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Il Kenya costruisce barche con plastica riciclata

In Kenya è stato costruito il primo dhow (la tradizionale imbarcazione dell’Africa orientale a vela araba triangolare) fatto interamente di plastica riciclata. Volontari ambientalisti kenioti hanno raccolto a Nairobi, Mombasa e Malindi e sulle spiagge di Lamu bottiglie di pet, soprattutto, ma anche 30mila ciabatte infradito e, con le tavole colorate gialle, rosse, blu, bianche e verdi ricavate da 10 tonnellate di scarti, dopo 3 anni di lavoro hanno varato un veliero dallo scafo arlecchino. Nome: Flipflopi (infradito in inglese). Missione: navigare nell’oceano tra il Kenya e Zanzibar (500 chilometri) per rendere più sensibile la gente al problema dell’inquinamento da plastica e al riciclo dei rifiuti.

Secondo l’Onu, dagli anni Cinquanta sul nostro pianeta sono stati prodotti 8,3 miliardi di tonnellate di plastica. Un decimo è stato riutilizzato, un altro decimo incenerito: quasi l’80% è finito nelle discariche e nei mari. Secondo l’università di Berna, il danno economico annuo all’ecosistema marino è di 12,5 miliardi di euro, quanto il Pil dell’Islanda. In Africa la produzione di rifiuti passerà dai 125 milioni di tonnellate l’anno attuali al doppio entro il 2025, ma molti Paesi sono già attivi nel campo del riciclo, della plastica in particolare: il Sud Africa, l’economia più ricca del continente, ha già più di 200 aziende operative. Il Kenya ne ha molte di meno ma vuole recuperare: nel 2017 ha introdotto una delle leggi anti-sacchetti più dure al mondo. Le bottiglie di plastica continuano a essere gettate ovunque, ai bordi delle strade come nei corsi d’acqua. L’organizzazione nonprofit Petco, sede a Nairobi, ha lanciato da pochi mesi una grande iniziativa di raccolta. Per il 2019 l’obiettivo è 5.900 tonnellate di bottiglie di plastica: il 30% dei rifiuti in pet del Kenya. Una campagna sostenuta da grandi marchi presenti nel Paese, da Coca-Cola a Unilever. 

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