
Ci siamo sbagliati?
E se fosse quello espresso, in varie forme, da Trump il sentimento più profondo degli Stati Uniti? Non sono forse stati sterminati gli indiani? Ed i pochi sopravvissuti non vivono certo in condizioni ideali, derubati delle ricchezze delle loro terre, visti come una minoranza da sopportare, loro che erano i nativi americani.
E nelle sterminate terre da conquistare all’agricoltura ed all’allevamento non è spesso accaduto che gli allevatori facessero guerra ai contadini e ci fossero violenze di ogni genere?
La violenza, fisica e verbale, non è una novità e anche ogni progresso porta in se violenze, ingiustizie, prevaricazioni, nonostante tutti i passi avanti della scienza la legge del più forte prevale ancora.
C’era però un tempo, o almeno così era sembrato a noi, che dall’America venivano messaggi positivi, nei film il cattivo soccombeva al buono, la giustizia trionfava, ciascuno poteva coltivare speranze sotto la Statua della Libertà.
Ci siamo sbagliati? Forse sì perché è impossibile che un uomo, con tutte le caratteristiche di Trump, abbia potuto tornare nella Stanza Ovale, nonostante i processi e gli scandali, senza il consenso della gente e se è stato votato vuol dire che rappresenta almeno una buona parte dello spirito americano.
Prima della campagna elettorale in molti ci eravamo chiesti come era possibile che una grande nazione come gli Stati Uniti avesse candidate per la presidenza solo due figure come Trump e Biden, l’uno che con le sue urla e atteggiamenti da bullo, l’altro ormai visibilmente troppo anziano e provato nella salute.
È sbagliato il sistema elettorale? A nostro avviso sì, quando per esercitare il diritto al voto bisogna iscriversi alle liste elettorali è già un passaggio che lede la democrazia diretta.
Ricordo come, durante la prima presidenza Trump, amici irlandesi, abituati per anni ad andare negli Stati Uniti ad incontrare parenti e a fermarsi per un certo tempo, ci avevano detto di non riconoscere più l’America, non si poteva commentare nulla, si sentiva che le persone avevano paura ad esprimersi liberamente, decisero di rinunciare ad andare in un mondo dove si stava perdendo il senso della spontaneità, della stessa libertà.
Guardando le esibizioni di Musk e di Trump, i cappellini, i saltelli, le motoseghe, prende un profondo senso di repulsione e di scoramento, tutto è ormai uno spettacolo, un alzare l’asticella della provocazione, uno sminuire gli altri, un volersi accreditare con i peggiori del mondo, un tessere ricatti.
Un po’ di responsabilità l’Europa l’ha certamente, nelle colonie inglesi e francesi furono mandate, in gran parte, persone che l’Europa non voleva in patria e oggi forse Trump cerca una rivincita?
Nel nuovo ordine mondiale che Trump, Musk, Putin e Xi-Jinping stanno programmando spetta a noi europei decidere cosa vogliamo fare, restare vassalli o tornare ad essere il fulcro della democrazia e questa scelta passa anche dal futuro dell’Ucraina e dalla speranza che la maggior parte degli abitanti degli Stati Uniti non la pensino come Trump.