EU

  • La Commissione accoglie con favore l’accordo politico sulla normativa sulla cibersolidarietà

    La Commissione accoglie con favore l’accordo politico raggiunto tra il Parlamento europeo e il Consiglio in relazione alla normativa sulla cibersolidarietà proposta dalla Commissione nell’aprile 2023.

    La normativa sulla cibersolidarietà rafforzerà la solidarietà a livello europeo per migliorare l’individuazione, la preparazione e la risposta alle minacce e agli incidenti informatici. La normativa arriva in un momento cruciale per la cibersicurezza europea, in quanto il panorama delle minacce informatiche nell’UE continua a risentire degli eventi geopolitici.
    La normativa sulla cibersolidarietà prevede 3 azioni: messa in opera di un sistema europeo di allerta per la cibersicurezza, istituzione di un meccanismo per le emergenze di cibersicurezza, istituisce anche un meccanismo europeo di riesame degli incidenti di cibersicurezza,
    Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno inoltre raggiunto un accordo sulla modifica del regolamento sulla cibersicurezza, offrendo la possibilità di adottare sistemi europei di certificazione per i servizi di sicurezza gestiti. Ciò contribuirà a fornire un quadro per l’istituzione di fornitori di fiducia nella riserva dell’UE per la cibersicurezza nell’ambito del regolamento sulla cibersolidarietà.

  • AggregateEU apre il primo bando a medio termine per garantire un approvvigionamento energetico stabile e prevedibile

    Nell’ambito della piattaforma AggregateEU per l’acquisto in comune di gas, la Commissione apre il primo bando a medio termine in cui gli acquirenti potranno presentare la loro domanda di gas per diversi periodi da sei mesi da aprile 2024 a ottobre 2029.

    Il bando a medio termine è un nuovo servizio proposto dalla Commissione per avvicinare acquirenti e venditori al di là della crisi a breve termine che abbiamo vissuto negli ultimi due inverni. AggregateEU raccoglierà la domanda dei consumatori di energia dell’UE per un massimo di 5 anni e la metterà a gara allo scopo di garantire nei prossimi anni un approvvigionamento stabile e prevedibile alle aziende partecipanti, basandosi sulle fondamenta del meccanismo di crisi introdotto nel 2023. La piattaforma è stata creata in risposta a contatti approfonditi con le parti interessate.

    Questo nuovo bando a medio termine porterà avanti i lavori di AggregateEU volti a garantire e diversificare l’approvvigionamento di gas in risposta alla guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina e deriva dal successo ottenuto dai 4 bandi a breve termine per l’acquisto in comune di gas che si sono svolti da aprile a dicembre 2023 nell’ambito della piattaforma dell’UE per l’energia, e che hanno portato alla fornitura di oltre 42 miliardi di m3 della domanda aggregata di gas in Europa grazie a fornitori affidabili. Nel corso dell’anno proseguiranno anche i bandi a breve termine.

    Per partecipare a questo primo bando a medio termine, gli acquirenti e i venditori devono registrarsi e iscriversi alla piattaforma AggregateEU. Per questa prima tornata la domanda deve pervenire entro il 21 febbraio e sarà messa all’asta dal 26 al 27 febbraio. Non appena la domanda e l’offerta saranno state abbinate mediante la piattaforma, le singole aziende negozieranno i loro contratti bilateralmente.

  • La Commissione accoglie con favore norme di commercializzazione più rigorose per il miele, i succhi di frutta, le confetture e il latte

    La Commissione europea accoglie con favore l’accordo politico raggiunto dal Parlamento europeo e dal Consiglio per rivedere e rafforzare le norme di commercializzazione esistenti applicabili al miele, ai succhi di frutta, alle confetture e al latte.

    Le cosiddette “direttive sulla colazione” stabiliscono norme comuni sulla composizione, le denominazioni di vendita, l’etichettatura e la presentazione di tali prodotti per garantirne la libera circolazione nel mercato interno e aiutare i consumatori a compiere scelte consapevoli.

    Le direttive rivedute concordate dai colegislatori introdurranno modifiche sull’etichettatura d’origine obbligatoria per il miele, innovazioni e opportunità di mercato per i succhi di frutta in linea con le nuove richieste dei consumatori, un contenuto di frutta obbligatorio più elevato nelle confetture e un’etichettatura semplificata per il latte. Ad esempio, nel caso del miele il paese di origine (o i paesi, in caso di miscele) dovrà figurare sull’etichetta. L’accordo politico raggiunto dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione è ora soggetto all’approvazione formale dei colegislatori.

  • Nuove proposte per sostenere l’uso del contante e presentare un quadro per l’euro digitale

    La Commissione europea ha presentato due proposte per fare in modo che i cittadini e le imprese possano continuare ad accedere alle banconote e alle monete in euro, utilizzandole per i pagamenti in tutta la zona euro, e per definire il quadro relativo a un possibile nuovo formato digitale dell’euro che in futuro potrebbe essere emesso dalla Banca centrale europea, in aggiunta al contante.

    Il 60% delle persone intervistate vorrebbe continuare a poter utilizzare il contante, un numero crescente di consumatori sceglie di pagare digitalmente, utilizzando carte e applicazioni di banche e altre imprese digitali e finanziarie. Questa tendenza è stata accelerata dalla pandemia di COVID-19.

    Per rispecchiare queste tendenze, la Commissione ha proposto due serie di misure complementari per fare in modo che le persone abbiano sia la possibilità di pagare in contanti sia quella di pagare in maniera digitale quando vogliono utilizzare la moneta della banca centrale:

    una proposta legislativa sul corso legale del contante in euro per salvaguardare il ruolo del contante e garantire che sia ampiamente accettato come mezzo di pagamento e che rimanga facilmente accessibile alle persone e alle imprese in tutta la zona euro;

    una proposta legislativa che istituisce il quadro giuridico per un possibile euro digitale, a integrazione delle banconote e delle monete in euro. Oltre alle attuali opzioni sul mercato privato, ciò offrirebbe alle persone e alle imprese una scelta in più per effettuare pagamenti digitali nella zona euro con un formato di valuta pubblica ampiamente accettato, economico, sicuro e resiliente, in aggiunta alle soluzioni di tipo privato attualmente esistenti. Anche se la proposta odierna, una volta adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio, istituirebbe il quadro giuridico per l’euro digitale, spetterà in ultima istanza alla Banca centrale europea decidere se e quando emetterlo.

    Il contante in euro ha corso legale nella zona euro. La proposta intende definire a livello normativo cosa implichi questo corso legale, concentrandosi in particolare sulle “due A”: accettazione e accesso. Anche se il contante è, in media, ampiamente accettato in tutta la zona euro, sono emerse problematiche in alcuni settori e in alcuni Stati membri. Alcune persone hanno difficoltà ad accedere al contante, ad esempio a causa della chiusura di sportelli ATM e filiali bancarie.

    La proposta della Commissione intende fare in modo che il contante continui ad essere ampiamente accettato in tutta la zona euro e che le persone vi abbiano sufficiente accesso per poter pagare in contanti, se lo desiderano.

    Gli Stati membri dovranno garantire che i pagamenti in contanti siano ampiamente accettati e che l’accesso al contante sia effettivo e sufficiente. Dovranno monitorare la situazione, riferire in merito e adottare misure per affrontare gli eventuali problemi individuati. Se necessario, la Commissione potrebbe intervenire per specificare le misure da adottare.

    La proposta garantirà che tutti nella zona euro siano liberi di scegliere il metodo di pagamento che preferiscono e abbiano accesso ai servizi di base per il contante. In tal modo verrà salvaguardata l’inclusione finanziaria dei gruppi vulnerabili che tendono a fare maggiore affidamento sui pagamenti in contanti, come gli anziani.

    Per adeguarsi alla crescente digitalizzazione dell’economia, la Banca centrale europea (BCE), come molte altre banche centrali in tutto il mondo, sta valutando la possibilità di introdurre l’euro digitale a integrazione del contante. L’euro digitale offrirebbe ai consumatori un’alternativa in più per i pagamenti a livello europeo, in aggiunta alle opzioni attualmente esistenti. Ciò si tradurrebbe in una scelta più ampia per i consumatori e un ruolo internazionale più forte per l’euro.

    Come avviene oggi con il contante, l’euro digitale sarebbe disponibile insieme ai mezzi di pagamento privati esistenti a livello nazionale e internazionale, come carte o applicazioni, e funzionerebbe come un portafoglio digitale. Nella zona euro le persone e le imprese potrebbero pagare con l’euro digitale ovunque e in qualsiasi momento.

    Va sottolineato che tale sistema sarebbe disponibile per i pagamenti online ma anche offline, permettendo quindi pagamenti da un dispositivo all’altro anche senza connessione Internet, come capita ad esempio in aree remote o nei parcheggi sotterranei. Le operazioni online offrirebbero lo stesso livello di protezione dei dati dei mezzi di pagamento digitali esistenti, mentre i pagamenti offline garantirebbero un elevato livello di riservatezza e protezione dei dati per gli utenti, in quanto consentirebbero loro di effettuare pagamenti digitali rivelando meno dati personali rispetto a quelli che vengono trasmessi oggi quando si paga con carta, proprio come avviene quando si paga in contanti o si preleva contante da uno sportello ATM. Effettuando pagamenti offline con l’euro digitale, nessuno potrebbe vedere cosa si stia acquistando.

    Le banche e gli altri prestatori di servizi di pagamento in tutta l’UE distribuirebbero l’euro digitale alle persone e alle imprese, fornendo gratuitamente alle persone fisiche i servizi di base in euro digitale. Per promuovere l’inclusione finanziaria le persone fisiche che non dispongono di un conto bancario potrebbero aprire e detenere un conto presso un ufficio postale o un altro ente pubblico, come un ente locale. Sarebbe un sistema facile da utilizzare, anche per le persone con disabilità.

    Gli esercenti in tutta la zona euro sarebbero tenuti ad accettare l’euro digitale, eccezion fatta per i piccolissimi esercenti che potranno scegliere di non accettare pagamenti digitali, dal momento che per loro il costo da sostenere per introdurre una nuova infrastruttura per accettare pagamenti in euro digitale sarebbe sproporzionato.

    L’euro digitale potrebbe inoltre costituire una solida base per ulteriori ammodernamenti, consentendo alle banche, ad esempio, di fornire soluzioni innovative ai clienti.

    L’ampia disponibilità e l’uso di una valuta digitale emessa dalla banca centrale rappresenterebbero elementi fondamentali anche per la sovranità monetaria dell’UE, in particolare nel caso in cui altre banche centrali nel resto del mondo iniziassero a sviluppare valute digitali, oltre ad essere un elemento importante nel contesto dello sviluppo del mercato delle criptovalute.

    La proposta definisce il quadro giuridico e gli elementi essenziali dell’euro digitale che consentirebbero alla Banca centrale europea, previa adozione da parte del Parlamento europeo e del Consiglio, di introdurre eventualmente una valuta digitale che sia ampiamente disponibile e utilizzabile. Spetterà alla BCE decidere se e quando emettere l’euro digitale; questo progetto richiederà dunque un ulteriore e importante lavoro tecnico da parte della BCE.

  • Metsola risponde a Muscardini: sì, la Ue deve impegnarsi ancora di più in Africa

    «Sono d’accordo con te che la situazione in alcuni campi profughi è spaventosa». Così la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola risponde il 23 marzo ad una lettera che Cristiana Muscardini le aveva indirizzato il 12 marzo, nella quale segnalava le condizioni spesso disumane dei centri per migranti gestiti in Africa da Unhcr, autorità locali o sorti al di fuori di qualsiasi aiuto istituzionale.

    «La commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Lise) del Parlamento europeo ha inviato numerose missioni ad hoc nei campi profughi anche all’interno dell’Ue. Queste delegazioni hanno assistito in prima persona alle condizioni allarmanti in cui vivono, a volte per anni, i migranti e richiedenti asilo», conferma Roberta Metzola, assicurando che «il Sistema europeo comune di asilo e il Nuovo patto su migrazione e asilo rappresentano una priorità assoluta per il Parlamento europeo. In tale spirito, sono orgogliosa dell’impegno assunto, nei confronti dei nostri cittadini, dal Parlamento, insieme alle cinque Presidenze di turno del Consiglio, di portare a termine la riforma del quadro legislativo in materia di asilo e migrazione prima della fine dell’attuale ciclo politico. Sono fiduciosa che il nuovo Patto porterà soluzioni a molte delle questioni da te sollevate».

    Convenendo con la sollecitazione di Cristiana Muscardini di trovare un accordo tra la Ue e i Paesi africani «per costruire campi profughi organizzati come veri villaggi, con scuole, negozi, luoghi dove le persone possano vivere senza torture e vessazioni», la presidente dell’Eurocamera dichiara: «Dobbiamo fare la nostra parte nell’affrontare la migrazione e tutte le sue componenti, sia nell’Unione europea sia, come tu suggerisci, nei paesi di origine, dove risiedono le cause profonde del fenomeno».

  • UE e UNICEF: impegnarsi di più per un’istruzione sicura e di qualità per i minori in situazioni di crisi

    I crescenti livelli di sfollamento e la durata prolungata dei conflitti stanno gravando su minori e giovani in tutto il mondo. Si stima che gli adolescenti e i bambini in età scolastica che necessitano di istruzione siano 222 milioni, 78 milioni dei quali non frequentano la scuola.

    La Commissione europea e l’UNICEF invitano a rafforzare l’impegno collettivo e ad aumentare i finanziamenti pubblici per aiutare i minori in contesti umanitari fragili a restare o a tornare a scuola. L’invito è stato pronunciato durante la conferenza congiunta di alto livello sull’istruzione nelle situazioni di emergenza tenutasi il 22 marzo 2023 a Bruxelles, in concomitanza con il Forum umanitario europeo.

    Nel 2023 l’UE mira a fornire 158 milioni di € a sostegno di progetti per l’istruzione nelle situazioni di emergenza in tutto il mondo.

    L’Unione destina il 10% del bilancio iniziale per gli aiuti umanitari all’istruzione in contesti di emergenza. Lo stesso vale per gli aiuti allo sviluppo: con il 10% del bilancio iniziale stanziato per l’istruzione, l’obiettivo è assicurare una base solida che permetta ai minori di sviluppare i loro talenti e realizzare il loro potenziale.

    Nel periodo 2015-2022 l’UE ha stanziato 970 milioni di € a sostegno dell’istruzione in situazioni di emergenza, a favore di oltre 20 milioni di bambini e giovani.

  • La Commissione conclude il progetto con l’Agenzia internazionale per l’energia che ha aiutato gli Stati membri a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili russi

    La  Commissione conclude un progetto relativo allo strumento di sostegno tecnico che ha sostenuto 17 Stati membri negli sforzi per eliminare gradualmente la dipendenza dai combustibili fossili russi, come indicato nel piano REPowerEU.

    Il progetto è stato avviato nel marzo 2022 mediante un apposito invito nell’ambito della risposta della Commissione alla crisi energetica provocata dall’attacco della Russia contro l’Ucraina. La Commissione, insieme all’Agenzia internazionale per l’energia, ha fornito ai partecipanti consulenza e sviluppo di capacità per individuare e intraprendere riforme e investimenti specifici nel settore delle energie rinnovabili, dell’efficienza energetica, della produzione di idrogeno rinnovabile e di soluzioni innovative per decarbonizzare l’industria in linea con gli obiettivi di REPowerEU. I 17 Stati membri partecipanti sono Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Irlanda, Grecia, Spagna, Croazia, Italia, Cipro, Ungheria, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia e Finlandia. Il progetto ha aiutato concretamente gli Stati membri a prepararsi per l’inverno e per i mesi successivi, sostenendo nel contempo il loro percorso verso l’azzeramento delle emissioni nette. Lo strumento di sostegno tecnico è il principale strumento di cui dispone la Commissione per fornire sostegno tecnico alle riforme nell’UE, su richiesta delle autorità nazionali. Fa parte del quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e del piano per la ripresa dell’Europa.

  • Protezione dei consumatori: TikTok si impegna ad allinearsi alle norme dell’UE per proteggere meglio i consumatori

    A seguito degli scambi con la Commissione e la rete delle autorità nazionali di cooperazione per la tutela dei consumatori (CPC), TikTok si è impegnata ad allineare le proprie pratiche alle norme dell’UE in materia di pubblicità e tutela dei consumatori, in particolare la direttiva sulle pratiche commerciali sleali, la direttiva sui diritti dei consumatori e la direttiva sulle clausole abusive nei contratti.

    Il dialogo è scaturito in primo luogo da un reclamo dell’Ufficio europeo delle unioni dei consumatori (BEUC). Nel febbraio 2021 il BEUC ha lanciato l’allarme in merito ad alcune pratiche problematiche di TikTok che violerebbero le norme dell’UE a tutela dei consumatori. Il BEUC aveva ad esempio riscontrato che la piattaforma social non tutelava i minori dalla pubblicità occulta e dai contenuti inappropriati.

    A seguito del reclamo, la Commissione, insieme alla CPC e guidata dalle autorità per la tutela dei consumatori irlandesi e svedesi, ha avviato un dialogo con TikTok. Le varie preoccupazioni sono state discusse e TikTok si è impegnata a modificare le proprie pratiche.

    Fonte: Commissione europea

  • E se il vero problema fosse questa forma di Europa?

    Quale Unione Europea si potrebbe immaginare operante all’interno di una crisi economica e sanitaria che si ripete ormai da oltre due anni e soprattutto quali obiettivi dovrebbe porsi?

    Innanzitutto una vicinanza alla popolazione europea si potrebbe dimostrare in molte forme, la prima delle quali sicuramente può venire rappresentata dalla attivazione in ogni forma di iniziative finalizzate al ripristino di una “normalità” (concetto di difficile attuazione dopo due anni di crisi senza precedenti) e quindi soprassedendo e ponendo in secondo piano le iniziative di carattere ideologico dall’impatto incerto.

    Non va dimenticato, infatti, come le economie europee occidentali si trovino ancora all’interno di un ennesimo periodo di fortissima difficoltà economica e sociale legata alla quarta ondata di covid, quindi sostanzialmente alle soglie del terzo anno di pandemia, in una  estrema difficoltà anche per programmare non solo i piani di sviluppo per le prossime stagioni ma anche organizzare la semplice filiera per gli ordini già acquisiti a causa della aspettativa di un forte aumento dell’inflazione (al netto del settore energetico oltre il 7%) al quale aggiungere la prossima impennata delle bollette da gennaio, calcolate con un ulteriore +40-50%.

    Con simile condizioni emerge in modo cristallino come il prossimo ciclo economico sarà caratterizzato da una inflazione stabile, a differenza di tutte le previsioni della Bce, a meno che non venga adottata una politica monetaria repressiva il cui costo andrebbe a cadere sulle fasce più deboli della popolazione.

    In questo difficile contesto ecco come l’Unione Europea dimostra ancora una volta il proprio distacco assoluto dalla realtà circostante, e perciò dalle problematiche reali, ed attraverso l’ennesimo atto di politica autoreferenziale si pone come unico obiettivo la semplice certificazione della propria esistenza in vita.

    Esattamente come precedentemente per il settore automotive, al quale sono stati  imposti  degli step tecnologici assolutamente insostenibili mentre contemporaneamente le autorità politiche delle altre macroaree economiche prendono tempo ed indicano la transizione verso una motricità elettrica come un “auspicio” ma non certo un obbligo (Usa e Cina), la Commissione Europea impone adesso ulteriori aggravi normativi anche per il settore edilizio in relazione al divieto di vendita o affitto se non in regola con i nuovi protocolli made in Ue (https://www.ilmessaggero.it/economia/news/vendita_affitto_case_energia_come_cambiare_classe_g_c-6373229.html).

    Ennesima forma di integralismo e di furore ambientalista assolutamente incompatibile con un percorso complesso di ricerca di una reale sintesi tra la ricerca di un sempre minore impatto ambientale per le attività economiche e la consapevolezza di come non esista l’impatto zero se non come espressione ideologica priva di alcun riscontro.

    In altre parole, continua la genesi di obblighi e vincoli per il solo mercato interno i quali hanno l’unico deleterio effetto di mettere in ulteriore difficoltà un’economia già in ginocchio e di rendere ancora una volta il settore della imprese europee, soprattutto industriali, meno competitive nell’ambito della concorrenza del mercato globale. È molto difficile in questo contesto restare indifferenti di fronte ad un tale ennesimo delirio ideologico-normativo, espressione di contenuti
    pseudoambientalisti e  basato sulla applicazione dell’ideologia ambientalista priva di competenza
    (https://www.ilpattosociale.it/…/linquinamento-ideologico/).
    Criticare l’Unione Europea non significa diventare automaticamente sovranisti o isolazionisti, come sempre vengono bollate le posizioni differenti della genuflessione complessiva del pensiero unico di fronte all’azione della dirigenza Europea. Mai come ora le osservazioni rispondono ad una necessità di revisione complessiva delle strategie politiche ed economiche poste in essere dalla dirigenza Europea negli ultimi decenni e conseguentemente alla priorità di passare ad una elaborazione di una nuova classifica delle priorità che veda al primo posto (1°) la tutela delle realtà economiche e dei posti di lavoro nella macroarea Europea come sintesi di know how industriale ed economico ed espressione di investimenti e crescita professionale e culturale.
    Risulta alquanto amaro, invece, verificare come da anni ormai l’istituzione Europea non favorisca più i singoli stati e tantomeno il sistema economico europeo complessivo in nome della applicazione scolastica ed infantile del principio della pura concorrenza con le altre macro-aree come Cina, India e Stati Uniti.
    Viceversa l’Europa viene vissuta o semplicemente intesa dalla propria dirigenza e da buona parte del mondo politico come la zona di applicazione di un principio sempre più legato ad ideologie ampiamente superate che e risultano, di conseguenza, espressione di obsolete professionalità immerse in una salsa ideologica assolutamente ridicole nel contesto contemporaneo.
    Mai come ora si sente il  bisogno di una nuova Europa espressione di una rinnovata politica
    e soprattutto di  competenze aggiornate ed espressione della realtà odierne in modo da assicurare un futuro economico di sviluppo per le prossime generazioni europee.

  • La Commissione stabilisce nuove leggi in materia di pubblicità politica, diritti elettorali e finanziamento dei partiti

    La Commissione europea ha presentato una proposta sulla trasparenza e sul targeting della pubblicità politica nel quadro delle misure volte a tutelare l’integrità delle elezioni e il dibattito democratico aperto. Secondo le norme proposte, ogni messaggio pubblicitario di natura politica dovrebbe essere chiaramente qualificato come tale e contenere informazioni riguardanti, ad esempio, chi l’ha finanziato e quanto è costato. Le tecniche di targeting politico e di amplificazione dovrebbero essere spiegate pubblicamente e con un livello di dettaglio inedito, e sarebbero vietate quando si utilizzano dati personali sensibili senza il consenso esplicito dell’interessato. La Commissione propone inoltre di aggiornare le attuali norme dell’UE relative ai “cittadini mobili” dell’UE e al loro diritto di voto alle elezioni europee e comunali, nonché ai partiti politici europei e alle fondazioni politiche europee.

    Con la transizione digitale in corso, i cittadini devono essere in grado di capire con facilità se stanno guardando contenuti politici a pagamento – online e offline – e devono poter partecipare a dibattiti aperti, liberi da disinformazione, interferenze e manipolazioni. I cittadini dovrebbero essere in grado di vedere chiaramente chi ha sponsorizzato uno spot politico e perché. Le principali misure previste dalla proposta di regolamento sulla trasparenza e sul targeting dei messaggi pubblicitari di natura politica comprendono quanto segue.

    • Ambito: tra i messaggi pubblicitari di natura politica rientreranno quegli spot realizzati da un personaggio politico, a suo favore o per suo conto, nonché i cosiddetti messaggi pubblicitari di sensibilizzazione che possono influenzare l’esito di elezioni o referendum, un processo legislativo o normativo o ancora un comportamento di voto.
    • Avvertenze sulla trasparenza: la pubblicità politica a pagamento deve essere chiaramente qualificata come tale e fornire una serie di informazioni fondamentali. Tra queste devono figurare in modo ben visibile il nome dello sponsor e un avviso di trasparenza facilmente reperibile che riporti: 1) l’importo speso per lo spot politico, 2) la provenienza dei fondi utilizzati e 3) la correlazione tra il messaggio pubblicitario e le elezioni o i referendum pertinenti.
    • Condizioni rigorose per il targeting e l’amplificazione: saranno vietate le tecniche di targeting politico e di amplificazione che utilizzano o deducono dati personali sensibili quali l’origine etnica, le convinzioni religiose o l’orientamento sessuale. Tali tecniche saranno autorizzate solo previo consenso esplicito della persona interessata. Il targeting potrebbe essere autorizzato anche nell’ambito delle attività legittime di fondazioni, associazioni o organismi senza scopo di lucro con finalità politiche, filosofiche, religiose o sindacali, quando è diretto ai rispettivi membri. Per la prima volta sarà obbligatorio includere negli spot informazioni chiare che spieghino per quale motivo la persona è oggetto di targeting, e pubblicare, tra le altre cose, quali gruppi di individui sono stati presi in considerazione, in base a quali criteri e con quali strumenti o metodi di amplificazione. Le organizzazioni che ricorrono al targeting politico e all’amplificazione dovranno adottare, applicare e rendere pubblica una politica interna sull’uso di tali tecniche. Se non potranno essere soddisfatti tutti i requisiti di trasparenza, non sarà possibile pubblicare un messaggio pubblicitario di natura politica.
    • Sanzioni pecuniarie in caso di infrazioni: gli Stati membri saranno tenuti a introdurre sanzioni pecuniarie efficaci, proporzionate e dissuasive in caso di violazione delle norme sulla trasparenza della pubblicità politica. Ai sensi del regolamento proposto, le autorità nazionali per la protezione dei dati monitoreranno in particolare l’uso dei dati personali a fini di targeting politico e avranno il potere di imporre sanzioni pecuniarie conformemente alle norme dell’UE sulla protezione dei dati.

    La Commissione ha altresì proposto di rivedere le norme dell’UE sul finanziamento dei partiti politici europei e delle fondazioni politiche europee. Il quadro attuale presenta una serie di lacune che impediscono ai partiti e alle fondazioni di funzionare correttamente e assolvere la loro missione di portavoce dei cittadini dell’UE. Gli aggiornamenti del regolamento sono tesi ad agevolare le interazioni dei partiti politici europei con i rispettivi partiti membri a livello nazionale e transfrontaliero, ad aumentare la trasparenza, in particolare in relazione alla pubblicità politica e alle donazioni, a ridurre gli oneri amministrativi eccessivi e ad aumentare la sostenibilità finanziaria dei partiti politici europei e delle fondazioni politiche europee.

    Infine la Commissione ha proposto di aggiornare le norme vigenti in materia di elezioni europee e comunali per i cittadini dell’UE che risiedono in uno Stato membro diverso da quello di cui hanno la cittadinanza (“cittadini mobili dell’UE”). Sebbene siano circa 13,5 milioni i cittadini che si trovano in tale situazione, pochissimi esercitano il loro diritto di voto alle elezioni europee e comunali. Al fine di garantire una partecipazione inclusiva in vista delle elezioni europee del 2024, la Commissione propone modifiche mirate alle direttive vigenti in materia di diritti elettorali, tra cui l’obbligo di informare proattivamente tali cittadini in merito ai loro diritti elettorali, l’uso di modelli standardizzati per l’iscrizione alle liste elettorali in qualità di elettori o di candidati nonché l’uso della lingua comunemente parlata dai cittadini mobili dell’UE residenti in un determinato territorio. La proposta prevede inoltre garanzie affinché i cittadini mobili dell’UE non siano cancellati dalle liste elettorali nel paese di origine.

    Le proposte saranno ora discusse in sede di Parlamento europeo e di Consiglio. Per garantire che le elezioni del Parlamento europeo del 2024 si svolgano secondo i più elevati standard democratici, le nuove norme dovrebbero entrare in vigore ed essere pienamente attuate dagli Stati membri entro la primavera del 2023, ossia un anno prima delle elezioni.

    Fonte: Commissione europea

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