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Toghe&Teglie: la pasta con le sarde a mare

Marco Siragusa

Buongiorno ai lettori di questa appetitosa rubrica, sono Marco Siragusa, avvocato penalista trapanese del Gruppo Toghe&Teglie di cui sono storico appartenente. La mia terra è ricca di tradizioni culinarie marinare e anche di  piatti della cucina “povera”: quello che vi propongo oggi è uno di questi e non una mia creazione esclusiva, per quanto si tratti di una variazione:  la pasta con le sarde a mare che prevede, appunto, che le sarde restino a … mare. Insomma, non ci sono e, al loro posto, le acciughe.

Andiamo! Fate soffriggere dell’aglio (meglio se con la sua “camicia”) con olio d’oliva e peperoncino in quantità a seconda dei gusti.

A parte avrete messo delle acciughe, anche queste in quantità variabile a seconda del gradimento personale e delle porzioni: aggiungetene oltre la metà (le sarde, ricordiamolo, rimangono a mare) e scioglietele con l’olio caldo, sfumando con del vino bianco.

Intanto avrete messo a bollire l’acqua e calato la pasta, spaghetti grossi Rummo o, meglio ancora, Gaetano Inserra, e diluite il sugo con del concentrato di pomodoro e l’acqua di cottura della pasta facendo proseguire a fuoco lento finchè non si sarà formato un ragù nel quale andranno mescolati uva sultanina e pinoli.

Regolate i tempi in modo che il condimento sia pronto prima di scolare la pasta, spegnete il fuoco e lasciatelo riposare aggiungendo un filo d’olio a crudo.

In un piatto siciliano non po’ mancare: mi stavo dimenticando che, in parallelo o meglio un po’ prima di ultimare il sugo, in una padella separata  antiaderente, su fiamma moderata, ponete  della mollica di pane, avendo cura di girarla spesso perché non si bruci. Dev’essere “atturrata” (abbrustolita ma non bruciata) e quasi alla fine, aggiungete uno spicchio d’aglio, sempre “in camicia” e un filo d’olio evo.

Scolate gli spaghetti al dente e versateli direttamente nella padella con il condimento, mescolando con il dovuto vigore per insaporirili al meglio. Servite e aggiungete direttamente sul piatto la mollica atturrata.

Secondo mi cugino, Vito Emmolo, anche lui in Toghe & Teglie,  la ricetta originale deve essere fatta risalire ai frati di San Francesco da Paola, nel sugo si possono (o devono) aggiungere chiodi di garofano e cannella, le acciughe è meglio che siano sotto sale e non sott’olio e la presentazione può essere completata con del basilico fresco. Ci siamo confrontati approfonditamente sul punto!  Mah, vedetevela voi come preferite…

Con questa pasta è perfetto un vino rosso. Io ho abbinato un Cerasuolo di Vittoria di Gulfi e nemmeno Vito ha avuto qualcosa da ridire.

Tutto chiaro? Bene, andate ai fornelli, cari saluti alle sarde rimaste in mare e…buon appetito a voi!

 

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