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Cashback e lotteria degli scontrini: la tempistica scellerata

Il cashback dovrebbe assicurare il 10% di rimborso della spesa sostenuta con la moneta elettronica ma con un tetto massimo di 15 euro. Quindi, con una spesa di 150 euro effettivamente vengono rimborsati i 15 euro che rappresentano il 10%, come promesso dal governo. Se la spesa, tuttavia, crescesse a 300 euro (un paio di scarponi da sci di medio livello) sarebbe previsto un cashback sempre di 15 euro il quale allora rappresenterebbe solo il 5% dello scontrino emesso. Nel caso in cui, invece, il contribuente effettuasse una spesa da 600 euro (un giubbotto di buona qualità), in considerazione del tetto al rimborso di soli 15 euro, questo rimborso diventerebbe appena il 2,5% del valore dell’acquisto effettuato.

Questa “megaoperazione economico fiscale “targata ministero dell’economia” avrebbe come obiettivo quello di ridare slancio ai consumi e contemporaneamente combattere l’evasione fiscale. Questa operazione in più si inserisce alla fine dell’anno più terribile dal dopoguerra ad oggi a causa della emergenza sanitaria ed economica. Si conferma, quindi, l’ulteriore dimostrazione dell’assoluto scollamento dalla drammatica realtà economica e sanitaria del Paese attribuibile all’intera compagine governativa.

Delle persone con una dotazione di intelligenza da minimo sindacale avrebbero fino da febbraio sospeso ogni riforma normativa a favore, viceversa, del sostegno economico e finanziario alle imprese che combattono in prima linea gli effetti di questa pandemia.

In un periodo di grandissima difficoltà come quello attuale inserire vincoli ulteriori e procedure aggiuntive rappresenta un controsenso evidentemente sottovalutato o addirittura sconosciuto, e comunque si traduce in una ulteriore difficoltà per gli operatori economici in un periodo già estremamente controverso.

Il tutto ovviamente, sia chiaro, all’interno della sempre brillante strategia di una presunta lotta all’evasione che trarrebbe forza e consistenza dall’abbassamento dello scontrino medio rimborsabile (?) (https://www.ilpattosociale.it/attualita/il-falso-alibi-dellevasione-fiscale/).

Si tratta di una espressione sbiadita del principio di una maggiore deducibilità, quindi di una fiscalità concorrente e premiale nella quale si inserisce a buon titolo anche la stupidaggine della lotteria degli scontrini interamente attribuibile al governo Conte 1. Un controsenso che diventa persino un’offesa ed un insulto per le piccole e medie imprese costrette così all’aggiornamento della propria cassa (con un costo aggiuntivo di 80/120 euro).

Da questo tipo di adeguamento, ovviamente, vengono esentate le grosse società dell’e-commerce che peraltro non pagano molto spesso neppure le tasse nel nostro Paese. Ennesima conferma quindi di come la classe politica nella sua interezza (nessuno escluso sia chiaro), dalle dichiarazioni di attenzione alle piccole imprese commerciali e manifatturiere, fa seguire invece una politica sempre più penalizzante attraverso nuovi e continui oneri fiscali e normativi con inevitabili ulteriori costi adeguamento.

Contemporaneamente si prodiga nel favorire i grossi gruppi dai quali spesso riceve finanziamenti “indiretti”, magari attraverso le fondazioni personali o di indirizzo politico.

In estrema sintesi, quindi, quest’ultima operazione al pari della lotteria degli scontrini (stupenda invenzione ma di conio leghista) rappresenta l’ennesima truffa ideata da persone intellettualmente disoneste la cui funzione è, ancora una volta, quella di illudere i contribuenti e contemporaneamente vessare la piccola e media impresa divenuta ormai il nemico da abbattere.

Una tale disonestà intellettuale rappresenta la perversa manifestazione della forma di governo certamente consolidata da molto tempo ed espressione di una metastasi ormai irreversibile.

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