Piacenza

  • Dove c’è Banca di Piacenza non c’è desertificazione

    Sono diverse le indagini che indicano come il processo di desertificazione bancaria stia assumendo proporzioni sempre più preoccupanti. A farne le spese è, soprattutto, chi vive e lavora nei comuni più piccoli (anche se il fenomeno coinvolge ormai anche le grandi città). Un’analisi della Fondazione Fiba di First Cisl segnala che il 41% dei comuni italiani è rimasto privo di una presenza bancaria con – nel 2023 – 826 sportelli chiusi rispetto ai 677 dell’anno precedente. I comuni privi di dipendenze sono ora 3.300, con oltre 4 milioni di cittadini rimasti senza sportello. E le previsioni per il 2024 fanno temere una ulteriore accelerazione con altre chiusure, visti i piani d’impresa di molti istituti di credito.

    Il forte sviluppo degli strumenti digitali potrebbe far pensare che gli sportelli bancari siano sempre meno necessari. Ma non è così.

    E’ noto che il fenomeno della desertificazione bancaria costituisce un fattore di marginalizzazione e un impulso indiretto allo spopolamento. Non solo. Una ricerca presentata dal sindacato Uilca è arrivata alla conclusione che la presenza di una filiale in un comune non è importante solo per facilitare il prelievo del contante, ma incide anche sulla propensione agli investimenti.

    In questo scenario meglio si comprende, allora, l’importanza delle banche di territorio. Piacenza, per esempio, rappresenta un’oasi che resiste al “deserto”. Per quale ragione? Come ha più volte sottolineato Cristiana Muscardini dalle colonne di questo settimanale (e la ringraziamo delle citazioni), nella provincia emiliana ormai da 88 anni opera una banca (l’unica veramente locale rimasta) che gli sportelli non li chiude ma li apre.

    La banca di territorio è come la salute – amava ricordare il nostro compianto presidente Sforza Fogliani -, la si apprezza quando non c’è più. La presenza fisica delle banche nei territori facilita l’attività di supporto a famiglie e imprese e ben sappiamo che una delle caratteristiche più apprezzate dai nostri clienti, è quella di non essere considerati dei numeri ma delle persone con le quali ci si conosce e ci si guarda negli occhi. La Banca di Piacenza dimostra di essere vicina a imprese e famiglie con gesti concreti. Per riaffermare il legame con il territorio ha inaugurato nuove filiali in immobili di cui ha acquisito la proprietà, a significare che in un luogo ci va per restarci. E le piccole cerimonie che ogni anno facciamo per ricordare gli anniversari delle aperture delle filiali nei vari comuni (vuoi 50 ma anche 80 anni), sono l’esempio più tangibile del nostro legame con il territorio.

    Le altre chiudono e noi apriamo, dicevamo. Lo abbiamo fatto recentemente a Voghera, Modena, Pavia e Reggio Emilia. Qualcuno potrebbe pensare che queste scelte allentino il nostro legame con Piacenza. Non è così. E’ esattamente il contrario. Abbiamo necessità di migliorare la qualità dei nostri impieghi, e queste nuove piazze ci consentono di raggiungere lo scopo aumentando i profitti a beneficio dei territori di riferimento.

    Il nostro modo di fare banca – con la presenza fisica nei territori – ha positivi riflessi di immagine e reputazione e dà anche buoni ritorni, consentendo all’Istituto di credito di ottenere ottimi risultati. Il Bilancio 2023 approvato di recente dal Consiglio di amministrazione ha chiuso con un utile che ha sfiorato i 30 milioni di euro (29,9), contro i 20,6 dell’anno precedente.

  • Piacenza snodo dei traffici cinesi di sostanze tossiche, denaro contraffatto e prodotti non a norma

    Un 51enne piacentino – Giancarlo Miserotti – già arrestato tempo fa dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Piacenza per falsificazione di moneta si occupava di smistare la droga, Fentanyl, dalla Cina verso l’America mentre metteva in circolo anche euro e franchi svizzeri fasulli.

    Arrestato dalla Finanza insieme ad agenti americani della Dea e della Dcsa italiana, l’uomo, come affermato dal sostituto procuratore Matteo Centini, «usava il darkweb per dialogare con persone in oriente e farsi fornire per posta elementi che riproducevano pezzi di banconote. Poi da casa sua provvedeva a spedire in America il Fentanyl tagliato con Xylazina, un anestetico veterinario che ne protrae gli effetti. Il costo delle materie prime si aggira tra i 3mila e 4mila euro al chilo, ma poi si può produrre un quantitativo enorme di dosi da immettere sul mercato».

    Le attività di indagine, coordinate dal sostituto procuratore Matteo Centini, sono scaturite da una segnalazione pervenuta dall’ufficiale di collegamento della Drug Enforcement Administration (Dea) presso l’Ambasciata degli Stati Uniti a Roma – per il tramite dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (D.C.S.A.), hanno condotto a 7 ordini di arresto a carico di altrettante persone per attività di traffico internazionale di stupefacenti, fabbricazione e immissione, sul mercato, di valuta contraffatta e riciclaggio.
    Gli investigatori hanno scoperto che Miserotti «era anche al vertice di un’organizzazione transnazionale dedita alla fabbricazione e all’immissione sul mercato di valuta (in special modo in franchi svizzeri ed euro sia in monete che in banconote) accuratamente contraffatta, con l’intento di riprodurre anche dollari statunitensi». E hanno appurato altresì che «Piacenza era la sede operativa di questo criminale che grazie alle sue abilità riusciva a mettere in contatto cinesi e americani sul doppio canale della contraffazione e della droga», con riferito dal comandante provinciale della Guardia di finanza di Piacenza, il colonnello Corrado Loero.

    Sempre a Piacenza, i funzionari delle Dogane hanno scoperto un traffico di 6mila scarpe made in China prodotte con sostanze altamente tossiche e cancerogene.

  • Corrado Sforza Fogliani. Un altro grande ci ha lasciato

    Avvocato, scrittore, politico liberale nel senso migliore e completo, marito e padre affettuoso, Presidente della Banca di Piacenza, Corrado Sforza Fogliani è stato anche un brillante uomo di cultura e un attento studioso come dimostrano i molti libri che ha pubblicato.

    Strenuo difensore dell’indipendenza delle banche popolari, nemico dei malefici e tossici derivati che tanto sconquasso hanno provocato in troppi istituti bancari e in molte amministrazioni, il Presidente Sforza Fogliani ha incardinato il suo progetto di banca sul territorio aumentando il prestigio e l’influenza della Banca di Piacenza che, sotto la sua guida, è arrivata ad assicurare servizi chiari ai correntisti anche in tante altre città, fino al centro di Milano.

    Ha avuto molti incarichi di grande prestigio, anche a livello nazionale, molti meriti ed è stato un uomo probo, come ricorda l’on. Tommaso Foti, presidente del gruppo di Fdl alla Camera.

    Nelle occasioni degli incontri che abbiamo avuto in questi anni ne ho ammirato la determinazione, la visione del futuro, l’amore profondo per la sua città, per la banca, per il territorio e le persone, la grande culturale, la sottile ironia e lo scintillio degli occhi.

    Mancherà a tutti il Presidente, ai tanti amici, a coloro che hanno potuto conoscerlo direttamente e a quanti hanno beneficiato della sua correttezza nelle diverse attività come banchiere, vicepresidente dell’ABI, presidente di Assopopolari e delle tante altre che lo hanno visto partecipe attivo e coraggioso fino agli ultimi giorni.

    Ora spetterà a chi resta, a chi da vicino, o da più lontano, condivide il progetto che ha lasciato: economico, politico, culturale ed umano, rendergli onore non solo non dimenticando ma operando nel rispetto del suo esempio.

  • Restituita ai carabinieri la caserma della vergogna a Piacenza

    La caserma dei carabinieri Levante di Piacenza, dove a luglio sono stati arrestati i militari che ne facevano parte perché accusati di spacciare droga e di torturare le persone che fermavano, potrà presto tornare a svolgere il ruolo che le è assegnato.

    Dopo che la procura di Piacenza ne aveva disposto il sequestro, misura inedita per la giustizia italiana, ma necessaria, secondo i pm, per la gravità degli episodi di cui è stata teatro, con la notifica della guardia di finanza al custode del provvedimento di dissequestro, va finalmente verso la riapertura. Non si tratta però di una conseguenza immediata: ancora per alcuni giorni, infatti, continuerà a essere operativa la stazione mobile, allestita dall’Arma con due mezzi proprio davanti all’ingresso della stazione, per non far venire meno il ruolo di presidio del territorio e per reagire alle risultanze dell’inchiesta.
    Non sarebbe dunque stata accolta la richiesta di un difensore di uno degli indagati che aveva proposto di svolgere l’incidente probatorio, per poter fare cioè accertamenti nella caserma alla presenza dei consulenti delle parti. Evidentemente si è ritenuto che fossero sufficienti le verifiche documentali che erano state fatte subito dopo gli arresti. Inoltre non sembrano esserci particolari incertezze sulle violenze commesse, il che renderebbe superfluo l’utilizzo del luminol, la sostanza utilizzata per rilevare tracce invisibili di sangue. Se nella caserma Levante, fra pochi giorni, comincerà una  nuova era, non si ferma però l’inchiesta della procura piacentina, guidata da Grazia Pradella, per fare la massima chiarezza su quanto successo alla Levante nei mesi scorsi: comportamenti illeciti, secondo l’accusa, che si sono manifestati in maniera particolare durante il lockdown, quando la città, una delle più colpite dall’emergenza coronavirus, era in una situazione sanitaria gravissima. Nelle ultime settimane gli inquirenti hanno sentito decine di testimoni per acquisire ulteriori riscontri alle accuse sui militari, che rispondono tra l’altro di spaccio, tortura e estorsione, e in modo da verificare le denunce arrivate dopo l’esecuzione delle misure cautelari di fine luglio, quando la vicenda è diventata nota. Uno degli obiettivi delle indagini è quello di chiarire se, oltre ai carabinieri arrestati, ci sono altri profili di responsabilità nella vicenda di una caserma dove, come ha detto la procuratrice Pradella all’indomani degli arresti, “niente di quello che avveniva era lecito”.

  • Piacenza sempre più in emergenza, escalation contagi

    Sono numeri da incubo quelli di Piacenza rispetto all’emergenza coronavirus. “Siamo la Bergamo emiliana”, scrive nell’editoriale di prima pagina il direttore del quotidiano Libertà, il giornale della città, Pietro Visconti. La “terra di passo”, la provincia emiliano-romagnola più vicina (non solo geograficamente) alla Lombardia, continua a pagare un tributo altissimo, di gran lunga superiore al resto della regione. Oggi (18 marzo n.d.r.) 12 morti che portano il totale a 201 con un’escalation da pelle d’oca: 13 deceduti mercoledì 11 marzo, 15 giovedì, 14 venerdì, 24 sabato, altri 24 domenica, 23 lunedì e 26 ieri. Piacenza piange in sostanza metà delle vittime dell’intera Emilia-Romagna. E c’è perfino chi si è peritato di confrontare questo macabro bollettino, con quello delle vittime piacentine della Grande Guerra che, nel suo anno più tragico, il 1917, fece registrare 33 morti a febbraio e 100 a marzo. Molti gli amministratori pubblici e i sindaci contagiati, compreso il primo cittadino del capoluogo Patrizia Barbieri, mentre l’ultimo della serie è quello di Gossolengo, Gabriele
    Balestrieri. I sindaci, ieri, dopo 25 giorni di battaglia hanno rilanciato l’accorato appello ai cittadini “restate a casa” con una locandina condivisa da tutti e 46 i comuni della provincia e con una frase rubata ai Tre Moschettieri di Dumas: “Tutti per uno e uno per tutti. Uniti noi resistiamo, divisi noi cadiamo”.
    Nel suo ennesimo appello ai cittadini Patrizia Barbieri, che è anche presidente dell’amministrazione provinciale, ha fatto riferimento alle durissime parole pronunciate da un medico dell’ospedale di Piacenza, la dottoressa Raffaella Bertè, che ha definito “farabutti, persone senza cuore, egoisti” coloro i quali continuano a fare la propria vita nonostante divieti e raccomandazioni. Eppure nei giorni scorsi le forze dell’ordine hanno fermato e denunciato altre 38 persone (che vanno ad aggiungersi alle 154 finite nei guai in precedenza) che circolavano senza un giustificato motivo, soprattutto giovani: chi si è radunato per fumare hashish, chi per estemporanei aperitivi, chi (dopo aver scavalcato la recinzione di un impianto sportivo) per giocare a calcetto, senza contare una decina di prostitute in attesa di clienti nel quartiere a luci rosse della Caorsana. Intanto si aspetta la realizzazione di un ospedale da campo nell’area dell’ex Arsenale dell’Esercito, interamente riservato ai contagiati. L’annuncio era stato dato dal commissario regionale alla Sanità, Sergio Venturi nella videoconferenza di lunedì 16 marzo e in base a quanto si è potuto informalmente sapere fino ad ora, i posti-letto saranno circa 40, non tutti di terapia intensiva. Dopo i sopralluoghi è iniziato oggi l’allestimento e la struttura dovrebbe essere pronta entro il prossimo weekend.

     

  • Polizia Piacenza: non aprite casa a sedicenti operatori sanitari.Telefonano millantando la necessità di eseguire tampone

    Sono state segnalate, alla Polizia municipale di Piacenza, telefonate da parte di sedicenti operatori sanitari che millantano la necessità di eseguire, a domicilio, il tampone per la rilevazione del Coronavirus. Dal Comando di via Rogerio arriva l’indicazione di respingere tali proposte e di non lasciar accedere, alla propria abitazione, chiunque si presenti con tale motivazione. “Gli operatori sanitari – ricordano dal Comune di Piacenza – effettuano visite ed eventuali esami a domicilio solo se allertati preventivamente dai cittadini stessi che, attraverso il medico di famiglia, il 118, il numero nazionale 1500 o lo 0523-317979 istituito dall’Azienda Usl di Piacenza, abbiano segnalato sintomi sospetti o la necessità di accertamenti. In nessun caso avviene che siano gli operatori sanitari a contattare, di propria iniziativa, le persone, né telefonicamente né presentandosi alla porta: qualsiasi approccio di questo genere va pertanto respinto, rivolgendosi immediatamente al 113, 112 o allo 0523-7171, per consentire un tempestivo intervento”.

  • Ripensare l’economia: a Piacenza se ne parla con Stefano Zamagna

    Sabato 14 dicembre, alle ore 16, nella Basilica di Santa Maria di Campagna in Piazzale delle Crociate a Piacenza, il Presidente della Pontificia Accademia scienze sociali Stefano Zamagna interverrà all’incontro dal titolo Ripensiamo l’economia con il progetto Assisi 2020. L’accesso sarà riservato solo a chi avrà segnato la sua presenza inviando una mail a relaz.esterne@bancadipiacenza.it o avrà telefonato al numero 0523 542356.

  • Il ‘Codice degli animali da compagnia’ al Pet Festival di Piacenza

    Sabato 19 ottobre, nell’ambito del ‘Pets Festival’ a Piacenza Expo, alle ore 18, presso il  Padiglione 1 (Stand C36 e C37) del Quartiere Fieristico di Piacenza (Fraz. Le Mose, via Tirotti 11), Banca di Piacenza ed Edral – La Tribuna presenteranno il libro Codice degli animali da compagnia scritto da Corrado Sforza Fogliani ed Elena Baio. Gli autori dialogheranno con Vittorio Colombani, responsabile editoriale libri ‘La Tribuna’. Per assistere alla presentazione del volume occorre prenotare un biglietto di ingresso omaggio scrivendo a relaz.esterne@bancadipacenza.it

  • La tragedia dimenticata degli italiani di Crimea

    Lunedì 23 settembre, alle ore 18, nella sala Panini di Palazzo Galli, sede della Banca di Piacenza (via Mazzini, 14 – PC), si svolgerà il convegno Ci siamo anche noi! Gli italiani di Crimea e l’amore per la lingua. La lotta contro l’oblio. All’incontro parteciperanno Giulia Giacchetti Boico, Presidente dell’Associazione ‘Cerkio degli italiani di Crimea’, Elena Giancotto Shiriaeva (da Kerch – Crimea), Maria Ragno (da Yerevan – Armenia). Modera Stefano Mensurati, giornalista di Rai Radio 1, interviene Artemio Enzo Baldini, docente dell’Università di Torino. La partecipazione è libera ma occorre prenotarsi alla mail relaz.esterne@bancadipiacenza o al numero 0523/542356

  • In Val Tidone la 29a edizione del Premio Solidarietà per la Vita S. Maria del Monte

    Domenica 30 giugno, alle ore 18, presso il Santuario di Santa Maria del Monte (Nibbiano-Alta Val Tidone) si svolgerà la 29a edizione del Premio Solidarietà per la Vita S. Maria del Monte in cui il Prefetto di Piacenza, dott. Maurizio Falco, consegnerà l’onorificenza al notaio Giovanna Covati. Il Premio, promosso dalla Banca di Piacenza, verrà consegnato al termine della messa presieduta da S.E. Mons. Antonio Napolioni Vescovo di Cremona.

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