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Manifesto dei bambini italiani

Elezioni europee del 26 maggio e bambini in ostaggio in Germania!

Lo Sportello Jugendamt dell’Ass. C.S.IN. Onlus, in collaborazione con l’Associazione Enfants Otages, CHIEDE ai CANDIDATI alle elezioni europee del 26 maggio di IMPEGNARSI PUBBLICAMENTE a difendere la causa dei bambini in ostaggio in Germania, compilando con il proprio nome il seguente manifesto: http://syrella.o2switch.net/euro2019/index.php?lang=it

Chiediamo ad ognuno di voi che leggete di inviare questo link e la richiesta di sottoscrizione a tutti i candidati di tutti i partiti e gruppo politici, mettendoci in copia (sportellojugendamt@gmail.com).

Sarà così pubblica la decisione di ognuno di impegnarsi o meno per questa causa giusta, la difesa concreta dei bambini privati del loro genitore non-tedesco. In questo modo verrà difeso anche l’interesse nazionale, perché si fermerà l’inimmaginabile flusso di denari verso le casse tedesche e si potrà dare un segnale chiaro alla Germania e all’Europa della ritrovata dignità del nostro paese e dei suoi rappresentanti.

Grazie!

TESTO DEL MANIFESTO:

Le centinaia, ormai migliaia di genitori italiani di bambini binazionali, così come tutti i genitori italiani di bambini sottratti dalle amministrazioni tedesche in maniera “deutsch-legal” sostengono e sosterranno soltanto i candidati alle prossime elezioni che inseriranno nel loro programma i punti riportati più sotto.

Ripercorriamo brevemente la tematica: la Repubblica Federale Tedesca si è organizzata per impossessarsi, anche grazie ai regolamenti europei vigenti, di tutti i bambini che risiedono per almeno 6 mesi in territorio tedesco.

Benché esistano regolamenti che prevedono il riconoscimento in uno Stato dell’Unione di decisioni emesse in altro Stato, i codici di procedura tedeschi permettono a quel paese di non riconoscere le decisioni degli altri Stati, nello specifico quelle italiane.

Tutte le Convenzioni e i regolamenti proclamano di voler tutelare il “bene del bambino”. Questo concetto non è giuridicamente definito e pertanto in Germania ha assunto il seguente significato:

  • il bambino non deve per nessun motivo lasciare la giurisdizione tedesca e deve crescere in Germania;
  • in caso di separazione, a breve, medio o lungo termine, il genitore non-tedesco perde l’affidamento e la responsabilità genitoriale;
  • parlare una lingua diversa dal tedesco lo confonderebbe, dunque deve parlare solo tedesco.

Le conseguenze sono devastanti e creano migliaia di bambini orfani di genitori viventi.

Nel solo anno 2016 sono stati presi in carico dallo Stato tedesco, tramite lo Jugendamt(Amministrazione per la gioventù, ente plenipotenziario, non soggetto a controllo ministeriale, parte in causa in ogni procedimento e terzo genitore di ogni bambino residente in Germania,) 84.230 bambini, dei quali il 60.869 con almeno un genitore non tedesco

(fonti del Ministero tedesco Destatis, Statisches Bundesamt).

Sempre più spesso vengono sottratti i figli anche a coppie italiane residenti in Germania per la diversa formazione culturale, la diversa metodologia educativa e la scarsa conoscenza della lingua tedesca. Pur in presenza di parenti in Italia che si occuperebbero del minore, il bene del bambino corrisponde a crescere presso una famiglia affidataria tedesca, secondo le autorità tedesche.

Emigrare in Germania per lavoro significa dunque mettere a rischio la propria famiglia.

Separarsi da un coniuge tedesco (o da quello più legato a lingua e cultura tedesca e determinato e restare in Germania, se entrambi non tedeschi) significa perdere con certezza l’affido dei figli (e facilmente anche la responsabilità genitoriale).

Il genitore italiano dovrà pagare gli alimenti indipendentemente dal proprio reddito, sulla base di decisioni tedesche inaudita altera parte. Le ingiunzioni di pagamento vengono eseguite in Italia senza nessun tipo di controllo (RE 4/2009) e portano a pignoramenti sul suolo italiano, rendendo senza tetto dei genitori che hanno perso i figli senza colpe, che non hanno più contatti con loro (il contatto con il genitore italiano è nocivo per i motivi di cui sopra), che hanno lasciato tutti i loro risparmi agli avvocati e non riescono più a lavorare a causa dello stalking delle amministrazioni tedesche. Ma l’Italia esegue.

Nel caso inverso (anche se raro, perché sono pochissimi i bambini sfuggiti al sistema tedesco) la Germania non esegue, perché è protetta dai suoi codici di procedura dallo spostamento di capitali dalla Germania verso l’estero.

Si tenta di trattare questo tema in Europa da almeno 3 legislature (vedasi “Documento di Lavoro del Parlamento Europeo sulle misure discriminatorie e arbitrarie adottate dallo Jugendamt” > http://jugendamt0.blogspot.com/2014/06/documento-di-lavoro-del-parlamento.html)

Ogni volta che si arriva a discussione gli eurodeputati tedeschi si coalizzano, al di là di gruppi e partiti, per difendere l’interesse nazionale, mentre troppi eurodeputati italiani lasciano fare, nella migliore delle ipotesi per ignoranza, nella peggiore per sottomissione a interessi altrui.

Nel novembre 2018 si è tenuta l’ennesima discussione su questo tema. La proposta della Commissione Petizioni era piuttosto esplicita nelle accuse mosse alla Germania. Per indebolire dunque la risoluzione in seduta plenaria, gli eurodeputati tedeschi (e i loro alleati germanofili) hanno richiesto moltissimi emendamenti, anch’essi sottoposti a votazione. La maggior parte di tali emendamenti sono passati perché hanno ricevuto voto favorevole anche da moltissimi, troppi eurodeputati italiani, che hanno così votato contro l’interesse nazionale. Affinché tutto ciò non si ripeta più e gli eletti dal popolo italiano difendano gli interessi dei loro concittadini, anche quelli minorenni,

chiediamo ai candidati alle prossime europee di dichiarare pubblicamente se intendono, in caso di elezione:

  • farsi carico del problema Jugendamt in Europa;
  • proporre modifiche normative ai Regolamenti in materia familiare che attualmente impongono il riconoscimento delle sentenze tedesche;
  • informarsi e informare i media e i cittadini di questo problema;
  • inserire questa tematica nel loro programma;
  • organizzare eventi e convegni coinvolgendo gli specialisti dello Jugendamt e del sistema familiare tedesco (anche se molti sono stati criminalizzati proprio per togliere loro credibilità e toglierne al tema, pur in presenza di fatti e documenti);
  • chiedere la sospensione della partecipazione della Germania al programma Erasmus, fino a chiarimento della problematica;
  • difendere concretamente i bambini italiani in Europa

e di nuovo il link: http://syrella.o2switch.net/euro2019/index.php?lang=it

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Dott.ssa Marinella Colombo

Membro della European Press Federation - Responsabile nazionale dello Sportello Jugendamt, Associazione C.S.IN. onlus - Membro dell’Associazione Enfants otages

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