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Le dimissioni in Francia del ministro degli interni

Sono importanti perché vanno al di là di una pura uscita dal governo

Della Francia, della sua scristianizzazione e dell’avanzata del radicalismo islamico abbiamo parlato a più riprese negli ultimi due anni, sempre per denunciare un arretramento e per sottolineare le omissioni dei dirigenti politici e degli uomini di cultura nei confronti di una situazione di declino rispetto ai traguardi tradizionali della civiltà francese, che poi era la civiltà occidentale. Ora, quasi a confermare la decadenza denunciata, ci troviamo di fronte alle dimissioni del ministro degli Interni, Gerard Collomb, sindaco di Lione per 17 anni, riconosciuto come un socialista saggio e moderato, coi piedi ben piantati per terra e poco incline ai richiami dell’ideologia. E’ stato un paladino della riuscita di Macron, l’ha immaginata e realizzata ed ora se ne è andato sbattendo la porta. La stampa, come al solito, ha voluto vedere in questo gesto la velleità di una nuova carriera, ma la scelta di Collomb è legata alla riconosciuta impossibilità da parte sua di lavorare come la situazione drammatica dell’ordine pubblico e della sicurezza richiederebbero, come egli vorrebbe per far fronte ai disastri dell’immigrazione e delle famose no go zones, nella quali di fatto non vigono più le leggi della Repubblica, ma quelle del più forte, dell’estremismo islamico, dei trafficanti di droga, della criminalità organizzata. Nel suo discorso d’addio, il ministro ha definitivamente squarciato il velo d’ipocrisia sulla faccenda. Finora non se ne era parlato e quando uno scrittore, Michel Houellebecq,  l’ha fatto con un romanzo è stato condannato dall’opinione imperante e dai gestori del pensiero “politicamente corretto”. Era da tempo che denunciava al governo a al Presidente la gravità della situazione e la necessità di interventi urgenti per garantire la sicurezza di interi quartieri e di intere aree del Paese abbandonate a islamici, spacciatori e criminali. E’ rimasto inascoltato e si è continuata la politica del silenzio e del lasciar fare. La situazione delle enormi aree degradate ed abbandonate alla “giurisdizione” islamica, però, gli è scoppiata tra le mani. E si è rivolto a Macron: “Signor Primo Ministro, ho un messaggio da trasmettere – sono andato in tutti questi quartieri], da quelli settentrionali di Marsiglia, da Mirail a Tolosa, fino Corbeil, Aulnay, Sevran (la cintura parigina) – la situazione è eccessivamente degradata e l’espressione “riconquista repubblicana” è particolarmente esemplificativa, perché oggi, in queste aree, è la legge del più forte che si è imposta: quella dei narcotrafficanti e degli islamici che ha preso il posto di quella della Repubblica. Dobbiamo ancora dare sicurezza a questi quartieri, ma credo che sia essenziale cambiarli radicalmente. Sono dei ghetti». Sono dichiarazioni del ministro, rimasto inascoltato. Ha squarciato il silenzio, è venuto meno al politicamente corretto. E’ stato onesto con la Repubblica e con sé stesso. Ed ha portato allo scoperto una situazione insostenibile. Il diritto d’asilo e l’immigrazione vanno fermati, “la situazione è già ingestibile”. Collomb ha parlato di “riconquista”; ha ammesso che la Francia è stata colonizzata, in parte, dall’islam. La legge francese è stata soppiantata dalla Shari’ah in un processo che è durato trent’anni. “Perché le autorità si sono arrese? – si domanda il ministro dimissionario. “Perché il contesto ideologico ha prevalso per troppo tempo, soprattutto nella scuola postmoderna, che ha fatto sì che la cultura delle scuse ai nuovi arrivati diventasse una procedura ufficiosa, La scuola francese è almeno dagli anni ’80 che si è fatta maestra di comprensione verso l’islam. Pensando in questo modo di comprare la pace sociale, s’è fatta complice della catastrofe attuale, da un lato non difendendo i principi della propria civiltà, dall’altro accettando vicende come, per esempio, quella di Creil. Dove nel 1989 le associazioni islamiche si misero a pagare le famiglie islamiche in Francia perché le loro figlie indossassero il velo in classe, allo scopo di tracciare una linea di demarcazione tra due culture che non possono interagire. Il suprematismo islamico è così iniziato con la colonizzazione anzitutto della scuola. Lo dice Collomb e comincia a dirlo, finalmente, anche la stampa, una certa parte della stampa. La “società inclusiva”, tanto propagandata dagli intellettuali e da una maggioranza politica, ha finito con espellere la civiltà occidentale dalla Francia. A farne le spese saranno i diritti delle donne. La stampa intanto comincia a raccontare la Francia a partire dall’immagine dei “territori perduti”, senza lasciarsi scappare l’occasione di dire tutto sull’affanno di un governo che ha perso il controllo in casa propria. Già, e dov’era la stampa quando tutto questo stava per accadere? Non ha visto? Non se n’è accorta? Ecco perché queste dimissioni di Collomb sono importanti e travalicano il puro gesto di uscire dal governo. Sono la denuncia ufficiale di una tragica e desolata situazione, sono un velo squarciato sull’ipocrisia ufficiale.

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