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Per salvare l’uomo salvare l’ecosistema

Da diverse parti del mondo scienziati, studiosi, che da anni si occupano delle condizioni di salute della terra, lanciano sempre più forti grida d’allarme per una situazione che rischia ormai di divenire irreversibile. Da sempre, alle voci della scienza, si uniscono le voci delle diverse associazioni ambientaliste e quelle, sempre più numerose, delle persone, non solo dei giovani.

La battaglia per preservare l’ecosistema, che deve affrontare il problema del surriscaldamento, degli spaventosi incendi che hanno devastato i polmoni mondiali, dall’Amazzonia alla Siberia, è messa sempre più a rischio dalle azioni dell’uomo: dall’eccessivo inquinamento alla distruzione sistematica di flora e fauna.

La sopravvivenza di diverse specie animali, che ormai rischiano l’estinzione, è una delle garanzie per la preservazione dell’ambiente e cioè della terra e della vita dell’uomo.

Dal primo film del Re Leone, uscito 25 anni fa, la popolazione dei leoni africani si è dimezzata e vi è circa un milione di animali, di specie diverse, che sono sull’orlo dell’estinzione. I contrabbandieri continuano a colpire più o meno indisturbati, nonostante le diverse leggi che dovrebbero scongiurare l’uccisione degli animali. I leoni non sono uccisi solo come ambita preda di caccia grossa ma anche per estrarre denti ed artigli poi utilizzati per fabbricare gioielli. Il re della foresta rischia di estinguersi in 2-3 generazioni.

Se da un lato dal Nepal arriva una buona notizia che riguarda la tigre, per la quale si sta facendo un’opera di salvataggio supportata anche dal Wwf, anche questo animale resta a rischio. In Nepal vi sono 235 tigri, in Bhutan 103, i Russia circa 580. La tigre è un animale ben identificabile in quanto le strisce sul manto sono diverse da una tigre all’altra e perciò con le fotocamere si possono riconoscere non solo il numero di esemplari ma anche i loro spostamenti

Del terribile sterminio degli elefanti Il Patto Sociale si è già occupato in un articolo di Anastasia Palli il 21 agosto scorso. Le zanne dell’elefante, nonostante i divieti di vendita di avorio, continuano ad essere ricercate su un mercato nero che porta lucrosi introiti ai contrabbandieri.

Per salvare il rinoceronte, ormai quasi estinto (in Kenya e Sudafrica vivono ancora solo 700 esemplari neri mentre il rinoceronte bianco è estinto, alcuni scienziati stanno cercando di riprodurlo con ovociti congelati, prima della morte degli ultimi esemplari), la Conservation Capital, società finanziaria britannica, ha emesso un’obbligazione chiamata Rhino Bond. Questa obbligazione lega gli investimenti delle persone alla preservazione della specie: se infatti il numero di rinoceronti neri crescerà nei prossimi cinque anni gli investitori avranno un ritorno economico (sarà rimborsato il capitale e verrà riconosciuta una cedola). Il rinoceronte è stato sterminato per il contrabbando del suo corno, che secondo la medicina tradizionale cinese sarebbe un potente afrodisiaco mentre nei Paesi arabi gli sceicchi usano il corno del rinoceronte come segno di potere.

Uno degli animali più a rischio è il ghepardo, Cheetah Conservation Fund, insieme con la professoressa Laurie Marker, da anni, in Namibia, cerca di salvare questo splendido animale, braccato non solo per la pelliccia. Il ghepardo è diventato infatti anche uno status symbol da super-ricchi che lo sfoggiano nelle ville della penisola arabica e sui loro profili social, come pubblica anche Il Corriere della Sera (29 agosto 2019). Dal Corno d’Africa viene alimentato un commercio illegale di grandi proporzioni: secondo la CNN ogni anno 300 cuccioli di ghepardo vengono trafficati illegalmente dalla Somalia e molti di questi muoiono durante il trasporto. Oltre 1000 ghepardi sarebbero in mano a privati nei Paesi del Golfo. Sempre Il Corriere della Sera (27 agosto 2019) ricorda come in Iran ormai ve ne siano meno di 50 esemplari. Sempre in Iran alcuni scienziati, che si erano impegnati nel progetto di collocare fotocamere per controllare i movimento dei ghepardi e perciò preservarli, sono stati arrestati dai Guardiani della Rivoluzione con l’accusa di spionaggio. Uno di questi è morto in prigione. Neanche un appello di 350 colleghi di tutto il mondo, a sostegno della loro innocenza, confermata anche da due agenzie governative supervisionate da Rohani, è bastato a farli rilasciare.

Tornando nel nostro Paese, le polemiche che ormai da troppo tempo riguardano lupi ed orsi, nonostante le normative europee che li tutelano, dimostrano la necessità di interventi urgenti per consentire una convivenza tra gli uomini, con le loro attività, e gli animali selvatici. Dall’agricoltura alla costruzione di dighe vi è l’urgenza di tutelare ciò che è necessario all’uomo e all’uomo è necessario che l’ecosistema sopravviva, ma senza le specie animali l’ecosistema muore.

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