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Si gioca in Cina l’avvenire dell’automobile elettrica?

Previste 2 milioni di vendite nel 2020, 7 milioni nel 2025 e 16 milioni nel 2030

In dieci anni la Cina è riuscita a creare una catena di fabbricazione e di utilizzo di veicoli elettrici e potrebbe diventare il leader mondiale. Considerato il volume delle vendite e del potenziale di mercato, la Cina potrebbe accelerare la conversione del resto del mondo alla mobilità elettrica.

Nel 2009 non produceva che un numero minimo di vetture elettriche. E nel 2018 ne produrrà più di un milione, aggiudicandosi così una buona metà delle vendite mondiali. Nello spazio di un decennio la Cina è riuscita a creare dal nulla una filiera industriale il cui spettacolare sviluppo potrebbe rimescolare le carte del mercato mondiale dell’automobile. Tanto più che i cinesi non nascondono le loro ambizioni: 2 milioni di veicoli elettrici venduti nel 2020, 7 milioni nel 2025 e 16 milioni nel 2030.

Un ecosistema è spuntato dal nulla, interamente teso verso l’emergenza di campioni nazionali, perché se la diffusione del veicolo elettrico deve contribuire a disinquinare le città e a ridurre la dipendenza dalle importazioni di idrocarburi, essa tende soprattutto, secondo i dirigenti, a far nascere una nuova filiera industriale, con l’ambizione di diventarne leader mondiali. La mobilità elettrica, che rimette tutti i costruttori su di un piede d’uguaglianza, offre di fatto alla Cina l’occasione di prendere una scorciatoia tecnologica, creando un intoppo al termico. Già forte nel settore delle batterie, la Cina può permettersi oggi una svolta strategica: fine dell’obbligo dei partenariati locali per le società occidentali, abbassamento delle tasse all’importazione, arresto dei programmi di sovvenzione all’acquisto di vetture elettriche, fissazione di quote di produzione di vetture elettriche, riduzione delle barriere doganali. Ma sotto l’apparenza di un’apertura al mercato, c’è lo stesso spirito di conquista che è all’opera.  Questo spirito farà nascere il prossimo gigante mondiale dell’industria automobilistica? Comunque sia, tenuto conto del gigantismo del mercato interno, la politica cinese in materia potrebbe costringere i costruttori occidentali a rivedere il loro posizionamento, prima sul mercato cinese e senza dubbio, a termine, sullo scacchiere mondiale.

Fonte: France Strategie del 28.09.2018

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