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In attesa di Giustizia: la legge è mobile qual piuma al vento

Altro giro, altro regalo: frutto di improbabili coalizioni e di una legge elettorale scritta per favorire se non preordinare un inciucio che non si è potuto realizzare per la schiacciante – ma, forse, non inattesa – vittoria del M5S, la crisi di Governo sembra prossima a consegnare il Paese al Governo giallorosso, ormai l’ennesimo che non esprime la volontà del corpo elettorale.

Dio solo sa se non sarebbe preferibile una squadra con Liedholm premier, Totti, Falcao, Nesta, Bruno Conti e tanti altri campioni a quello che ci aspetta, non solo sul versante dell’economia ma anche su quello della giustizia.

Nelle concitate fasi di condivisione della ennesima, improbabile, opera di programmazione delle linee guida di un esecutivo non eletto e non voluto dai cittadini si intravedono già le intenzioni di modificare quanto è stato solo di recente approvato: per esempio, come è già stato esplicitamente affermato, in tema di regolamentazione dei flussi migratori.

Senza entrare nel merito dei decreti sicurezza, l’ultimo dei quali licenziato dalle Camere a una manciata di giorni dalla crisi, questo settore normativo che coinvolge diversi ambiti della giurisdizione e delle competenze amministrative è paradigmatico di un gravissimo deficit di cui il nostro sistema soffre in maniera sempre più marcata: la certezza del diritto.

Nella nostra sventurata Repubblica, a tacere della confusione che sembra albergare abitualmente nella penna del legislatore, ad ogni mutar di maggioranza corrisponde un’azione uguale e contraria in materia di giustizia rispetto all’Esecutivo precedente e dal connubio tra i giustizialisti del PD e i giacobini pentastellati c’è da stare sicuri che qualcosa di buono non si avrà, a prescindere dalle modifiche preannunciate, aspettiamoci anche subito una prescrizione legata al succedersi delle ere glaciali, qualche nuovo reatuccio contro la Pubblica Amministrazione senza pensare seriamente a una riduzione delle pastoie burocratiche, che sono il brodo di coltura della corruzione, e probabilmente una sensibile frizione tra alleati sul tema del sovraffollamento carcerario, che è di nuovo un’emergenza, e le possibili soluzioni.

Da un lato vi sarà la visione carcerocentrica dei grillini, dall’altra la propensione a valorizzare le possibilità di recupero e reinserimento dei condannati dei Dem…ma solo dopo avere contribuito a riempire gli istituti di pena con una legislazione poco sensibile alle garanzie processuali e molto alla capacità dissuasiva legata all’inasprimento delle sanzioni. E su quest’ultimo punto un accordo sarà più facile.

Sventurata è la terra che ha bisogno di eroi, scriveva Bertold Brecht… e dire che  noi avremmo bisogno e basterebbe un governo che sappia quello che fa e che lo faccia per un’intera legislatura senza abbandonare un settore sensibile come quello della giustizia alla visione diversa che si realizza al mutar di maggioranza, al soddisfacimento degli umori della piazza. La giustizia non dovrebbe avere colori né appartenenze politiche ma essere una categoria dello spirito comportante vincoli etici e indicazioni culturali inderogabili e non un mero mezzo tecnico di difesa collettiva visto come tanto migliore quanto più drastico ed efficiente.

Ma tant’è: siamo abituati persino alla decretazione d’urgenza in materia penale lasciando poi il sistema ad affrontare il problema di decreti legge non approvati o modificati in sede di conversione, con quello che ne discende in termini di chiarezza della norma e di sua diversa applicazione nel tempo, creando i presupposti per trattamenti dispari cui deve poi trovare il modo per porre rimedio.

La legge è uguale per tutti c’è scritto nelle aule di Tribunale ma non è vero nemmeno quello e meno che mai è uguale per tutti la Giustizia. Dipende tutto con che Governo arriva.

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