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In attesa di Giustizia: elogio degli avvocati scritto da un avvocato

Sapete da cosa si distingue se di un investimento è stato vittima un cagnolino oppure un avvocato? Nel primo caso vi sono tracce di frenata…

In questa freddura è racchiusa tutta la poca considerazione riservata alla categoria degli avvocati: soggetti causaioli e perditempo, con ciò intendendosi che l’interesse principale coltivato sarebbe quello di creare conflittualità dalla cui esistenza e durata ricavare ricchezza nel sostanziale disinteresse delle reali ragioni dei propri assistiti e con attenzione rivolta solo a quelle “di bottega”.

E’ ben vero che in una categoria professionale che supera le 250.000 unità a livello nazionale è possibile che allignino anche personaggi di pochi scrupoli, scarsamente rispettosi della deontologia e della esigenza di formazione e specializzazione: ogni generalizzazione in questo senso è ingenerosa e come tale andrebbe evitata, purtuttavia è ampiamente diffusa.

L’Organismo Congressuale Forense (del quale i più ignorano esistenza e funzioni), con delibere del gennaio scorso ha indetto la Giornata dell’Orgoglio dell’Avvocatura e della Salvaguardia delle Tutele da svolgersi in due distinti momenti: uno a carattere nazionale per il 16 febbraio e uno a dimensione distrettuale per il giorno 23 dello stesso mese (quest’ultima con contestuale astensione dalle udienze) per informare la comunità sullo stato delle cose nel settore della giustizia e rivendicare e rivendicare i valori della professione forense.

Mi sembra che un momento peggiore non si potesse scegliere per fare una simile iniziativa che, meritevole nelle intenzioni, non pare abbia conseguito i risultati attesi: alzi la mano chi ne ha saputo qualcosa, a dimostrazione che anche una superficiale comunicazione abbia raggiunto i destinatari, cioè i cittadini.

Il momento, inoltre, è da considerarsi  negativo perché collocato nel pieno di una campagna elettorale che è infuocata proprio sul tema della giustizia mostrando allarmanti, ancorché non nuove, derive giustizialiste ed in coda ad una legislatura che ha mostrato una evidente tendenza ad assecondare più che altro istanze di vendetta sociale contro emergenze reali o presunte.

La manifestazione accomunava – inoltre – rivendicazioni di inelegante tipologia sindacale relative al diritto di una giusta remunerazione che, a parere di chi scrive, dovrebbero trovare altrove un momento di dibattito.

Resta il fatto che un contributo, per quanto minimo, alla valorizzazione della categoria sento il dovere di darlo e lo farò con parole che non sono mie citando innanzi tutto l’articolo 24 della Costituzione che declina la possibilità per tutti di agire in giudizio a tutela delle proprie ragioni, l’inviolabilità del diritto di difesa e la possibilità di accedere al servizio/giustizia anche per i non abbienti mediante il patrocinio a spese dello Stato. Quella dell’avvocato è, dunque, una funzione di rango costituzionale.

E aggiungerei il pensiero del grande giurista e membro della Assemblea Costituente Piero Calamandrei: “l’avvocatura, anche nello Stato autoritario, risponde ad un interesse pubblico altrettanto importante quanto quello cui risponde la magistratura: giudici e avvocati sono ugualmente organi della giustizia, sono servitori ugualmente fedeli dello stato che affida loro due momenti inseparabili della stessa funzione”.

Altro non mi sembra sia utile aggiungere: consapevole che non tutti gli iscritti agli Albi rispecchiano questi valori per tutti gli altri che vi si riconoscono e li praticano con sacrificio quotidiano valgano queste mie considerazioni a rivendicare l’orgoglio della Toga.

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