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Gli istituti bancari abbandonano i distretti industriali massima espressione contemporanea del Made in Italy

Il sistema dei distretti industriali rappresenta la formula vincente per l’unione tra capitale industriale ed umano la cui visione è proiettata ai mercati internazionali (market oriented), e quindi premiano la felice sintesi di know how industriale e umano rendendo il prodotto finale espressione della sintesi culturale attuale del nostro Paese. Questi asset industriali complessi ed articolati, per rimanere in linea con le sfide della globalizzazione, ovviamente necessitano del supporto di una pubblica amministrazione efficiente e veloce ma soprattutto di un sistema creditizio che fornisca gli strumenti finanziari necessari a supportare gli investimenti con il fine di mantenere il livello “premium” dei prodotti espressione degli stessi distretti.

Da una recente ricerca della First Cisl (sindacato dei lavoratori del sistema bancario e finanziario) emerge come dalla esplosione della crisi del 2008 mediamente i distretti industriali paghino una diminuzione degli sportelli bancari operanti nel territorio del 20%, con una parallela diminuzione del credito del 18% a fronte, viceversa, di un aumento dei depositi del 32%.

In termini generali questi dati dimostrano come il sistema bancario stia sostanzialmente tradendo la propria funzione istituzionale in quanto a fronte di un aumento del depositi non solo non  corrisponda un aumento dei finanziamenti agli operatori del distretto ma addirittura si debba registrare una diminuzione degli affidamenti. Questa politica del sistema bancario è così l’ulteriore conferma della criticità nel suo complesso in quanto, parallelamente alla crescita dei depositi, viene avviata una politica di dismissioni immobiliari che testimonia come la crisi strutturale dell’intero sistema sia molto lontana dalla propria soluzione.

Tornando ai numeri, espressione di questa politica di abbandono nel distretto dell’occhialeria di Belluno in testa alla classifica per redditività assieme al distretto del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene e del prosciutto di Parma, si registrano per il primo una calo del -25% delle filiali bancarie mentre per il secondo del -34% ed il terzo del -16%. Parallelamente si riscontrano diminuzioni dei finanziamenti al sistema industriale distrettuale del -13% in riferimento al distretto di Parma ma che arrivano a picchi del -42% a Longarone (vera culla dell’occhialeria bellunese) del -33%  a Pieve di Cadore (sempre provincia di Belluno distretto dell’occhialeria) fino a -31% nel distretto del prosecco di Valdobbiadene.

Nei distretti del Tessile Abbigliamento di Prato e Carpi le chiusure di filiali arrivano al -29 % e -20% rispettivamente, mentre per i distretti dell’oro come Vicenza, anche a causa della implosione  della Popolare di Vicenza, si registra un calo di filiali del -25% mentre i prestiti segnano un preoccupante -29%. Risultati, del resto, simili all’altro distretto orafo di Arezzo, colpito dalla crisi di banca Etruria con calo delle filiali del -19% e degli affidamenti del -24%.

Infine il distretto conciario del vicentino evidenza una calo delle filiali del -26% e dei finanziamenti del -23%.

Quindi ribadendo la funzione centrale del sistema bancario, espressione di un sistema creditizio da sempre istituzionalmente finalizzato al sostegno del  sistema economico e produttivo, quale futuro si potrà mai avviare se il sistema creditizio abbandona il settore industriale ed in particolare le eccellenze dei distretti dell’occhialeria, del tessile abbigliamento e dell’agroalimentare.

E’ evidente come il sistema bancario italiano sia ormai scollegato completamente dalla realtà oggettiva di un sistema economico industriale perennemente in competizione nel mercato globale.

Da sempre il tessuto connettivo dell’impresa nel suo articolato complesso viene rappresentato dal sistema creditizio il quale agevola le operazioni di investimento e sconta crediti a medio e lungo termine. Sembra incredibile come di fronte ad una situazione del genere, che vede i principali istituti bancari italiani impegnati in operazioni di dismissione immobiliare confermative di una crisi di sistema, nessuna attenzione maggiore venga dimostrata da parte delle autorità politiche ed economiche.

Parallelamente alla valutazione della crisi bancaria si dovrebbe affiancare un sistema normativo  statale che potesse supportare le filiere produttive italiane, le uniche che possano assicurare occupazione e retribuzione di medio ad alto livello. Il mancato supporto del sistema bancario alle eccellenze dei distretti industriali dimostra la necessità di affrontare il tema del sostegno creditizio  alla crescita proprio alla luce dei dati emersi dalla ricerca presentata. Un approccio che risulti  espressione di un’impostazione innovativa esattamente come quando si passò dal sistema bancario pubblico a quello privato, con il fine quindi di delineare il nuovo perimetro operativo di un sistema creditizio ideato e realizzato per le reali esigenze del mondo industriale ed imprenditoriale dei distretti.

Non esiste futuro industriale ed economico per una nazione senza un adeguato sistema bancario sintonizzato con le reali esigenze, nello specifico dei distretti industriali italiani, massima  espressione contemporanea del Made in Italy.

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