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Sperperi e incongruenze delle Regioni

La Regione Emilia Romagna, unica regione del nord ad avere proibito in città la circolazione dei diesel euro 4, a fronte delle tante proteste di sindaci, lavoratori e cittadini, si è adeguata alle altre regioni per le quali il divieto di circolazione arriva all’euro 3. Per qualche giorno decine di migliaia di abitanti in Emilia Romagna hanno avuto interdetto l’utilizzo della loro macchina e gli abitanti delle altre regioni del nord, possessori di diesel euro 4, non hanno potuto venire a lavorare in Emilia Romagna. Come fa una nazione, governata attualmente da un governo sovranista, ad accettare così gravi differenze e penalizzazioni di suoi cittadini, dovute solo al fatto di abitare in una regione invece che in un altra?

Le incongruenze del sistema regione, in  Italia, sono note da anni, dagli scandali economici alle inadempienze ed anche in questi giorni i dati sui costi dei dispositivi  sanitari per il diabete dimostrano come questo sistema non funzioni, con buona pace delle sempre più forti autonomie da sempre invocate dalla Lega. Solo per il diabete si parla di uno sperpero di 215 milioni mentre se si affronta il problema complessivamente si arriva ad un miliardo di euro sprecato per acquisti ingiustamente onerosi in alcune regioni. Un miliardo che potrebbe tramutassi, se fossero state applicate, e si applicassero ora, le norme contenute nel decreto salva Italia, varato nel 2011, in una nuova opportunità. Infatti le regioni e il paese con il risparmio di un miliardo, avrebbero la possibilità, finalmente, di dare ascolto alle tante necessità inevase del nostro sistema sanitario. Pensiamo alle lunghe permanenze nei pronto soccorsi, per mancanza di spazio e di medici, alle attese infinite per esami salva vita, con la conseguenza che spesso, quando sono finalmente eseguiti, la malattia è andata troppo avanti per essere fermata. Pensiamo a strumenti diagnostici che, se si assumesse il personale medico e tecnico necessario, potrebbero funzionare a pieno ritmo almeno per 12/18 ore al giorno, pensiamo ai macchinari abbandonati negli scantinati, agli ospedali ultimati e non utilizzati, ai pazienti di alcune regioni del sud che devono portarsi da casa quanto manca in ospedale, pensiamo alle tante persone che negli ultimi anni hanno dovuto rinunciare a curarsi per i costi troppo alti di ticket, di interventi e visite non contemplati dal servizio sanitario. Pensiamo, con crescente preoccupazione, all’allarme da tempo lanciato per la penuria di medici a fronte dei tanti che nei prossimi anni andranno in pensione ed alla consolidata mancanza di tecnici di radiologia ed infermieri.

Non basta parlare di tagli, come in alcune occasioni ha dichiarato Salvini, bisogna dire che saranno gli sprechi, e quali sprechi, ad essere eliminati per far funzionare meglio la sanità e dare le giuste attenzioni ai malati, specie a quelli che non possono rivolgersi a strutture a pagamento. Bisogna mettere mano al sistema regioni perché il diritto all’autonomia non può tramutarsi nel diritto a rendere diversi gli italiani o a sperperare i soldi dei contribuenti.

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