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Tortora Enzo e Bonafede ministro della giustizia…

Non ho mai amato come personaggio televisivo Enzo Tortora perché non mi piacevano i suoi programmi, tanto meno Portobello. Ma questo non mi ha impedito di comprendere il dramma umano di una persona ingiustamente detenuta ed accusata da una magistratura arrogante quanto incompetente.

Contemporaneamente ho assistito al progredire della carriera dei magistrati che lo accusarono ingiustamente i quali indipendentemente dal disastro (successivamente e finalmente emerso e  dimostrato) hanno proseguito nella propria carriera  come se nulla fosse.

La vicenda di Enzo Tortora rappresenta per ogni democratico e liberale il simbolo del disastro che può nascere da una mancanza di pesi e contrappesi all’interno di uno Stato. Nel caso specifico la magistratura rappresenta uno dei poteri costitutivi dello stesso Stato democratico ma quando privo di una qualsiasi valutazione del proprio operato di un organo terzo diventa libero da ogni responsabilità e quindi arbitrario.

Quando un ministro della giustizia, che ovviamente non può avere nessuna responsabilità in relazione ad una vicenda accaduta decenni fa, ma che con una superficialità che rappresenta un insulto dice alla figlia di Enzo Tortora che “nessun innocente va in prigione” non esiste altra possibilità se non le sue dimissioni immediate per manifesta incompetenza.

Si può anche non amare Enzo Tortora come personaggio televisivo ma è fondamentale comprendere il valore della sua storia e del suo  calvario giudiziario ed umano in un contesto democratico per assicurare un futuro a questo povero Paese.

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