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In attesa di Giustizia: un silenzio sottile

La settimana scorsa abbiamo trattato della bufera abbattutasi sul Consiglio Superiore della Magistratura: un’indagine penale ha sollevato il coperchio sul sistema di gestione correntizia che presiede al delicato compito delle nomine di Magistrati in ruoli apicali: nulla che non fosse noto, tuttavia se ne parlava sottovoce e, soprattutto, nessuno aveva mai ipotizzato che un semplice scambio di favori, oltre che mortificare – talvolta – il criterio del merito, potesse essere inquinato da condotte penalmente rilevanti.
La notizia, lo sviluppo delle indagini che dovrebbero essere più che mai rigorosamente secretate, sono accompagnati da uno straordinario clamore mediatico e da un elevato livello di dettaglio su quanto scoperto dai Pubblici Ministeri di Perugia che indagano su componenti vecchi ed attuali del C.S.M. e che, a quanto pare, si sono avvalsi anche del cosiddetto “captatore informatico” inserito nel cellulare del Dott. Palamara per seguirne passo passo ogni spostamento, ogni parola, ogni messaggio, ogni incontro.
Tutti ne parlano, si indignano o fingono di farlo e stupisce che solo una voce taccia sebbene solitamente pronta a levarsi censorea: quella di Piercamillo Davigo, noto come il “Dottor Sottile”.
Singolare questo silenzio: già ai tempi di Mani Pulite in una delle sue intemerate il Dott. Davigo ebbe a dire che i Magistrati erano il meglio della società e che i Pubblici Ministeri il meglio del meglio del meglio; non c’è dubbio che alla categoria debba continuare ad essere rivolto il massimo rispetto ma certi superlativi assoluti suonano oggi un po’ stonati, soprattutto con riguardo ai criteri di assegnazione dei ruoli di vertice.
Strano che Davigo non abbia nulla da dire – neppure che per lui aveva interceduto solo San Piercamillo – a proposito del fatto che fu nominato Presidente di Sezione della Cassazione proprio da quel C.S.M. della cui Commissione che si occupava di Funzioni Direttive faceva parte Luca Palamara. Ma a prescindere dai componenti: davvero non ha mai saputo nulla della logica spartitoria che vige a palazzo dei Marescialli? Silenzio.
Davigo è poi quello che non molto tempo fa aveva sostenuto che in circolazione non vi sono innocenti ma solo colpevoli che l’hanno fatta franca; bisogna augurarsi che Luca Palamara e altri Magistrati oggi sotto processo siano assolti: augurarselo per loro e per ritrovare un po’ quella fiducia che oggi si sta appannando nei confronti di uno dei Poteri dello Stato. Ma se così fosse, sarebbero anche loro dei malfattori beneficiati da un sistema troppo garantista? Silenzio.
Già, il processo penale così come è costruito, secondo il pensiero di Davigo, impedisce l’accertamento della verità diversamente dall’efficace impiego di qualche rogo ben appiccato come ai tempi della Santa Inquisizione. E che dire allora, a mo’ di esempio, del suo Collega, Luigi Spina, indagato anch’egli nell’affaire Palamara e che davanti ai Pubblici Ministeri si è avvalso della facoltà di non rispondere: è anch’egli un furbo approfittatore di incomprensibili cavilli? Silenzio.
E adesso che siede lui in Consiglio, potrà il Dott. Davigo assicurarci che – sia pure senza commettere alcun reato: di questo sicuramente non sarebbe mai capace – non hai mai ricevuto o fatto una telefonata, due chiacchiere con qualcuno per raggiungere l’accordo su qualche nomina, accantonando per un attimo titoli e meriti dei candidati? Silenzio.
Un silenzio, quello del Dottor Sottile che sa più dell’imbarazzo che del doveroso riserbo: comprensibili entrambi. Intanto, immaginatevi lo stato d’animo di chi debba essere processato e al banco dell’accusa riconosca – ormai lo conoscono tutti – Luca Palamara che si è solo autosospeso dall’Associazione Magistrati ma non ha chiesto quello che sarebbe stato un opportuno periodo di aspettativa. Presunto innocente anche lui, è ovvio, ma forse sarebbe preferibile che, in attesa di Giustizia, resti più defilato.

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