Attualità

Le mani della criminalità sul traffico di animali

Ancora una volta i maggiori quotidiani italiani attirano la nostra attenzione sul problema, sempre in espansione, delle truffe sugli animali da compagnia. Cuccioli comperati nei paesi dell’Est per poche decine di euro e venduti, dopo viaggi tragici nei quali molti esemplari moriranno, a centinaia di euro, privi di vaccinazioni e di regolari certificati veterinari. Ed ancora animali allevati ed importati per le lotte clandestine, con un giro milionario di scommesse e guadagni esponenziali per la criminalità organizzata che ormai gestisce anche prezzolati e corrotti giudici di gara che assegnano brevetti falsi ad animali che saranno venduti carissimi in paesi extraeuropei nei quali improvvisamente il cane è diventato uno status symbol e comunque è necessario per compiti di vigilanza e sicurezza. Il business criminale è sempre più vasto come sempre più vasta è la ricchezza accumulata da chi gestisce traffici illeciti e sanguinosi combattimenti. Chissà se il Governo vorrà dare attenzione anche a questa piaga visto che non si tratta solo di difendere gli animali o di impedire che cittadini ignari siano truffati, ma di abbattere un racket sempre più forte che, aumentando le proprie disponibilità economiche, aumenta il proprio peso e potere nella società.

Molti animali con falsi brevetti sono mandati in Cina dov’è in continuo aumento la richiesta di animali di pregio, specie cani e gatti. In Cina, dove tutt’ora si celebra la disgustosa e criminale fiera di Yulin, nella quale si uccidono e mangiano decine di migliaia di cani, si registra un forte aumento di richieste di animali da compagnia ed il nuovo business se da un lato fa sperare in una rivolta popolare per eliminare la fiera e qualunque menù nel quale compaia carne di cane preoccupa per altri aspetti, quali l’impreparazione ad accudire un animale e la folle idea di tramutarlo in un giocattolo, come dimostrano i cani colorati e toelettati per sembrare panda, o i gatti tenuti dentro una boccia di vetro.

In sintesi c’è ancora veramente molto da fare se in Cina, come negli Stati Uniti, si pensa a verniciare le unghie dei cani o a comperare collari con gli strass e nel frattempo non ci si occupa dei cani mangiati o usati per combattimenti mortali o tenuti come nelle perreras dove l’unica speranza sembra la morte.

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