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Gli Stati africani pensano a un loro euro, ma la Nigeria si chiama fuori

Una moneta unica per l’Africa, forse anche digitale, è stata proposta dal presidente sudafricano Cyril Ramaphosa a seguito di una riunione dell’Unione africana in Ruanda, dove 44 Paesi si sono dati appuntamento per firmare il trattato sull’area continentale di libero scambio africana.

«Siamo più che mai determinati ad avere una sola moneta nella regione», ha dichiarato il presidente del Ghana, Nana Akufo-Addo, il quale ha ospitato lo scorso febbraio i capi di Stato africani con i vari governatori delle rispettive Banche centrali. «Vogliamo facilitare il commercio, ridurre i costi delle transazioni e dare una spinta alle attività economiche fra i 15 Paesi membri. Tale politica economica – ha continuato Akufo-Addo – sarà fondamentale per migliorare i livelli di vita di milioni di persone, razionalizzando le diverse istituzioni esistenti e riducendo i criteri economici di convergenza nella regione». Anche il presidente attuale dell’Ecowas (la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale), il togolese Faure Gnassingbé, ha dichiarato di sostenere il progetto. La Nigeria però intanto ha deciso di rimanere fuori dalla ‘zona di libero scambio’ (Zlec) lanciata nel summit nella capitale ruandese, Kigali per eliminare le tasse doganali e aumentare il livello degli scambi intra-africani di circa il 60% entro il 2022. «Avere una moneta unica entro il 2020 potrebbe essere una mossa troppo affrettata», ha affermato uno scettico Godwin Emefiele, governatore della Banca centrale nigeriana.

Attualmente, ci sono oltre 40 valute diverse in Africa e il continente ha dovuto affrontare innumerevoli difficoltà economiche, tra cui la più notevole è stata quella dello Zimbabwe. Da qui l’idea delle valute digitali che sta cominciando a decollare in Africa, con il Sudafrica in testa.

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