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Covid 20: il virus dell’incompetenza

Del Covid  19 ormai si è detto e scritto di tutto tanto da rendere eruditi in materia anche chi non avesse alcuna competenza se non quella  necessaria per scegliere il giorno legato alla assunzione del vaccino antinfluenzale. Delle responsabilità politiche relative ad una inadeguatezza del sistema sanitario nazionale che ha portato ad una insufficiente risposta  strutturale rispetto agli altri Stati europei anche di questo si è già parlato (https://www.ilpattosociale.it/attualita/i-numeri-della-irresponsabilita-della-classe-politica/).

Esiste tuttavia un nuovo virus per fortuna non mortale sotto il profilo umano ma sicuramente disastroso sotto quello economico  che potremmo definire Covid 20.

Dopo oltre due settimane ormai in cui l’Italia è “costretta” a casa con la chiusura di buona parte delle attività produttive e sostanzialmente di tutte quelle commerciali e di servizio ancora oggi non risulta chiaro quali potrebbero essere gli incentivi e gli ammortizzatori fiscali a tutela delle partite IVA ma anche delle stesse imprese.

E’ infatti paradossale come per tutte le imprese commerciali ed una parte dei lavoratori autonomi risultino ancora incerte le modalità di accesso ai famosi 600 euro lordi per il mese di marzo. Ancora più nebuloso il quadro relativo al mese di aprile soprattutto in relazione alle coperture finanziarie, in questo contesto sempre più incerto nel quale manca una direttiva generale chiara: basti pensare per esempio come per il mese di marzo il governo avesse assicurato una garanzia statale al 60% dell’affitto per il mese in corso. Una specie di rimborso che ora si trasforma in bonus fiscale ma che per ottenerlo sarà necessario aver versato l’intero affitto del mese in questione. Quindi un’attività  chiusa per volere del Governo e con incasso azzerato deve accedere alle proprie risorse finanziarie ed eventualmente accrescere il proprio debito per veder riconosciuto un 60% del credito fiscale.

L’effetto combinato disastroso di questa norma è quello di accrescere il debito di una attività il cui flusso di cassa è azzerato al fine di ottenere un misero rimborso fiscale.

Quasi ogni sera il governo in completa autonomia indica quali asset economico ed industriale siano destinati alla chiusura mentre altri vengono eletti a settori fondamentali.

Gli stessi consulenti del governo sono assolutamente incompetenti nella comprensione delle dinamiche economiche perché si indica nelle due settimane di blocco o tre un termine paragonabile alle ferie d’agosto e quindi in questo modo potrebbero venire recuperate con una mancata chiusura nel mese estivo. E’ inevitabile invece ricordare come i complessi cicli produttivi vengano organizzati nella articolata organizzazione annuale programmandoli anche in considerazione della chiusura del periodo d’agosto.

In altre parole la stagionalità non solo influisce sui consumi ma in base alla stagionalità vengono organizzati i cicli di produzione: un fattore evidentemente sconosciuto.

Risulta quindi evidente che se da una parte abbiamo conosciuto il Covid 19 e le sue terribili conseguenze sotto il profilo umano ci stiamo attrezzando a conoscere il Covid 20 espressione dell’incompetenza del governo specialmente nella sua componente economica per il quale la sospensione della produzione è indipendente dal momento della stagione. Sembra incredibile come ancora oggi non risulti chiaro come ad un black out economico debba inevitabilmente seguire un black out fiscale, utilizzando contemporaneamente la cassa depositi e prestiti per finanziare  non tanto gli investimenti futuri quanto le garanzie dei crediti presso il sistema bancario delle imprese.

Fa di nuovo breccia l’illusione che un piano di investimenti infrastrutturali la cui ricaduta risulta a medio-lungo termine possa risollevare le sorti dell’economia italiana la quale invece non può attendere la traduzione di questi investimenti in un plus competitivo legato ad una buona infrastruttura (https://www.ilpattosociale.it/attualita/strano-paese-litalia/).

In altre parole, i tempi per gli interventi risultano molto stretti per cui il termine “investimenti”  deve essere secondo  ad un ottica e ad una strategia economica che abbia già risolto nell’immediato le principali incombenze che la chiusura di buona parte dell’economia italiana sta determinando.

Il Covid 20, il virus della incompetenza, si esprime in una intollerabile incertezza  e determinerà molte vittime tra imprese e professionalità espressione della filiera produttiva commerciale e dei servizi.

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