Salone del Mobile

  • Il Salone del Mobile batte tutti i record

    Il clima meteorologico non è stato dei migliori, per usare un eufemismo, ma la Settimana del Salone del Mobile che si è appena conclusa è stata comunque un grande successo.

    Il Salone del mobile conclusosi domenica a Rho fa registrare l’ennesimo record di visitatori. Non quello assoluto – le 434mila presenze in fiera dell’anno scorso – ma quello relativo agli anni dispari. Con le biennali Euroluce e Works 3.0 ma senza bagni e cucine, di maggiore richiamo per il pubblico. Alla fine, gli ingressi contati sono 386mila, quasi 50mila in meno rispetto all’anno scorso, ma 43mila in più rispetto ai 343mila dell’edizione omologa di due anni fa (+12%).

    Secondo i dati diffusi dall’ATM gli ingressi in metrò sarebbero addirittura 400mila in più dell’anno scorso, pari a un aumento del 5% (da 7,9 milioni a 8,3). Il che significa, in sostanza, che quest’anno c’è stato soprattutto un aumento delle presenze in città, tra i distretti che animano il Fuorisalone. Basti pensare che il portale Fuorisalone.it ha stilato un calendario che quest’anno contava ben 1.400 eventi, un numero a cui va ovviamente aggiunto quello degli eventi privati e dei negozi aperti come showroom.

    Il Brera design district ha contato 250mila visitatori, 20mila in più. Difficile invece avere dati unitari da altri distretti come Zona Tortona, data la frammentazione dell’offerta tra le diverse realtà del distretto, meta dei marchi più tecnologici e dell’automotive. Il Superstudio di Gisella Borioli, per esempio, dichiara 90mila spettatori e oltre 2mila giornalisti accreditati.

    Quest’anno l’area Base ha stretto una partnership con Ventura future (il network dei giovani e delle accademie) e ha partorito la rivoluzione del prezzo del biglietto. Anche qui i dati sono incoraggianti: 26mila ticket staccati, per 90mila presenze totali. Continua la crescita per Ventura Centrale, invece, dove i 16 magazzini raccordati allestiti per il Fuorisalone hanno richiamato 68mila visitatori, contro i 55mila dell’anno scorso e i 30mila del 2017.

    All’ Università Statale, dove le installazioni di Interni resteranno allestite ancora fino a venerdì prossimo, si contano 200mila presenze nelle tre diverse sedi di «Human spaces»: 60mila visitatori all’Orto botanico di Brera; 40mila all’Audi city lab all’Arco della Pace (quasi 5mila dei quali solo per il concerto del musicista Ludovico Einaudi); e il restante nella sede principale di via Festa del Perdono.

    La Design week 2019 era un banco di prova importante per la Triennale e il suo Museo del design appena inaugurato. Un test superato brillantemente, visto che sono raddoppiati gli ingressi dello scorso anno per 15.600 visitatori. Un risultato che sale a 45mila ingressi considerando anche le altre mostre in cartellone.

    “Il pubblico internazionale ha apprezzato l’alto profilo culturale delle esposizioni – esulta il presidente Stefano Boeri -. I numeri del museo del design dicono che abbiamo imboccato la strada giusta di un’esposizione permanente e aperta a tutti i visitatori”.

    Anche in Fiera – dove c’erano 2.400 espositori, un terzo stranieri da 43 Paesi e 550 giovani designer del Salone Satellite – si raccoglie un segnale di ottimismo. “Bilancio positivo – assicura il presidente Claudio Luti -. Abbiamo investito sulla qualità e abbiamo dimostrato la nostra voglia di fare sempre meglio. L’obiettivo è continuare a produrre innovazione e a raccontare storie che aumentano il valore del design”. Conferma il presidente di Federlegno-arredo Emanuele Orsini: “Gli imprenditori sanno mettersi in gioco, il Salone è un player fondamentale per lo sviluppo del made in Italy nel mondo”.

    Bene anche lo spin-off cittadino del Salone alla Conca dell’Incoronata, l’installazione Aqua di Marco Balich, con circa 2mila ingressi giornalieri.

  • Il Salone rilancia l’Italia

    Nei giorni in cui l’Italia ancora non sa chi porterà avanti le prossime politiche economiche e occupazionali, una bella iniezione di fiducia arriva dal settore dell’arredamento per tutto il made in Italy. Da più di una settimana è, infatti, terminata un’edizione record per il Salone del Mobile, ormai diventato il più importante evento espositivo italiano, ed è tempo di bilanci ed analisi.

    I numeri del Salone del Mobile, anche quest’anno, sono stati pazzeschi: 434.509 presenze in sei giorni, il 26% in più rispetto all’anno scorso. Da aggiungere le presenze nei vari distretti del Fuorisalone, che hanno confermato come l’evento coinvolga tutta la città e non solo il polo fieristico. Il Salone ormai non è solo una fiera, ma è la più chiara dimostrazione di come il sistema produttivo italiano e la capacità di operare in squadra possano produrre risultati straordinari. L’unicità e l’importanza dell’evento lo rendono l’esempio migliore dell’Italia che funziona, dove industria, lavoratori e istituzioni procedono insieme in nome di un fine comune di sviluppo economico e commerciale; a questo si aggiunge un mondo fatto di creatività, innovazione e cultura.

    La città di Milano è l’assoluta protagonista di questo grande successo. I numeri non possono raccontare quello che la città nei giorni del Salone rappresenta per i milanesi stessi e per tutti i visitatori che la invadono: la città delle opportunità, degli incontri, della creatività e dell’allegria. Milano si candida come città fulcro per il futuro del Paese, in un secolo in cui le città domineranno la scena economica e produttiva e saranno la calamita attrattiva di opportunità, investimenti, aziende e persone. La città dovrà riuscire ad attrarre i grandi capitali e i migliori cervelli, dovrà inoltre riuscire a formare migliaia di studenti e lavoratori e su di essi basare la propria crescita economica.

    Milano e il Salone del Mobile per l’industria italiana rappresentano non solo una bellissima vetrina, ma anche una serie di numeri concreti e in continua crescita. Dietro alla Design week vi è un settore che rappresenta il 5% del Pil e conta ben 79mila imprese. Per Federlegno-Arredo il sistema dell’arredo e del legno vale 41 miliardi di euro (questa stima vale il 2016, il 38% è export). Gli addetti sono ben 320mila, di cui 184mila in capo alle società di capitali. Si tratta di un mondo estremamente variegato, in cui i nomi classici del design italiano come Molteni, Cassina e Kartell reggono la concorrenza di colossi come Ikea, che costituiscono la produzione di massa in questo periodo di globalizzazione. L’industria del mobile italiano è contraddistinta da questa eterogeneità, tanti livelli all’insegna della qualità e della creatività tipica del nostro made in Italy.

    Il problema è che – secondo tanti osservatori – il mobile non è più il luogo della sperimentazione e della frontiera più avanzata. Oggi la portata innovativa del mobile è rappresentata dall’ecodesign e dall’intelligenza artificiale, settori dove l’Italia rischia di arrancare per deficit di infrastrutture. Per continuare ad eccellere si dovranno mettere in atto politiche industriali che favoriscano sempre più gli investimenti, soprattutto delle imprese, dei fondi e dei privati stranieri, che vedono ancora troppo il nostro Paese come il luogo in cui passare splendide vacanze ma non come quello in cui investire e in cui sviluppare il proprio futuro.

    Per tutte queste ragioni, dopo i divertenti e proficui giorni della settimana del Salone del Mobile e del Fuorisalone, occorre iniziare a provare a condurre una riflessione sul design e sul mobile italiano, per far sì che questo settore continui ad intercettare le esigenze dei clienti.

     

     

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