In EvidenzaPolitica

Pupi senza puparo

Ascoltando le ultime dichiarazioni dei capi dei partiti al governo non possiamo cancellare l’immagine dei pupi che si confrontano, duellando, nei teatrini. Ma se ci sono i pupi dovrebbe esserci un puparo, chi muove i fili, chi consiglia, seduce, convince, eccita, chi trova giovamento dalla deriva di una politica che trova scopo e progetto solo nella conta dei voti alla fine di questa dissennata campagna elettorale, che dura da mesi e che lascerà sul campo, comunque vada, una vittima illustre: l’Italia ed i suoi abitanti.

Scontri sempre più duri e avvelenati ma, per quanto si rivolgano reciproche accuse, chi è al governo, Presidente del Consiglio compreso, con il suo aplomb da grandi magazzini, condivide responsabilità pesanti: il debito è in continua crescita, le infiltrazioni malavitose, anche nel nord, locomotiva economica del Paese, non sono state contrastate, nessuna nuova proposta né per abbassare le tasse, né per diminuire l’elefantiaca burocrazia che affossa ogni iniziativa, né per far ripartire, con la necessaria sicurezza, i cantieri fermi da anni, né per contrastare l’evasione fiscale, né  per bonificare un territorio che, anche con le nuove esondazioni, testimonia un degrado di anni.

Al reddito di cittadinanza non sono state affiancate proposte  serie per far ripartire il lavoro, sarebbe bastato rifare il sistema idrico italiano e mettere in sicurezza le scuole fatiscenti per creare decine di migliaia di posti di lavoro in diversi settori. Ai porti chiusi di imperio non si sono affiancate politiche per contrastare, alla fonte, l’immigrazione di migliaia di disperati né politiche e misure per evitare che altre decine di migliaia di persone, già sul nostro territorio da tempo, siano sfruttate o vivano in condizioni disumane o siano materiale umano affidato, di fatto, alle organizzazioni criminali. Nulla si è fatto per dare regole certe a chi arriva sul suolo italiano e nulla si è fatto per trovare accordi politici con il resto  d’Europa, si è urlato, minacciato e ci siamo resi  una volta di più poco credibili ed affidabili.
C’é un puparo? Speriamo di sì, un puparo si può cercare, trovare, combattere ma se non c’è, se tutti sono autonomi nella loro dissennata corsa al voto, a prescindere dalle necessità della gente, se la povertà intellettuale ed umana è così forte ormai da aver coinvolto non solo chi governa ma anche chi dovrebbe essere  all’opposizione, se il Dio del potere e dell’arroganza, dell’autoreferenzialità e della prosopopea è ormai divenuto così potente da obnubilare le menti ed i cuori di chi dovrebbe servire il Paese, sia in maggioranza o che all’opposizione, è arrivato il tempo, nel rispetto della Costituzione, di dare vita ad una nuova resistenza.

Mostra altro

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio