Attualità

Lo sviluppo sostenibile

Non passa giorno in cui politici ed economisti, come qualsiasi “esperto” dei più disparati settori non faccia un appello alla necessità di virare verso uno sviluppo sostenibile. Un concetto tanto condivisibile quanto nebuloso nella sua stessa definizione quindi soggetto ad interpretazioni contrastanti.

Per quanto riguarda il settore industriale ed in particolare quello al quale sono vicino, come il tessile abbigliamento, risulta evidente che la sostenibilità possa venire intesa per esempio nelle filature attraverso  un minore consumo di acqua. Una  direzione verso la quale il distretto di Biella è impegnato da anni peraltro.

Il continuo richiamo però al semplice concetto di sostenibilità lo trovo francamente riduttivo in quanto la sostenibilità rappresenta un aspetto della filiera italiana e quindi nel concetto di tutela della filiera e del made in Italy e andrebbe integrato per contribuire ad un discorso più complessivo. In altre parole si pone grande attenzione ad un parametro (il concetto di sostenibilità) quando risulterebbe maggiormente opportuno dare il giusto valore al concetto di insieme che comprende anche la sostenibilità: il made in Italy.

L’idea di sostenibilità poi viene molto spesso, e probabilmente troppo spesso, utilizzata anche per il settore della movimentazione delle persone come delle merci.

In particolare negli ultimi anni ha ottenuto una grandissima enfasi lo sviluppo delle auto elettriche vendute come auto ad impatto Zero (quando invece il ciclo di produzione delle batterie risulta il più inquinante) e di conseguenza preferibili ai motori a combustione interna, specialmente quelli Diesel che notoriamente invece risultano i meno inquinanti del mondo.

Inserendo questa semplice rilevazione nel contesto generale si ricorda come da anni ormai il mese di luglio ed agosto rappresentino i mesi con il picco assoluto di consumo di energia elettrica attribuibile all’utilizzo dei condizionatori. I blackout che si susseguono in tutte le città, o meglio in parecchie zone di molte città, successivamente nascono dall’incapacità della rete elettrica di sostenere questo aggravio di consumi elettrici.

Sarebbe simpatico ed istruttivo capire e comprendere come la medesima rete elettrica potrebbe sostenere anche la eventuale ricarica delle batterie delle automobili durante i mesi di agosto e di luglio se già non riesce a sostenere quella dei condizionatori.

A questa domanda se ne dovrebbe aggiungere una seconda molto semplice relativa sempre al  concetto di sostenibilità. Partendo dal dato acclarato che la produzione di energia rappresenta la prima fonte di inquinamento in Italia, nel momento in cui con le auto elettriche dovessimo richiedere un ulteriore aumento della produzione di energia inevitabilmente aumenterebbe l’inquinamento per la produzione dell’energia aggiuntiva annullando di fatto il vantaggio di utilizzare le auto elettriche.

Due semplici esempi per dimostrare come la sostenibilità e soprattutto lo sviluppo economico sostenibile devono indicare una direzione verso la quale muoversi ma che deve sempre comprendere una valutazione complessiva dell’impatto ambientale e non solo l’ultimo anello di una filiera.

La medesima mancanza di visione strategica che la classe politica e dirigente italiana ebbe negli anni 60-70 quando in un modo altrettanto miope abbandonò le filovie nel trasporto urbano a favore dei pullman a gasolio. Adesso si ripropone la stessa miopia che ripropone la medesima decisione per l’utenza privata non comprendendo l’impatto devastante relativo alla produzione di energia aggiuntiva necessaria a sostenere la nuova utenza automobilistica.

In altre parole la sostenibilità risulta un concetto complesso ed articolato che necessita di un approccio non semplicistico come da troppi anni assistiamo in Italia ed in Europa. Così come viene pensato ed utilizzato il solo concetto di sostenibilità non è sufficiente in quanto non viene considerato all’interno di un articolato  processo produttivo complesso ma come semplice caratteristica di una unica fase dello stesso.

La sostenibilità dovrebbe diventare invece l’elemento qualificante di un intero processo produttivo inserito in una filiera come per il made in Italy.

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