun, vita da pecora: Farmageddon – Il film” di Will Becher e Richard Phelan, “The Mole Agent” di Maite Alberdi e “Pinocchio” di Matteo Garrone competono in diverse categorie, tra cui miglior documentario e miglior film di animazione. I vincitori saranno annunciati il 25 aprile nel corso della 93a cerimonia degli Oscar.

    Complessivamente, l’UE ha investito oltre 1,9 milioni di € attraverso la sezione MEDIA del programma Europa creativa per lo sviluppo e la distribuzione internazionale dei suddetti film. Queste produzioni saranno presentate anche nel quadro dei 30 anni della campagna MEDIA, che celebra il costante sostegno dell’UE all’industria audiovisiva. Oltre a promuovere contenuti, talenti e piattaforme finanziati nel corso degli ultimi trent’anni, la campagna è volta a illustrare il lavoro dell’industria dietro le quinte e i frutti dei finanziamenti dell’UE.

    Fonte: Commissione europea

  • Premio LUX: il pubblico e i deputati europei scelgono il film europeo dell’anno

    Ancora più film europei e un accesso ancora maggiore alla produzione cinematografica del nostro continente, con il nuovo Premio LUX del Parlamento europeo.

    Il premio cinematografico, creato 13 anni fa dal Parlamento europeo per sostenere la distribuzione dei film europei, è stato rinnovato per offrire ancora più opportunità ai creatori europei. Da quest’anno il pubblico sarà chiamato a scegliere direttamente il vincitore. Sempre da quest’anno il Premio sarà dato in collaborazione con la European Film Academy, per raggiungere un pubblico ancora più vasto.

    Il primo segno di questo profondo cambiamento è nel nome: “LUX- Premio del pubblico per il cinema europeo”. Ci saranno inoltre più film sottotitolati in tutte le 24 lingue ufficiali dell’Unione, cinque. Solo quest’anno i finalisti saranno tre, a causa dell’impatto che la pandemia ha avuto anche sull’industria del cinema.

    Il nome completo del nuovo riconoscimento riflette questa partnership: “LUX – Premio del pubblico per il cinema europeo, conferito dal Parlamento europeo e dalla European Film Academy – in collaborazione con la Commissione europea e Europa Cinemas”.

    Il nuovo iter che porterà alla proclamazione dei film vincitori sarà il seguente:

    Autunno: una giuria composta da professionisti del cinema sceglie i film in gara, che vengono sottotitolati nelle 24 lingue ufficiali dell’Unione;

    12 dicembre 2020 a Berlino: i tre film nominati vengono annunciati durante la cerimonia degli European Film Awards;

    Dicembre 2020 – 23 maggio 2021: i film vengono distribuiti nelle sale e online, per il pubblico europeo;

    Fino al 23 maggio 2021 – Il pubblico e gli eurodeputati votano sul sito www.luxaward.eu. Ciascun gruppo conta per il 50% del risultato finale;

    9 giugno 2021: il film vincitore viene annunciato durante una cerimonia al Parlamento europeo

    Il premio LUX promuove co-produzioni europee che trattano i temi politici e sociali dell’attualità e incoraggiano un dibattito sui nostri valori. Questo impegno continua, così come quello di rendere il cinema europeo accessibile, sottotitolando in 24 lingue i film in gara.

    Naturalmente registi e interpreti ritroveranno il tappeto rosso al Parlamento europeo, visto che la premiazione avverrà come di consueto durante una sessione plenaria. Cambia solo la stagione: invece che a novembre, il premio verrà assegnato in primavera, in aprile.

    “Siamo l’unico parlamento al mondo che conferisce un premio al cinema”, ha detto il Presidente David Sassoli in un video messaggio mandato al Festival di Venezia, che ha aggiunto: “Il nuovo premio è un passo avanti nel sostegno ai lavoratori della cultura e alle produzioni duramente colpite dalla pandemia”

  • Il premio Lux del Parlamento europeo sbarca su CHILI

    Per partecipare all’iniziativa basterà inserire il codice digitale “LUXCHILI” nella sezione promozioni di CHILI (fino ad esaurimento della promozione o alla data di scadenza del 31 luglio).

    In seguito all’emergenza COVID19 e alla difficoltà di organizzare eventi dal vivo con il pubblico, l’ufficio del Parlamento europeo a Milano in collaborazione con l’unità LUX e con la piattaforma CHILI, offre la possibilità di accedere a quattromila visioni gratuite disponibili nella modalità di streaming on demand sulla pagina di chili.com.

    Quattro saranno i film selezionati per la collaborazione, tutti finalisti o vincitori delle passate edizioni del Premio LUX e, in particolare, sono: StyxLa donna elettricaDio è donna e il suo nome è Petrunija e 120 battiti al minuto.

    I beneficiari di questa opportunità saranno i giovani attivisti di insieme-per.eu (il network nato dalla campagna per le elezioni europee #stavoltavoto e che ora prosegue lo sforzo di coinvolgimento, partecipazione e informazione sull’Unione europea), gli studenti che hanno preso parte al programma EPAS (Scuole Ambasciatrici del Parlamento europeo) e cittadini italiani appassionati di cinema europeo.

    Negli ultimi tredici anni il Premio LUX ha contribuito alla promozione e valorizzare della ricchezza e diversità del cinema europeo attraverso la selezione di film prodotti o co-prodotti nell’Unione europea. Ogni anno il Parlamento europeo copre i costi dei sottotitoli in ventiquattro lingue per i tre film finalisti. Finanzia, inoltre, l’adattamento per il pubblico non vedente e non udente e il sostegno alla promozione internazionale del film vincitore.

    Per ulteriori informazioni sul premio LUX: http://www.luxprize.eu/

  • Milano sulla scia delle grandi città del mondo: studios su 20mila metri quadri

    Nonostante la pandemia, il lockdown, le difficoltà crescenti di una città che si è dovuta fermare, Milano prova a rialzare la testa e ad andare avanti. In uno dei quartieri diventati simbolo della rinascita urbana del capoluogo lombardo, Porta Nuova, aprono i battenti i Milano City Studios, un modello innovativo di location per la produzione di contenuti digitali, eventi, spot pubblicitari e riprese cine-televisive. Set di posa che si inseriscono nel cuore pulsante della città, tra grattacieli, uffici, abitazioni, percorsi ciclabili, passeggiate pedonali e un grande parco. Veri e propri teatri di posa che, ridando vita e funzionalità alle strutture preesistenti di un intero quartiere, offrono tecnologie all’avanguardia, aree di riprese indoor e outdoor per oltre 20mila metri quadrati complessivi, servizi on demand e centralità logistica.

    Un progetto per Milano e per l’Italia che nasce sulla scia dei modelli di Los Angeles, Londra e New York e che trova le sue fondamenta nell’esperienza di Big Spaces, società di venue management, con sede a Milano, che individua e gestisce spazi di eccellenza trasformandoli in amplificatori di contenuto. A monte, un accordo con Coima, la Sgr che ha in gestione i fondi che hanno contribuito alla nascita di Porta Nuova. Un piano di business realizzato in soli quattro mesi e gestito in piena emergenza Covid che trova solidità negli investimenti di una cordata di imprenditori privati ‘best in class’ del settore. Big Spaces ha infatti coinvolto nel progetto Next group, Clonwerk holding, Sts Communication, Icet Studios, Sfeera, G group international e Nexim con l’obiettivo di fornire alle aziende non solo scenari decisamente aspirazionali (concentrati in un’area unica e fortemente innovativa) ma anche l’approvvigionamento di una gamma completa di servizi e soluzioni.

    “Il progetto ha le sue fondamenta in un pensiero strategico che, traendo forza dagli stimoli tipici di un periodo non semplice quale questo dell’emergenza Covid, si è velocemente trasformato in un sistema manageriale concreto di gestione degli spazi – afferma Andrea Baccuini, partner e ceo di Big Spaces – Da oggi i Milano City Studios sono a disposizione di agenzie di comunicazione, broadcaster, etichette discografiche, case di produzione e di chi è chiamato a creare contenuti, siano essi live o digitali, nel pieno rispetto dei nuovi parametri di sicurezza. A noi il compito di occuparci della promozione, commercializzazione e gestione degli spazi, secondo il modello anglosassone del revenue sharing tra noi, la proprietà degli spazi stessi e i partner coinvolti”.

    Per i primi 18 mesi di attività, e dunque da fine giugno 2020 a dicembre 2021, il forecast del progetto si basa su più di 550 giornate di produzione complessive, distribuite su tutti gli Studios. Questo volume di utilizzo degli spazi indoor o outdoor dovrebbe generare ricavi per oltre 3,5 milioni di euro a cui potrebbe sommarsi un indotto per l’area almeno 10 volte superiore.

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