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Giornali sempre più in crisi, mentre la tv va bene. L’online è il canale prediletto per fare pubblicità

Il settore dei media, nel quinquennio 2013–2017, ha visto il comparto televisivo aumentare i ricavi delle principali imprese di oltre 300 milioni di euro e il settore editoria contrarsi complessivamente di oltre 900 milioni (-17,7%), secondo quanto rilevato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni nel focus bilanci 2013–2017. L’Osservatorio Fcp-Assointernet (Fcp-Federazione Concessionarie Pubblicità rileva invece, a novembre, che la pubblicità online è cresciuta dell’8,7% rispetto allo stesso mese del 2017. «Il fatturato pubblicitario monitorato dall’Osservatorio FCP-Assointernet relativo al mese di novembre registra un sensibile incremento rispetto all’anno precedente con un +8,7%, risultato rilevante trattandosi del mese col fatturato maggiore dell’anno con 52,8 milioni di euro. Il dato progressivo si porta a circa 424 milioni, con un +5,0% e 20 milioni in più rispetto al 2017. Anche la componente Smartphone nel mese mette a segno il miglior risultato del 2018, portando il fatturato progressivo a circa 107 milioni, con un +32,4% di crescita percentuale» ha sottolineato il presidente di Fcp-Assointernet, Giorgio Galantis.

Nel dettaglio dell’analisi dell’Agcom, invece, l’aumento dei ricavi delle tv è riconducibile sia all’aumento degli introiti derivanti dai servizi televisivi a pagamento (+107 milioni dal 2013 al 2017), sia a quello degli introiti pubblicitari (150 milioni circa). Per il comparto dell’editoria, la quota di ricavi ottenuti in Italia è pari a circa 3,6 miliardi di euro nel 2017, in riduzione del 17,6% (-760 milioni): la flessione non si è arrestata nemmeno lo scorso anno e, su base annua, è stata pari a circa il 6,5%, sia a livello complessivo sia domestico. Gli effetti della crisi dell’editoria cartacea sull’occupazione sono stati considerevoli: tra il 2013 e il 2017 le imprese hanno ridotto gli organici del 16%, pari a 2.500 unità: il numero di addetti nel 2017 è pari a 13.200 unità rispetto alle 15.700 del 2013; su base annua la flessione nel 2017 è stata del 4,4%, con una perdita di circa 600 addetti. Positivo infine l’andamento del settore operatori di rete e gestori di infrastrutture di radiodiffusione: i cui ricavi si sono attestati a poco meno di 1,4 miliardi. Il risultato d’esercizio medio del settore mostra il livello più elevato tra tutti quelli osservabili nei mercati analizzati (16,1% nel periodo), passando tra il 2015 e il 2017 da 150 a oltre 300 milioni di utile netto.

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