Milano

  • Il Comune di Milano cerca insegnanti per laboratori tecnico pratici

    Con Determinazione Dirigenziale n. 963 del 13/02/2024 del Direttore Area Acquisizione Risorse Umane è indetta una selezione pubblica, per esami, per la formazione di graduatorie da utilizzare per assunzioni a tempo determinato del profilo di Istruttore dei Servizi Formativi – Insegnanti tecnico pratici – Area degli Istruttori – per esigenze della Direzione Lavoro, Giovani e Sport.

    L’Amministrazione Comunale garantisce pari opportunità tra uomini e donne per l’accesso al lavoro e il trattamento sul lavoro, così come previsto dal D.lgs. n. 198/2006 “Codice delle pari opportunità tra uomo e donna a norma dell’art. 6 della L. n. 246/2005” e dall’art. 57 del D.lgs n. 165/2001 “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”.

    La domanda di partecipazione alla selezione deve essere presentata, a far tempo dalle ore 12:00 del 14/02/2024 e non oltre le ore 12:00 del 15/03/2023, unicamente per via telematica attraverso SPID, CIE, CNS o eIDAS, mediante la compilazione del form di candidatura sul Portale Unico di Reclutamento della Funzione Pubblica, cd. “InPA”, disponibile all’indirizzo internet https://www.inpa.gov.it/ e raggiungibile cliccando su “ISCRIVITI ALLA SELEZIONE” in fondo alla pagina.

    Per la partecipazione al concorso è richiesto il versamento, entro il termine di scadenza del Bando, della tassa di euro 10,00 da effettuare esclusivamente tramite la piattaforma PagoPA. Le indicazioni per il pagamento sono visualizzabili sul portale InPA, nell’apposita sezione del modulo di partecipazione.

    Per richieste di assistenza di tipo informatico legate alla procedura di iscrizione online, i candidati devono utilizzare esclusivamente l’apposito modulo di assistenza presente sul Portale “inPA”.

    Per qualunque altra informazione, o comunicazione, i candidati possono inviare una pec al seguente indirizzo: ru.selezioni@pec.comune.milano.it

  • Il Comune di Milano cerca conversatori in lingua straniera

    Con Determinazione Dirigenziale n. 964 del 13/02/2024 del Direttore Area Acquisizione Risorse Umane è indetta una selezione pubblica, per esami, per la formazione di graduatorie da utilizzare per assunzioni a tempo determinato del profilo di Istruttore dei Servizi Formativi – Insegnanti tecnico pratici – Classe B02 – Conversazione in lingua straniera – Area degli Istruttori – per esigenze della Direzione Lavoro, Giovani e Sport.

    L’Amministrazione Comunale garantisce pari opportunità tra uomini e donne per l’accesso al lavoro e il trattamento sul lavoro, così come previsto dal D.lgs. n. 198/2006 “Codice delle pari opportunità tra uomo e donna a norma dell’art. 6 della L. n. 246/2005” e dall’art. 57 del D.lgs n. 165/2001 “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”.

    La domanda di partecipazione alla selezione deve essere presentata, a far tempo dalle ore 12:00 del 14/02/2024 e non oltre le ore 12:00 del 15/03/2024, unicamente per via telematica attraverso SPID, CIE, CNS o eIDAS, mediante la compilazione del form di candidatura sul Portale Unico di Reclutamento della Funzione Pubblica, cd. “InPA”, disponibile all’indirizzo internet https://www.inpa.gov.it/  e raggiungibile cliccando su “ISCRIVITI ALLA SELEZIONE” in fondo alla pagina.

    Per la partecipazione al concorso è richiesto il versamento, entro il termine di scadenza del Bando, della tassa di euro 10,00 da effettuare esclusivamente tramite la piattaforma PagoPA. Le indicazioni per il pagamento sono visualizzabili sul portale InPA, nell’apposita sezione del modulo di partecipazione.

    Per richieste di assistenza di tipo informatico legate alla procedura di iscrizione online, i candidati devono utilizzare esclusivamente l’apposito modulo di assistenza presente sul Portale “inPA”.

     Per qualunque altra informazione, o comunicazione, i candidati possono inviare una pec al seguente indirizzo: ru.selezioni@pec.comune.milano.it.

  • La Polizia locale di Milano assume. Pubblicato il bando per agenti

    Da martedì 6 febbraio è possibile iscriversi al concorso per entrare nel Corpo della Polizia locale di Milano. Dopo i concorsi del gennaio 2022 e di febbraio 2023 è stato pubblicato il terzo bando per la formazione di una graduatoria per l’assunzione di almeno 260 nuovi agenti per il 2024, che consentirà al Comune di Milano entro il 2025 di avere 3.350 vigili, massimo storico mai raggiunto in precedenza. A tre concorsi per agenti effettuati nel mandato si aggiunge il concorso per l’assunzione degli ufficiali.

    “Il potenziamento della Polizia locale è già in corso – dichiara Marco Granelli, assessore alla Sicurezza – e siamo quasi a metà dell’opera, avendo assunto dal 2022 circa 500 tra agenti e ufficiali. Vogliamo avere più sicurezza stradale e meno incidenti e infrazioni alle regole, più sicurezza urbana, più collaborazione con Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, per aumentare la sicurezza in città. I nuovi agenti e ufficiali assunti ci consentono di avere più pattuglie in strada, anche di sera e di notte, servizi sempre più adeguati alle necessità e maggiore capacità di essere presenti ed efficienti sul territorio, nei quartieri e ovunque serve. Stiamo anche lavorando alla riorganizzazione della Polizia Locale per rendere più efficace la sua azione anche con nuovi servizi come gli agenti di prossimità per migliorare la relazione della Polizia locale con i quartieri e i cittadini. Un impegno importante che l’Amministrazione ha preso con Milano e che sta mantenendo”.

    “La Polizia locale di Milano ha sempre avuto una stretta relazione con la città e i suoi abitanti – dichiara Marco Ciacci comandante della Polizia locale -. Un rapporto che di anno in anno deve rinnovarsi per rispondere in modo adeguato alle necessità che i cittadini non mancano di esprimere e che richiede da parte nostra un grande impegno organizzativo e di aggiornamento. Per questo i nuovi agenti e ufficiali sono fondamentali, come fondamentale è l’esperienza del personale già in servizio che sarà alla base per la crescita professionale dei neoassunti. Li attende un lavoro intenso, talvolta non semplice ma anche un percorso formativo professionalizzante che richiede attitudine alla relazione, prontezza, forte senso civico e dedizione e, per chi lo volesse, la possibilità di avviare nel tempo una carriera appassionante”.

    Il terzo bando presenta alcune novità nate dall’esperienza dei concorsi precedenti in particolare sono state modificate e rese più accessibili le prove fisiche, anche grazie al confronto con altri enti locali.

    Per partecipare è necessario iscriversi entro le ore 12 del 7 marzo 2024 ed essere in possesso dei requisiti previsti dal bando tra cui a titolo esemplificativo la cittadinanza italiana, un’età compresa tra i 18 e i 65 anni, diploma di scuola secondaria di secondo grado o un titolo di riconoscimento di studi equivalente se conseguito all’estero, patente B.

    Il percorso di selezione prevede, in rapida successione nei prossimi mesi, una prova scritta che sarà svolta in modalità digitale da remoto a partire dal 19 marzo, la prova di efficienza fisica, una prova orale cui seguono le visite mediche di idoneità e quindi le assunzioni delle nuove e dei nuovi allievi agenti. A quel punto sarà obbligatorio partecipare a un percorso formativo di tre mesi, ovvero 370 ore, con attività in aula e sul campo e 30 ore extracurricolari ad integrazione del percorso di ingresso, prove di valutazione finali cui seguirà l’entrata in servizio in un contesto di accompagnamento operativo nei comandi decentrati, ovvero lavorando con agenti e ufficiali più esperti per imparare anche in strada come meglio svolgere il proprio compito, e coordinati il più possibile da ufficiali, centrale operativa, gruppi specialistici.

  • ‘Morandi 1890-1964’: Milano dedica all’artista bolognese una delle mostre più importanti degli ultimi anni

    Pochi giorni ancora per visitare la mostra Morandi 1890 – 1964, a Palazzo Reale di Milano fino al 4 febbraio. A più di trent’anni dall’ultima rassegna il capoluogo meneghino dedica al grande pittore bolognese un’esposizione che celebra il suo rapporto elettivo con la città. Erano lombardi o vivevano a Milano, infatti, i primi grandi collezionisti di Morandi come Vitali, Feroldi, Scheiwiller, Valdameri, De Angeli, Jesi, Jucker, Boschi Di Stefano, Vismara – parte delle cui raccolte furono donate alla città – e milanese era la Galleria del Milione, con la quale il pittore intrattenne un rapporto privilegiato.

    Per estensione e qualità delle opere la mostra è tra le più importanti e complete retrospettive sul Maestro bolognese realizzate negli ultimi decenni, un corpus espositivo di circa 120 opere che ripercorre la sua intera opera – cinquant’anni di attività, dal 1913 al 1963 – attraverso prestiti eccezionali da importanti istituzioni pubbliche e da prestigiose collezioni private.

    Il percorso espositivo segue un criterio cronologico con accostamenti mirati e inediti che documentano l’evoluzione stilistica e il modus operandi del pittore, nella variazione dei temi prescelti – natura morta, paesaggio, fiori e solo raramente figure – e delle tecniche – pittura, acquaforte e acquerello. A metà percorso, una suggestiva installazione video, realizzata in collaborazione con il Museo Morandi del Settore Musei Civici Bologna, ripropone al visitatore la camera-studio di Via Fondazza a Bologna, oggi museo, dove Morandi visse e lavorò fino ai suoi ultimi giorni, accompagnata da frammenti audio di una radio-intervista al pittore di Peppino Mangravite, insegnante alla Columbia University (1955).

    Il percorso si suddivide in 34 sezioni che documentano il primo contatto con le avanguardie, tra cézannismo, cubismo e futurismo (1913-1918), il personale accostamento alla metafisica (1918-1919, il ritorno al reale e alla tradizione (1919-1920, le sperimentazioni degli anni ’20 (1921-1929), l’incisione e la conquista della pittura tonale (1928-1929, la maturazione di un linguaggio tra senso costruttivo e tonale e la variazione dei temi negli anni ’30 (1932-1939), negli anni ’40 (1940-1949, e negli anni ’50, in direzione di una progressiva semplificazione (1950-1959), l’acquerello (1956-1963, infine, la tensione tra astrazione e realtà negli anni conclusivi (1960-1963, in cui è toccata l’essenza della realtà, la sostanza di una ricerca durata tutta una vita.

    Morandi era convinto che “le immagini e i sentimenti suscitati dal mondo visibile, che è un mondo formale” fossero “inesprimibili a parole”. “Il compito è quello di far cadere quei diaframmi”, “quelle immagini convenzionali” che si frappongono tra l’artista e la realtà. Ed è per questo che il suo universo simbolico è costituito da oggetti tra i più comuni, scelti per la loro immutabilità.

    Morandi 1890-1964, è ideata e curata da Maria Cristina Bandera, promossa da Comune di Milano, prodotta da Palazzo Reale, Civita Mostre e Musei e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, in collaborazione con Settore Musei Civici Bologna | Museo Morandi.

  • Feder: a frequentare le vie del bosco di Rogoredo sono ormai i giovanissimi grazie anche a sostanze smerciate 24 ore al giorno a prezzi stracciati

    Ogni mercoledì sera lo si può incontrare al bosco di Rogoredo, il non-luogo di Milano noto alle cronache per essere una piazza di spaccio a cielo aperto e divenuto sinonimo di degrado e solitudini. Lui è Simone Feder, psicologo, da anni impegnato nelle strutture della comunità Casa del Giovane di Pavia dove è coordinatore dell’Area Giovani e dipendenze, che da tempo incontra e si confronta con i tanti giovani, e non, che popolano quell’area, soprattutto quando cala la sera, offrendo loro aiuto e ascolto. Da questa esperienza ha scritto, nel 2020, il libro ‘Alice e le regole del bosco’. Oggi in quello spazio, grazie all’interesse degli abitanti e al lavoro costante di chi vi opera, la situazione è migliorata., ma c’è ancora tanto da fare. Per aiutare il Team Rogoredo, qualche sera fa, è stato organizzato, a Milano, un evento di solidarietà in cui, grazie al passaparola, in tanti hanno incontrato Feder e ascoltato i suoi racconti, i suoi progetti e il suo invito a partecipare tutti attivamente per provare ad arginare un fenomeno solo apparentemente sopito.

    Qual è attualmente la situazione al bosco di Rogoredo?

    L’emergenza si è spostata fisicamente dal bosco di cui siamo abituati a parlare. Quella che non è cambiata e permane è la disperata situazione di vita di molti giovani, sempre più devastati da sostanze e prigionieri di una vita che non lascia scampi né respiro.

    Chi sono gli operatori del Team Rogoredo e quali sono gli interventi che abitualmente svolgete? 

    Come team Rogoredo, di cui fan parte ‘Casa del Giovane’, ‘La Centralina’, ‘Milano sospesa’, ‘Vispe’, ‘Cisom’, ci occupiamo fondamentalmente di aggancio e di accoglienza. Un’accoglienza che non è fatta di porte da aprire, ma di parole da ascoltare e mani da tendere. Il nostro appuntamento fisso del mercoledì sera è volto a creare un primo aggancio con chi abita il bosco, un segnale che possa risvegliare nell’altro il desiderio di riprendere in mano la propria vita. Vuole essere un modo per condurlo con i tempi necessari alla cura e alla presa in carico di un malessere che rischia altrimenti di diventare pervasivo.

    Ricevete appoggio e collaborazione dalle istituzioni e dalle Forze dell’Ordine?

    L’appoggio maggiore e più importante ci arriva soprattutto dalle associazioni che ruotano intorno al bosco e da tutta la gente che ha scelto di avvicinarsi alla nostra realtà. Sono giovani, studenti e lavoratori che, inciampati per qualche motivo nelle richieste di aiuto provenienti dal bosco, decidono di non essere indifferenti e impegnarsi in prima persona ad essere soggetti attivi di una rivoluzione cultuale sempre più necessaria.

    Qual è la fascia di età che maggiormente fa uso di stupefacenti e quanto è facile acquistarli? Sappiamo che i prezzi si sono abbassati e con essi la qualità dei prodotti, se si può usare un’espressione simile…

    Gli ospiti del bosco sono di appartenenze trasversali sia per età che per classe sociale, ormai non esiste più lo stereotipo del dipendente, adulto e appartenente a fasce più povere della società, a cui le narrazioni passate ci hanno abituati. Molti sono ormai i giovanissimi che frequentano le vie del bosco, in un continuo viavai favorito anche da sostanze smerciate 24 ore al giorno a prezzi stracciati. La droga al bosco si acquista con le monetine che facilmente si possono reperire scollettando in stazione.

    Le famiglie, alla fine anch’esse vittime delle droghe, come si relazionano con la vostra realtà? Vi cercano? Propongono di collaborare?

    Riceviamo continue richieste da parte di genitori disperati che ci chiedono notizie dei loro figli dispersi. Sono mamme e papà abbandonati da tutti, che cercano aiuto per strappare i loro cari dai sentieri del bosco, senza neanche sapere se sono ancora vivi.

    Numerose sono anche le famiglie che si avvicinano al mondo del volontariato e con buona volontà ci aiutano e sostengono con donazioni

    Tra i giovani che incontra c’è ancora la speranza di imbattersi in una nuova Alice?

    Nessuno è irrecuperabile, sono profondamente convinto che assolutamente in tutti c’è parte bella nascosta. Certo, sarebbe bello non avere più necessità di incontrare un’altra Alice, sarebbe bello pensare che non esista più nessuna Alice nel bosco che necessita di una mano per essere tirata fuori da quel luogo.

    Dobbiamo però essere pronti ad ascoltare la loro richiesta, anche quando non è espressa, a cogliere i segnali che diano appigli per riaccendere la speranza. Essere in prima persona ‘accoglienza’ e fare il possibile per porci in questa ottica.

    Negli anni scorsi c’è stato molto clamore mediatico attorno al bosco di Rogoredo, poi solo qualche notizia sporadica (e di mezzo il covid) che indurrebbe a far pensare che l’emergenza si sia ridotta, ma sappiamo bene che non è così. Come se lo spiega?

    Nell’ultimo periodo si è ridotto il tam tam mediatico su giornali e televisioni, il disagio fa audience solo se presentato in termini sensazionalistici, atteggiamento da cui siamo sempre rifuggiti, preferendo un diverso tipo di comunicazione.

    Quello che invece è sempre più in aumento è, per fortuna, la risposta di chi desidera aiutarci. Tanti sono i donatori che ci sostengono con forme più diverse, a seconda delle proprie disponibilità.

    Da diversi anni all’interno dei servizi si dice che è ora di cambiare paradigma, noi lo stiamo facendo partendo dal basso, andando incontro alle persone nel nascondimento e con costanza, con il sostegno di molti volontari che ci credono insieme a noi.

    Che aiuto concreto possono dare i cittadini al Team Rogoredo?

    L’aiuto più importante e necessario è quello di aiutarci a diffondere la cultura dell’accoglienza verso il prossimo, generare quella sensibilità necessaria a creare il giusto senso di responsabilità condivisa che è il primo motore di un cambiamento.

    Per il resto prosegue da alcuni anni la nostra iniziativa ‘dona un libro al bosco’, che prevede la raccolta di libri inviati da tutta Italia, con una dedica per i giovani del bosco, che andranno poi a riempire la nostra biblioteca.

    Nell’ultimo anno abbiamo poi iniziato la raccolta di vestiti che, specialmente nei mesi invernali, sono preziosi per combattere il freddo pungente.

    Negli Stati Uniti da qualche tempo è allarme Fentanyl, droga 30 volte più potente dell’eroina che sta uccidendo migliaia di persone. In Italia che rischio corriamo?

    Da diverso tempo al bosco abbiamo le prime avvisaglie dell’arrivo di diverse sostanze, mai viste prima, che danno effetti nuovi tra cui lacerazioni sulla pelle devastanti. Sono sperimentazioni sotto gli occhi di tutti al bosco, costantemente ci imbattiamo in persone preda di sostanze nuove o non sostanze perchè non conosciamo l’eziologia di certi comportamenti e manifestazioni fisiche e non.

    Il mercato si muove anche nel mondo della droga seguendo un’unica logica: risparmiare. Il Fentanyl è più pesante dell’eroina, i suoi effetti sono diverse volte più forti e con una dose piccolissima ottieni già effetti devastanti: è più conveniente per i venditori di morte.

    Lei è conosciuto per il suo impegno nella lotta alle ludopatie. Quanto l’uso, se non compulsivo ma abituale, dei social ha aggravato la situazione?

    Oggi il disagio si esprime attraverso forme sempre più trasversali e variegate. Oltre alle sostanze pensiamo all’azzardo, all’autolesionismo, ai disturbi alimentari… tutte forme di malessere in aumento esponenziale anche nei giovanissimi.

    Sono tentativi di lenire un dolore che è per loro devastante, non ha una risposta e non viene facilmente intercettata.

    Questo ci richiede di rivedere costantemente il nostro essere operatori oggi, ci interroga sulla nostra presenza e sul nostro modo di rispondere ad una sofferenza che rompe gli argini. Il termometro oggi non è cosa usi, ma perchè lo fai. In questo i social sono una potente cassa di risonanza, troppo spesso fuori controllo.

  • Vincent van Gogh. Pittore colto

    Si intitola Vincent van Gogh, Pittore colto la mostra allestita al Mudec di Milano e visitabile fino al 28 gennaio. Prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, promossa dal Comune di Milano-Cultura con il patrocinio dell’Ambasciata e Consolato Generale dei Paesi Bassi in Italia e realizzata in collaborazione con il Museo Kröller-Müller di Otterlo, dal quale provengono ben 40 opere, l’esposizione racconta un van Gogh diverso dai cliché che da sempre lo accompagnano: il maestro dei girasoli, il pittore del manicomio e della pazzia suicida, il solitario artista immerso nella campagna, l’autodidatta senza molti appigli culturali. Il grande artista olandese, infatti, fu molto di più. Fu un intellettuale dai tanti interessi culturali che ha trasmesso nella sua visione di vita e dell’arte.

    Attraverso un percorso allo stesso tempo cronologico e tematico, la mostra propone una inedita lettura delle opere di Van Gogh mettendo in particolare evidenza il rapporto fra la visione pittorica e la profondità della dimensione culturale dell’artista grazie a due temi di grande rilievo: da un lato quello del suo appassionato interesse per i libri e dall’altro la fascinazione per il Giappone.

    Un terzo tema di essenziale importanza per la formazione artistica del pittore fu l’influenza che su di lui ebbe Jean-François Millet.

    Si parte dalla prima fase della vita di Van Gogh, il periodo olandese, alla quale appartengono Le portatrici del fardello, simbolo della fatica e delle sofferenze che segnano la condizione di vita dei poveri e diseredati della società. In questo periodo, infatti, van Gogh è attratto da autori come Michelet e Beecher Stowe la quale, con La capanna dello zio Tom, denuncia la condizione degli schiavi in America. In mostra si possono vedere dei disegni di Van Gogh copie di opere di Millet tra cui il celebre Angelus, gli Zappatori e Il Seminatore. Del periodo di Nuenen, invece, la sua prima grande composizione, I mangiatori di patate.

    Si passa poi al periodo parigino in cui il genio olandese è affascinato dagli impressionisti e neoimpressionisti. Comincia ad adottare una tecnica impressionista e “pointilliste” che si ammira in Natura morta con statuetta e libri. Spicca tra i quadri ‘parigini’ l’Autoritratto.

    In quel periodo Parigi era invasa dal Giapponismo, il fenomeno di fascinazione per il Giappone che ha interessato gran parte degli artisti europei alla fine del XIX secolo e che non risparmiò neppure van Gogh che fu attratto dalle stampe provenienti dal paese del Sol Levante. Esse divennero materia di studio e di ispirazione, oltre che oggetto del suo collezionismo, influenzando la sua produzione artistica degli anni seguenti.

    Da Parigi ad Arles, dove il contatto con la natura dà alla sua pittura un’evoluzione decisiva che è caratterizzata da una straordinaria vitalità cromatica e luminosa. Qui conosce Gaugain con il quale stringe un sodalizio che dura un paio di mesi culminato in una lite dopo la quale Van Gogh si taglia un orecchio. L’artista si rimette dalla crisi e riprende a lavorare, ma poco dopo decide volontariamente di essere internato nell’ospedale psichiatrico di Saint-Paul-de-Mausole vicino Saint-Rémy.  Del periodo trascorso in Provenza in mostra sono esposti paesaggi straordinari come Salici al tramonto, Frutteto circondato da cipressi, La vigna verde, e uno dei ritratti più famosi, quello di Joseph-Michel Ginoux.

    Nell’ospedale di Saint-Rémy Van Gogh è colpito da frequenti crisi allucinatorie, ma nei periodi di relativa tranquillità dipinge scorci del giardino dell’ospedale (come Tronchi d’albero con edera, Pini nel giardino dell’ospedale, Tronchi d’albero nel verde, Pini al tramonto), paesaggi di cipressi e uliveti nei dintorni (come Uliveti con due raccoglitori di olive), meravigliose scene notturne.

    Quando decide di entrare volontariamente nella clinica psichiatrica di Saint-Rémy vuole rileggere tutto di Shakespeare, così chiede a suo fratello Theo di inviargli l’opera completa nell’edizione di Dicks da uno scellino, presentata nell’ultima sezione dell’esposizione milanese, nella vetrina dedicata ai libri.

    La mostra al Mudec ci racconta così, alla fine del suo percorso, la storia di un artista colto, che andava per musei, caratterizzato da un amore sconfinato per la lettura che lo accompagnò per tutta la vita.

  • Le eccellenze pugliesi premiate all’ombra della Madonnina

    venerdì 24 novembre, alle ore 17,30, all’Auditorium Testori (Piazza Città di Lombardia, 1 – Palazzo Regione Lombardia) si svolgerà la XVII Edizione del Premio ‘Ambasciatore di Terra di Puglia’. I premiati di quest’anno saranno Romina Power, cantante e attrice, Salvatore Rossi, economista, Presidente TIM, Paolo Pagliaro, editore radio televisivo, Presidente TELERAMA, Ermanno Leo, medico chirurgo oncologo. Medaglia d’oro al merito della sanità pubblica.

    La serata sarà allietata dal tenore Rodolfo Maria Gordini, dall’Orchestra Berlioz. M. Samuele Mannarino, Kapelmeister M.Gianluca Petagna e dagli AscantI, gruppo di pizzica salentina

    L’edizione 2023 è la continuità di un’iniziativa germogliata dalla volontà di incontrare persone, aziende, enti e istituzioni che per le loro notevoli competenze professionali e artistiche, unite a doti intellettuali, capacità organizzative, profonda umanità, attitudini relazionali nell’arte, nella musica, nello spettacolo, nell’economia hanno valorizzato le culture e l’ingegno delle genti originarie delle Terre di Puglia contribuendo a diffondere un’immagine positiva del Paese Italia oltre i confini nazionali. Il logo ufficiale è una rappresentazione del faro di S. Maria di Leuca (de finibus terrae), luogo di incontro dei due mari pugliesi, vedetta di una terra protesa verso altre terre.

  • Una domanda al Sindaco Sala

    Come si può conciliare l’idea di una Milano sempre più verde, a dimensione umana, fruibile sia da chi ci lavora, ci vive come da chi la frequenta per turismo con i gravissimi ritardi che anche la sua amministrazione, al secondo mandato, non è riuscita a risolvere mentre ad ogni pioggia il Lambro ed il Seveso esondano procurando danni economici immensi ed innumerevoli disagi?

    Forse prima delle piste ciclabili, che non hanno risolto il traffico e spesso lo hanno reso più difficoltoso per tutti, ciclisti compresi, non sarebbe stato necessario pensare a come impedire che metà città rimanesse periodicamente sotto l’acqua e il fango?

    Prima di rifare, per altro malamente, piazzale Lavater, giusto per fare un esempio tra i tanti, non sarebbe stato più saggio, pensando agli abitanti di Milano, occuparsi di realizzare subito le vasche necessarie al contenimento delle acque e tutto quanto, fin dal 1976, si sapeva che serviva per evitare i periodici allagamenti?

    Certo vi sono responsabilità anche delle amministrazioni precedenti ma più errori non fanno una ragione e se altri, che comunque non avevano sposato l’ideologia verde in modo oltranzista, non si sono mossi questa non è una giustificazione per Lei sindaco Sala.

    Così come non esistono giustificazioni per la mancata manutenzione del verde che ha portato al crollo di molti alberi centenari ed al depauperamento dei pochi giardini della città, a partire da quelli di corso Venezia e dei Bastioni.

    Oggi, e da molti anni, i cittadini che abitano in centro, grazie a Lei, devono pagare per entrare a casa propria con una evidente lesione della proprietà e della libertà individuale e gli abitanti di un’altra parte della città devono pagare per i danni subiti dalle inondazioni che si sarebbero potute evitare.

    Mentre si spendono denari pubblici per opere non di immediata urgenza quelle necessarie, da anni, non sono realizzate, la metà del patrimonio immobiliare pubblico è inutilizzabile in attesa di ristrutturazioni che non sono mai fatte come non è stato mai messo in cantiere un piano di edilizia popolare mentre dagli studenti ai lavoratori di alzano proteste per l’impossibilità di trovare alloggi a prezzi accessibili.

    Signor Sindaco pensa veramente di aver fatto il bene di Milano o non piuttosto di qualche gruppo politico ed economico?

  • Una domenica al Duomo

    L’Associazione ‘Conoscere Milano e dintorni’ organizza una visita alla cattedrale del capoluogo meneghino dalla Veneranda Fabbrica alle Terrazze

    Domenica 29 ottobre, alle ore 10.30, con l’Associazione ‘Conoscere Milano e dintorni’ si potrà partecipare alla visita guidata del Duomo.  Si comincerà con un giro in esterno della Cattedrale, dalla facciata ai fianchi, al capocroce meridionale e alla zona absidale, che permette di ricostruirne a ritroso le fasi costruttive.

    Si osserveranno quindi gli elementi architettonici e scultorei del gotico internazionale, ma dal carattere molto lombardo; le parti cinquecentesche, e lo stile neogotico utilizzato nell’800, per completare l’edificio, che appare oggi molto unitario nel suo complesso.

    Attenzione poi puntata sul grande finestrone absidale gotico con, tra le varie sculture, i bassorilievi dell’Annunciazione e dei simboli viscontei, e sul racconto della storia della Veneranda Fabbrica cercando di capire come e da chi è stato costruita la Cattedrale, con le numerose e molto differenti donazioni.

    La visita proseguirà con la salita in ascensore (o a piedi) alle Terrazze per una passeggiata in un bosco di pietra popolato di innumerevoli sculture, tra archi rampanti e guglie dello splendido marmo rosa di Candoglia, trasportato per secoli fino al centro di Milano dalla val d’Ossola attraverso il complesso sistema dei Navigli.

    E per concludere ‘viaggio’ alla scoperta di numerosi animali reali e fantastici (soprattutto nei doccioni o gargoyles)di molti elementi del mondo vegetale e di uomini e santi di tutti i tempi, cui sopra tutti c’è la nostra ‘Madunina’.

    Tutte le informazioni sono disponibili al seguente sito https://www.scopriremilano.it/evento/duomo-terrazze-29-ottobre/

  • In attesa di Giustizia: chicchi di veleno

    Pierfrancesco Pacini Battaglia, “Chicchi” per gli amici…e chi sarà mai? Pochi lo ricordano e probabilmente c’è chi si allieta se questo protagonista della stagione di Mani Pulite sia stato dimenticato e poi se ne sia andato in silenzio, a 89 anni, sebbene quella del silenzio non sia stata per lui una regola sempre rigorosamente rispettata: la sua scomparsa non ha interessato granché le cronache, con l’eccezione inziale – per lui, pisano –   delle testate della Nazione e del Tirreno.

    Certamente fu piuttosto loquace nel 1993 con i magistrati del Pool di Milano ai quali riferì di movimentazioni di denaro degne della finanziaria di uno Stato sovrano effettuate tramite la Karfinco, un istituto di credito ginevrino di sua creazione specializzatosi nel deposito ed amministrazione di fondi neri e mazzette.

    Chicchi Pacini Battaglia, nonostante abbia ricoperto un ruolo di cruciale importanza nel sistema tangentizio, evaporò tanto rapidamente quanto in maniera misteriosa dalla Tangentopoli lombarda, pulito come il sederino di un bimbo e senza neppure subire l’onta di San Vittore, dopo essersi presentato spontaneamente in Procura dove fu trattato in guanti bianchi anche per le condizioni di salute rese critiche da un cuore malandato. “Noi, per farlo parlare mica potevamo picchiarlo” disse poi Davigo di cui è, peraltro, nota preferenza per la moral suasion assicurata dalla galera. Del resto, a quei tempi, confessare era la parola d’ordine per chi sceglieva di avventurarsi con le sue gambe al quarto piano del palazzo di giustizia di Milano.

    Tra le tante cose dette da Pacini Battaglia, che non esitò a scaricare su chiunque altro la colpa per ogni malefatta riconducibile alla gestione della sua banca, permangono inquietanti un paio di affermazioni successive: “si è pagato per uscire da Tangentopoli” e “Di Pietro e Lucibello (l’avvocato, notoriamente molto amico del P.M., da cui fu difeso) mi hanno sbancato…”; nessuno, opportunamente, gli ha mai chiesto conto, di dare una spiegazione a queste frasi e l’argomento è stato trattato alla stregua di una leggenda metropolitana da destinare ad un più rassicurante oblio.

    Voci dal sen fuggite, chicchi di veleno distribuiti in dosi non letali da colui che fu definito “il banchiere che stava un gradino sotto Dio” e che alcuni anni dopo fu arrestato nell’ambito di un’indagine spezzina insieme a Lorenzo Necci, ex A.D. delle Ferrovie dello Stato, ed all’ex parlamentare Danesi: niente indulgenza plenaria e quella volta fu condannato a sei anni di reclusione in parte minima scontati in carcere, graziato nuovamente dalle sue patologie cardiache.

    Ci fu solo un irriducibile segugio, il decano dei cronisti giudiziari milanesi Frank Cimini, il quale ebbe l’ardire di scrivere che Pacini Battaglia, con il suo silenzio a corrente alternata su come erano andati realmente i fatti in quelle indagini, salvò l’immagine della magistratura.

    La madre di tutte le tangenti, così Antonio Di Pietro descrisse in maniera pittoresca la vicenda Enimont nel corso del processo a Sergio Cusani ma, a distanza di trent’anni, l’unica definizione che ragionatamente si può dare è proprio quella di Mani Pulite come la Mater Lacunosa di tutte le inchieste per tutto ciò che ha comportato come conseguenza delle forzature probatorie – non di rado un po’ grossier –  in virtù della supplenza del codice con il cosiddetto “rito ambrosiano” a tacere dello stravolgimento dell’equilibrio tra poteri dello Stato con la subalternità della politica alla magistratura, ai silenzi imbarazzati ed ai mea culpa postumi di alcuni ex P.M., per non parlare dei troppi misteri che accompagnarono quella stagione: dalla pistola con cui Raul Gardini si sarebbe suicidato per poi riporla ordinatamente sul comodino ai presunti conti cifrati in Austria di Di Pietro, al  fascicolo  “Mario Chiesa + Altri” che divenne una specie di contenitore dell’indifferenziata in cui, in maniera volutamente confusa, vennero per anni riversate tutte le investigazioni su oltre 4.500 indagati creando non pochi problemi di accesso agli atti nell’esercizio del diritto di difesa.

    Non c’è stato solo Enzo Tortora a testimoniare in questo Paese più che l’attesa il crepuscolo della Giustizia.

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