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Bruxelles promette aiuti per tenere l’aria pulita e intanto deferisce gli Stati alla Corte di giustizia

Con la comunicazione intitolata “Un’Europa che protegge: aria pulita per tutti”, la Commissione ha illustrato le misure disponibili per aiutare gli Stati membri a contrastare l’inquinamento atmosferico, sottolineando la necessità di intensificare la cooperazione con gli stessi Stati membri. Le misure proposte  si fondano su tre pilastri principali: norme sulla qualità dell’aria; obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni; e norme in materia di emissioni per le principali fonti di inquinamento, ad esempio per le emissioni degli autoveicoli e delle navi e quelle del settore energetico e dell’industria. Per contrastare le emissioni di inquinanti atmosferici generate dal traffico la Commissione rafforzerà ulteriormente la propria collaborazione con le autorità nazionali, regionali e locali per giungere a un approccio comune integrato alla regolamentazione dell’accesso degli autoveicoli alle aree urbane, nel quadro dell’agenda urbana per l’Ue.

La Commissione ha anche deciso di deferire Francia, Germania, Ungheria, Italia, Romania e Regno Unito alla Corte di giustizia dell’Ue, per il mancato rispetto dei valori limite stabiliti per la qualità dell’aria e per aver omesso di prendere misure appropriate per ridurre al minimo i periodi di superamento, e sta inoltre inviando lettere di costituzione in mora complementari a Germania, Italia, Lussemburgo e Regno Unito, per aver violato le norme dell’Ue in materia di omologazione dei veicoli. A Francia, Germania e Regno Unito viene contestato il mancato rispetto dei valori limite per il biossido di azoto (NO2), e l’aver omesso di prendere le misure appropriate per ridurre al minimo i periodi di superamento. Ad Ungheria, Italia e Romania si rimproverano livelli costantemente elevati di particolato (PM10).

Con le lettere di costituzione in mora a Germania, Italia, Lussemburgo e Regno Unito la Commissione chiede invece maggiori informazioni sulle inchieste e i procedimenti giudiziari nazionali relativi a infrazioni già denunciate in tema di protezione dell’ambiente. Per quanto attiene l’Italia, nel maggio 2017 la Commissione ha avviato una procedura di infrazione per il mancato adempimento degli obblighi derivanti dalla normativa dell’Ue in materia di omologazione dei veicoli da parte di Fiat Chrysler Automobiles. Nel frattempo, l’Italia ha adottato misure correttive ordinando al gruppo Fiat Chrysler Automobiles di effettuare un richiamo obbligatorio nell’Unione europea. Oggi, nel quadro dell’attuale scambio, la Commissione richiede informazioni supplementari sulle concrete misure correttive adottate e le sanzioni applicate. Un’ulteriore lettera di costituzione in mora costituisce una richiesta di informazioni ufficiale. I destinatari dispongono ora di due mesi di tempo per replicare alle argomentazioni addotte dalla Commissione; in caso contrario, la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato.

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