In attesa di Giustizia

In attesa di Giustizia: non disturbate il manovratore

Nelle scorse settimane – ne avrete sentito parlare – la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, diretta da Nicola GRATTERI, con l’impiego di migliaia di militari di reparti specializzati dei Carabinieri, ha eseguito oltre trecento arresti nell’ambito di una vasta indagine sulla criminalità organizzata.

Nessuno dubbio può revocarsi sulla buona fede e l’impegno di chi ha coordinato e svolto le investigazioni ma alcune voci si sono levate formulando qualche critica che non è stata affatto bene accetta.

Il primo è stato Otello LUPACCHINI, Procuratore Generale di Catanzaro che ha lamentato la circostanza che il suo Ufficio, che è il vertice della Magistratura inquirente del capoluogo calabrese, non sia stato preventivamente informato della imminente iniziativa cautelare, della spettacolarizzazione delle operazioni anche a livello mediatico ed – infine – non ha mancato di soggiungere che oltre ad una più schietta collaborazione tra Uffici Giudiziari, un maggiore riserbo sarebbe stato opportuno anche perché, in un passato non lontano, indagini di analoga natura sono state poi notevolmente ridimensionate nei gradi di giudizio susseguenti ed, in particolare, dalla Cassazione, con pregiudizio di arrestati e indagati poi assolti.

Da quelle parti, tra l’altro e purtroppo, vi sono pure dei precedenti che risalgono all’epoca in cui le funzioni di Pubblico Ministero erano affidate – tra gli altri – a Luigi DE MAGISTRIS attuale sindaco di Napoli che, per gli esiti fallimentari conseguiti era stato soprannominato “Gigi Flop”.  Il tutto sempre senza dubitare della onestà intellettuale di chi ha lavorato a quegli accertamenti ed ha operato determinate scelte.

Del resto è fisiologico che così possano andare le cose in un sistema penale garantista e garantito da contrappesi e rimedi alla pretesa punitiva dello Stato e l’invito alla cautela non dovrebbe sorprendere.

In argomento è entrato anche, con un suo editoriale sulla Stampa dal titolo “Ma con le indagini non si fa spettacolo”, Armando SPATARO, già Procuratore della Repubblica di Torino negli ultimi anni della sua carriera: uno che di indagini sulla criminalità organizzata se ne intende, a tacere della sua esperienza nel contrasto al terrorismo durante gli anni di piombo. SPATARO, con grande equilibrio e saggezza ha osservato che non è apprezzabile la pratica di certe conferenze stampa in cui alcuni Pubblici Ministeri, inclusi quelli che sognano di rivoltare le regioni in cui operano (quasi che il compito dei Magistrati sia quello di moralizzare il Paese), presentano sistematicamente le proprie indagini con proclami del tipo “si tratta della più importante indagine antimafia del secolo” o “finalmente abbiamo scoperto la mafia al Nord” (ignorando processi celebrati più di vent’anni prima) e così proponendosi come  icone per le piazze plaudenti. E si moltiplicano affermazioni apodittiche quasi che le tesi dei P.M. rappresentino la verità accertata, un anticipo di sentenza…

Armando SPATARO, è in pensione e, se non vulnera l’onorabilità di nessuno, ha libertà di espressione del pensiero come tutti, o quasi. Nei confronti di Otello LUPACCHINI è insorta l’A.N.M. sostenendo che le sue critiche di provvedimenti giudiziari che non conosce (ovviamente, se nessuno lo ha messo a conoscenza della indagine…) rappresenta una lesione delle prerogative dell’Autorità Giudiziaria, una delegittimazione del suo operato che può implicare una inaccettabile forma di condizionamento dell’autonomia ed indipendenza dei titolari delle indagini ed incidere sulla serenità dei Magistrati chiamati ad occuparsi dei relativi accertamenti nelle diverse fasi processuali.

In realtà, Il Procuratore Generale di Catanzaro sembra avere fatto più che altro una critica al metodo ed espresso preoccupazione su base storico-statistica nel rispetto del principio di non colpevolezza ma da qui a dire che le sue parole possano minare la serenità di giudizio e l’indipendenza dei suoi Colleghi sembra eccessivo e se fosse vero significa rappresentare una Magistratura debole e suddita delle parole di uno che – come si dice – nemmeno conosce gli atti. 

Intanto, per non sbagliare, nei confronti di LUPACCHINI è già stato aperto un fascicolo al C.S.M. (che, in qualche modo e silenziosamente si sta ricostituendo con elezioni suppletive dopo le dimissioni seguenti allo scandalo PALAMARA) per il trasferimento disciplinare per incompatibilità ambientale, o forse per lesa maestà, sicuramente perché si teme che abbia disturbato il manovratore.

Armando SPATARO invece, autorevole pensionato, non rischia nulla di tutto ciò e vi è solo da sperare che la sua voce si levi ancora, libera e colta, a parlare di Giustizia e che sia ascoltata. Noi restiamo in attesa, come sempre.

Buon Anno a tutti.

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