gatti

  • Due gattini cercano casa

    AAA cercasi casa per due splendidi gattini già vaccinati e sterilizzati, sono di buon carattere e di grande compagnia. ora sono in stallo in un box ma hanno urgente bisogno di una casa e di affetto. Per informazioni telefonare o mandare una mail alla redazione del Patto Sociale atto 02 781969 – segreteria.redazione@ilpattosociale.it

  • Cure e affetto

    In inverno, quando c’è più freddo, sappiamo tutti che bisogna avere una particolare attenzione per le persone anziane, deboli e per i bambini, quello che invece molti dimenticano, in un paese dove la maggioranza delle persone ha un animale da compagnia, è che anche questi hanno bisogno di essere aiutati a non ammalarsi.

    I gatti, che spesso scelgono un posto sopra il calorifero per dormire, non devono essere esposti agli spifferi delle finestre, spifferi che possono portare malattie polmonari e renali.

    Chi ha gatti abituati a girare in libertà in inverno dovrebbe tenerli in casa la notte e nelle giornate più gelide o piovose, bagnarsi senza poi essere asciugati e riscaldati li può portare alla morte.

    I cani piccoli in genere hanno “padroni” che li forniscono di cappottini ed impermeabili per le passeggiate, a volte anche eccedendo nella leziosità di questi capi d’abbigliamento, ma pochi ricordano che il cane piccolo si bagna più facilmente la pancia e che è più esposto alle infreddature.

    Anche i cani di grande taglia hanno bisogno di essere protetti quando passano da un ambiente riscaldato all’aria aperta gelida o alla pioggia, specie se sono cani a pelo lungo, o comunque un po’ più anziani, perciò devono essere asciugati accuratamente.

    Tutti i nostri animali hanno bisogno, in casa, di un loro posto caldo ed i cuscini o le cucce morbide che mettiamo a loro disposizione non devono mai essere lasciati umidi e vanno, abbastanza spesso, puliti e lavati.

    Va da se che le gabbie di uccellini, o altri animaletti che non girano liberamente per casa, devono essere collocate in modo da evitare correnti d’aria o eccessive fonti di calore ed avere di giorno più luce possibile.

    In questi giorni di festa dove noi umani siamo predisposti  a trasgredire con il cibo non dimentichiamo che alcuni di questi alimenti sono veleno per i nostri amici animali, dalla cioccolata alle creme o ai dolci che contengono alcool o troppi zuccheri, perciò se vogliamo fare festa con loro scegliamo qualche prelibatezza adatta.

    Ricordiamoci di chiudere bene i contenitori dell’immondizia, le ossa dei volatili sono molto pericolose e possono bucare l’intestino, stiamo attenti a non lasciarli soli in luoghi dove l’esplosione dei fuochi di artificio li può spaventare, alcuni cani sono morti d’infarto.

    Per ultimo per fare festa non dimentichiamo i nostri pelosi, non abbandoniamoli, sono parte della famiglia, abbiamo dei doveri nei loro confronti e, se possiamo farlo, comperiamo qualche scatoletta in più da donare ai tanti cani che nei rifugi non hanno l’affetto di un amico umano.

  • Dall’UE il primo regolamento europeo sul benessere dei cani e dei gatti

    La criminalità organizzata continua il suo business anche con il traffico illegale di cani e gatti e la Commissione Europea denuncia che dal luglio 2022 a luglio 2023, attraverso la cooperazione tra gli Stati, sono state scoperte diverse illegalità che hanno già portato ad avviare 35 procedimenti giudiziari.

    Come già abbiamo scritto sul Patto la pubblicità on line e l’uso scorretto dei social ha consentito e consente ai criminali di contattare facilmente il vasto pubblico di coloro che cercano un animale da compagnia.

    I paesi dai quali provengono di più gli animali illegali sono Romania e Bulgaria per l’Europa e Russia, Serbia, Bielorussia e Turchia per fuori Europa.

    Gli animali viaggiano in pessime condizioni ed in età troppo giovane e molti cuccioli arrivano a destinazione gravemente ammalati e forniti di documenti falsi, si traffica anche in falsi timbri, microchip e documenti contraffatti come i passaporti sanitari.

    La Commissione ritiene urgente affrontare il problema con un sistema multiforme e cioè leggi più idonee, maggiori controlli, collaborazione tra le diverse autorità giudiziarie e sanzioni più severe in tutti i paesi dell’Unione.

    Certamente la riforma dell’Unione doganale, proposta nel maggio del 2023 ma ancora non entrata in funzione, contribuirà a controlli più attenti e mirati alle frontiere.

    I diversi sistemi infatti non aiutano la piena collaborazione tra Stati, mentre in Italia i servizi veterinari collaborano attivamente con la polizia in altri paesi i veterinari hanno rapporti con le autorità doganali o le associazioni non governative, comunque la cooperazione, che ha preso avvio nel luglio 2022, ha già dato i primi evidenti risultati.

    La Commissione europea, per debellare il traffico illegale di animali, propone varie iniziative.

    Tutti i cani e i gatti prima di essere venduti dovranno essere identificati e dotati di microchip per essere registrati e così consentire agli acquirenti di verificare che siano state rispettate le norme europee per l’allevamento ed il trasporto. Gli allevamenti devono essere riconosciuti, i venditori dovranno dimostrare che le norme siano rispettate e fornire tutte le informazioni agli acquirenti.

    La Commissione ha anche chiesto agli Stati membri di prevedere sanzioni adeguate per i trasgressori.

    L’obiettivo è di arrivare ad una tracciabilità europea dei cani e dei gatti e delle attività che si occupano del loro commercio.

    I problemi restano molti non solo perché non si riesce ad effettuare un controllo su quanto avviene via internet, infatti spesso la commercializzazione è fatta sotto mentite spoglie e non viene registrata nel sistema Traces, ma anche perché le norme di identificazione degli animali, attraverso i microchip, sono diverse tra paese e paese, addirittura in Italia non c’è ancora un registro nazionale per verificare i cani o i gatti chippati nelle diverse regioni.

    Un passo, avanti, per sconfiggere uno dei business della criminalità organizzata, è stato fatto ma vi è ancora molto da fare e ci auguriamo che tutti gli Stati si mettano al passo per sconfiggere una piaga che porta sofferenze agli animali, danni morali ed economici agli acquirenti e un fiume di denaro sporco ai criminali.

  • Una profonda, condivisa cultura di rispetto

    In solo due settimane, in un canile rifugio in provincia di Piacenza, lodevolmente gestito dalla Lega nazionale difesa del cane, sono stati abbandonati 15 cani, di questi 11 erano di proprietà

    11 persone, non mostri apparentemente, hanno preso il cane con il quale vivevano, lo hanno portato in un canile e lo hanno abbandonato rinunciando alla proprietà, venendo meno ad un impegno, che avevano preso con l’animale ma anche con se stessi, con leggerezza, indifferenza.

    Molti, in tante parti d’Italia, riportano i cani che avevano adottato facendo loro ritrovare speranze e felicità che poi sono durate ben poco.

    I cani sono abbandonati senza ragioni particolari, non stiamo parlando di animali pericolosi, vengono abbandonati perché si è stanchi di occuparsi di loro, certo nel periodo nel quale si era chiusi in casa era utile avere un animale da portare fuori ,era la buona scusa per poter uscire, ma poi troppo impegno…

    Cani abbandonati perché non sanno cacciare, le strutture sono piene di cani da caccia di razza che preferiscono le coccole agli inseguimenti di qualche povero selvatico, cani regalati come giocattoli e che una volta cresciuti diventano ingombranti o dei quali comunque anche certi bambini si stancano  perché preferiscono giocare con la Rete.

    Persone che riportano un cane e poi dopo qualche tempo ne chiedono un altro come se tutto fosse un gioco, come se gli animali non avessero sentimenti, non provassero dolore.

    È vero, in Italia la maggior parte delle famiglie ha un animale d’affezione, gatti e cani sono numerosissimi ma sono ancora  troppo numerosi i cani ed i gatti abbandonati, troppo mal gestite molte convenzioni tra i comuni ed i canili rifugio ed è ancora lontana una profonda, condivisa cultura di rispetto per i nostri animali, sia per quelli d’affezione che gli altri, d’allevamento o selvatici.

    Anche di questo la politica e l’informazione dovrebbero occuparsi di più e meglio.

  • Un decalogo per imparare a convivere con i nostri gatti

    Il 17 febbraio è stata la giornata mondiale dedicata al gatto, questo piccolo felino che nei millenni ha collaborato e collabora con gli umani sia per difendere i raccolti che per allietare la sua casa. Animale da compagnia pieno di dignità, giocherellone e filosofo il gatto è uno dei piccoli misteri delle vita. Quante volte ci siamo chiesti a cosa stia pensando mentre immobile fissa, imperscrutabile, davanti a se, gatti diversi per carattere, secondo la tipologia ma anche all’interno della stessa famiglia, diversi anche di carattere ed atteggiamenti, secondo il colore del pelo, ma tutti pensatori. Predatore ed amico dolcissimo, indipendente ma nella maggior parte dei casi legati al loro umano da un vincolo di amicizia strettissimo ma che non consente di violare alcune sue priorità. Chiede coccole ma non così tante che lo possano far sentire prigioniero, dimostra il suo affetto ma sembra dire che il rapporto è sempre alla pari, ci dorme addosso ma se va quando decide che è arrivato il momento della solitudine. Anche chi ha avuto gatti straordinariamente affettuosi, legati al loro umano solo come i cani sanno fare, gatti così dolci che si abbandonano come peluche tra braccia, sa che dietro il loro sguardo rimane un piccolo mistero ed è per questo che tanti li amano e che alcuni li seviziano ed uccidono. Amare i nostri gatti è anche seguire le regole che consigliano i veterinari e rispettare ed aiutare quelli che vivono liberi e devono affrontare tanti pericoli.

    Nel giorno della festa nazionale del gatto ANMVI promuove la responsabilizzazione dei proprietari riguardo la salute, la sicurezza e la tracciabilità dei felini. Molte indagini dimostrano che la pandemia ha aumentato il numero dei pet nelle case degli italiani. Per questo ANMVI desidera diffondere un decalogo rivolto a chi convive con i gatti o ci vorrebbe convivere.

    1. La microchippatura e l’iscrizione all’anagrafe nazionale felina sono il primo gesto di attenzione.

    Ancora in molte zone d’Italia l’applicazione del microchip è un gesto volontario dei singoli proprietari, ANMVI auspica che tutti i proprietari dei gatti li iscrivessero all’anagrafe nazionale felina. Come siamo abituati a chiamare il nostro gatto per nome allo stesso a dovremmo dotarlo, per il suo bene, di un’identità pubblica.

    1. La prima visita dal veterinario: prima è meglio è.

    Fin dalle prime settimane di vita è buona cosa educare il gatto ad una corretta interazione con le persone. Al fine di evitare traumi al cucciolo, i veterinari ANMVI consigliano di affidarsi a strutture “cat friendly”, per favorire l’esecuzione della prestazione medica in sicurezza

    1. Vaccinazione core o non core? Se hai dubbi chiedi al veterinario

    I neo proprietari spesso necessitano di una corretta informazione relativa alle vaccinazioni. Conoscere i livelli di rischio a cui il gatto è esposto è importante per definire il tipo di vaccinazione adatta. Raccontare al veterinario il contesto in cui vivrà il cucciolo è il primo passo per proteggerlo.

    1. Malattie infettive: un sfida di squadra

    Quando si parla di malattie infettive nel gatto, il medico veterinario è la figura di riferimento da molteplici punti di vista, ma il nostro aiuto è fondamentale. Per formulare un completo piano di profilassi il medico ha bisogno delle nostre informazioni sulle abitudini di vita del pet, solo collaborando si può scongiurare il pericolo delle malattie infettive.

    1. La casa è il regno del gatto

    La mancanza dei corretti stimoli per il gatto è alla base della comparsa di comportamenti stress-derivati e di conseguenti patologie che possono metterne a rischio la salute. Un ruolo fondamentale è giocato dalla suddivisione degli spazi vitali, ad esempio il posizionamento in luoghi tranquilli e a diverse altezze di igloo, amache, ceste e rifugi garantiscono la tranquillità al pet.

    1. Profilassi preventiva stagionale: un’arma contro la filariosi cardiopolmonare

    La filariosi cardiopolmonare è una patologia direttamente correlata all’attività biologica delle zanzare. A causa delle sempre più frequenti modificazioni termiche e della maggiore adattabilità di alcune specie di zanzare, prima tra tutti la zanzara tigre capace anche di infliggere 30-48 punture l’ora, la profilassi non deve limitarsi solo ai mesi estivi.

    1. Pulci: mai da sottovalutare

    Tutti i gatti possono essere infestati da pulci, è possibile l’introduzione di larve dall’esterno con l’infestazione anche degli esemplari strettamente casalinghi. Le pulci possono fungere da vettori di altri agenti patogeni: il gatto grattandosi e mordendosi si procura lesioni che possono fungere da porta d’ingresso per altri batteri patogeni.

    1. Zecche: uno nessuno centomila parassitari

    Il medico veterinario saprà consigliare la molecola e il formato più idoneo dell’antiparassitario in relazione al singolo esemplare felino sia nel caso in cui viva in un contesto domestico sia qualora il trattamento vada effettuato in una colonia felina o in rifugio. In commercio sono disponibili molecole che garantiscono sicurezza, efficacia, economicità e facilità di somministrazione.

    1. I parassiti un problema one health

    È assolutamente errato pensare che la presenza dei parassiti sia un problema solo per gli animali, poiché lo è anche a livello ambientale visto che numerose specie possono perpetuare l’infestazione nel tempo grazie alla resistenza delle proprie forme immature. Alcune specie possono inoltre trasferirsi anche l’uomo.

    1. Non è vero che il gatto soffre di solitudine

    I gatti domestici sono spesso costretti a restare soli per molte ore, per questo è importante accorgersi dei loro comportamenti e offrire loro degli strumenti con cui stimolare il corpo così come la mente. I prodotti d’attivazione mentale mantengono il pet attivo anche quando è solo.

  • Cani e gatti a Dubai muoiono di fame per il recente divieto di alimentazione ai randagi

    Molti animali stanno morendo crudelmente a Dubai, dopo che una recente circolare ha dichiarato che dare del cibo a cani e gatti randagi è severamente vietata. Ai residenti non è infatti più consentito fornire alimenti e acqua, i gruppi di soccorso non sono autorizzati ad aiutare gli animali bisognosi e ai veterinari è stato ordinato di non curare i randagi trasportati dalle associazioni. All’orrore non c’è limite perché se questi animali non muoiono di fame vengono intrappolati e avvelenati o catturati e scaricati nel deserto da società di controllo sui randagi. OIPA International ha scritto alle autorità locali e internazionali chiedendo di fermare questo abominevole massacro e di considerare soluzioni più etiche per risolvere il problema della sovrappopolazione di randagi e della possibile diffusione di malattie.

  • Coronavirus: cani e gatti non contagiano

    La psicosi da mascherina anti Coronavirus ha colpito, almeno in Cina, anche i proprietari di cani e gatti – e non solo a Wuhan, città in cui si è sviluppato il focolaio – dopo che fonti locali non avevano escluso un possibile contagio anche tra i pets. E così la vendita di mascherine, la cui azienda produttrice, ironia della sorte, ha sede proprio a Wuhan (almeno quelle vendute in alcune farmacie di Milano e Roma arrivano proprio da lì), si è moltiplicata ma, stando alle dichiarazioni dello statunitense CDC (Centers for Disease Control and Prevention) non solo l’allarme è ingiustificato ma studi scientifici dimostrano che la notizia è priva di evidenze scientifiche. Semmai il pericolo è al contrario. I Coronavirus, infatti, sono una grande famiglia di virus e la forma che riguarda i pets è nota da tempo. Tutt’altra cosa è quello che si è diffuso tra gli uomini a partire dalla metà di dicembre che potrebbe essere pericoloso per gli animali. Tocca quindi a padroni o a semplici passanti indossare una mascherina in presenza di pets.

  • Vietata la registrazione di razze di gatti sottoposte a modifiche anatomiche

    Dopo che finalmente, per garantire il rispetto ed il benessere degli animali da compagnia, si è stabilito di vietare il taglio della coda e delle orecchie ai cani, pratica che era usata specialmente per alcune razze, ora da parte dell’ANFI arriva una importante decisione per i felini. L’ANFI infatti ha deciso di non registrare più nel libro genealogico le razze Scottish, Munchkin, Elf, Bambini e Dwelf. Su queste razze si è infatti espresso il Centro nazionale di referenza per il benessere animale (CReNBA) in quanto far nascere animali con genotipo sofferente è di fatto in contrasto con la Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, ratificata dall’Italia nel 2010. La convenzione, tra l’altro, dice “qualsiasi persona la quale selezioni un animale da compagnia per riproduzione è tenuta a tener conto delle caratteristiche anatomiche, fisiologiche e comportamentali che sono di natura tale da mettere e repentaglio la salute ed il benessere della progenie o dell’animale femmina”.

    L’Associazione nazionale felina italiana non registrerà più razze i cui gatti hanno caratteristiche anatomiche che portano a sofferenze e dolori inutili  per stress e danno fisiologico, gli Scottish ad esempio sono affetti da problemi ossei dovuti alla selezione ed alla mutazione genetica.

    Il CReNBA afferma  In modo inequivocabile che “sussistono numerose evidenze scientifiche che dimostrano come le deformità delle razze oggetto del parere….possono portare a patologie osteocartilaginee accompagnare da disturbi dolorosi  che in casi estremi possono  portare alla necessità di praticare l’eutanasia”. Da qui è evidente che l’allevamento e la riproduzione delle razze di felini sopracitate portano la nascita di soggetti sofferenti e il desiderio di avere animali con caratteristiche estetiche che nulla hanno a che fare con la natura degli stessi è una crudeltà che va impedita.

    Purtroppo la moda snaturalizza troppo spesso, per colpa dei loro proprietari, tanti animali da compagnia e il business è sempre più in aumento, cani e gatti col mantello coltrato dalle più strane tinture, per adeguarsi ai vestiti delle proprietarie, o con le unghie smaltate, o addirittura veri e propri esperimenti genetici per creare animali che sembrino perennemente cuccioli o per farli diventare vere e proprie armi di offesa. In una società così spesso priva di buon senso e di capacità di distinguere il bene dal male, il giusto con l’ingiusto ben vengano associazioni ufficiali che intervengano per stabilire cosa è lecito o vietato.

     

  • Gli animali da compagnia stanno bene con noi e con i loro simili

    In Italia aumentano le persone che vivono con un cane o un gatto ma purtroppo non diminuiscono gli abbandoni e canili e gattini hanno molti animali in attesa di una casa e di un po’ di affetto. Tutti coloro che già hanno un cane o un gatto, se appena ne hanno la possibilità, dovrebbero adottarne un secondo, infatti gli animali che vivono con noi sono molto più sereni se hanno un loro simile con il quale giocare e farsi compagnia.

    Ovviamente l’inserimento di un nuovo animale presuppone che si debbano adottare piccoli accorgimenti per non suscitare crisi di gelosia o reazioni negative. Specificatamente, nel caso dei gatti, animali molto abitudinari, che amano la routine e prevedere ciò che avviene, è importante che non perdano il senso della sicurezza e che perciò tutti i gatti di casa abbiano un loro spazio. Anche se i gatti in casa sono sterilizzati sarebbe meglio abbinare maschio e femmina. Capire l’umore del getto è abbastanza facile: se arriva con la coda bella dritta vuol dire che si sente tranquillo e sicuro di sé e dell’ambiente nel quale vive. Ovviamente non tutti i gatti hanno lo stesso carattere, ci sono quelli più indipendenti e quelli molto affettuosi, per questi soprattutto è molto importante che il nuovo venuto non rappresenti la minaccia di perdere l’affetto e le attenzioni ai quali sono abituati.

    E’ bene per il gatto ed è bene per noi, infatti se un gatto si sente a disagio può avere comportamenti non solo depressivi, ma anche fastidiosi, come sprizzare urina, non fare i bisogni nella cassetta o vomitare. Se il gatto è anziano ma in buona salute, per quanto abbia bisogno di più tranquillità, non ha in genere problemi ad accettare un cucciolo, specie una femmina se è un maschio o un’altra femmina se è una femmina. Ma se il gatto invece ha problemi di salute è bene che il nuovo compagno non gli stia sempre addosso altrimenti potrebbe disturbarlo troppo. Anche i gatti sono, come noi umani, soggetti ad antipatie e simpatie, perciò l’inserimento è molto importante affinché si creino i presupposti di una convivenza non solo pacifica ma anche proficua; perciò ogni gatto deve avere la sua ciotola, la sua lettiera e la possibilità di avere spazi propri. Anche se il gatto è un animale più solitario del cane ha comunque bisogno di noi e cioè di un po’ del nostro tempo, sia per giocare, sia per avere coccole. Anche i gatti più giovani non si accontentano di giocare da soli e comunque fin dai primi tempi vedrete che anche il nuovo arrivato mettersi su dei vostri indumenti che lo tranquillizzano. E’ importante anche parlare con i gatti, perché imparano non solo a capire il suono della voce e il nostro atteggiamento ma anche proprio le parole e perciò da subito il nuovo arrivato dovrà avere un nome col quale lo chiameremo più volte al giorno. I gatti che vivono insieme alla fine, scambiando i feromoni, prodotti dalle ghiandole esocrine, avranno un ‘odore di gruppo’ e si riconosceranno. Una piccola gelosia ci può essere comunque sempre, perciò ricordiamoci di non togliere nulla di ciò che davamo al nostro primo gatto ma moltiplichiamo anche per il nuovo venuto le stesse attenzioni.

    Sicuramente, una volta abituati alla reciproca presenza, i gatti si faranno compagnia anche durante la nostra assenza, anche quando non giocano e dormono in due posti diversi si sentiranno in compagnia e molte volte, vedrete, dormiranno vicini.

  • Come contrastare la leishmaniosi negli animali

    Un recente congresso di medici veterinari ha affrontato un grave problema e cioè la recrudescenza della leishmaniosi, malattia infettiva che colpisce l’uomo e gli animali, sia domestici che selvatici. La malattia è in evoluzione in tutta Italia, ormai dal Sud (era endemica in Sicilia e nel Mezzogiorno d’Italia) è arrivata al Nord da tempo (trovando spesso impreparati i proprietari di cani). Il suo espandersi non è legato solo ai cambiamenti climatici ma anche alle condizioni igienico-sanitari che possono favorire i flebotoni ed alla maggior mobilità della popolazione umana ed animale. Sono numerosi gli studi sulla leishmaniosi canina, patologia importante e complessa, che presenta complicanze oftalmologhe, alterazioni ematologiche e proteiche, dermatologiche e renali, e che a volte si presenta in forme atipiche che possono avere anche collazioni con malattie immunomediate. Fino a poco tempo fa, i felini erano stati considerati resistenti alle infezioni di leishmania, ma negli ultimi anni, grazie a tecniche diagnostiche più specifiche, si sono documentati vari casi di questa malattia. La prevenzione è d’obbligo se si vogliono salvare i nostri amici a 4 zampe: non solo repellenti antiparassitari ma anche profilassi vaccinale è d’obbligo per ridurre l’incidenza della malattia, come ovviamente uno stretto rapporto col proprio medico veterinario. Per evitare credenze errate, la malattia non è trasmessa dagli animali ma dal flebotomo (insetto molto simile alla zanzara per l’occhio di chi non ha conoscenze specialistiche). E’ perciò evidente che l’unico modo per salvarsi è, appunto, la prevenzione.

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