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Da Tar Trento indirizzi anti-abbattimento utili anche al Mase

I Medici Veterinari sono pronti come consulenti e attuatori di misure alternative. ANMVI chiede un coinvolgimento strutturale della professione veterinaria. Perché l'abbattimento è da escludere.

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani

L’ANMVI chiede che al tavolo del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) siano permanentemente coinvolti i Medici Veterinari, sia nella valutazione scientifica che nell’attuazione tecnica di interventi di riequilibrio zoo-antropologico fra orsi- persone e ambiente. Fra questi interventi, l’abbattimento degli orsi JJ4 e MJ5 è da escludere.

Come professionisti della sanità animale, i Medici Veterinari dell’ANMVI osservano in primo luogo l’assenza di esigenze di ordine epidemiologico e sanitario tali da giustificare interventi soppressivi di questi esemplari.

L’Associazione analizza poi le obiezioni del Tar Trento contro l’abbattimento dei plantigradi (JJ4 e MJ5): il Giudice trentino offre un compendio ragionato delle motivazioni, giuridicamente sostenute, che escludono le cosiddette “misure energiche”. In particolare:

  • l’incolumità pubblica può essere garantita dal ritiro dall’ambiente naturale degli esemplari catturati;
  • l’inadeguatezza della struttura di captivazione costituisce un “inadempimento” dell’Amministrazione Pubblica, non una idonea motivazione all’abbattimento;
  • si conoscono esperienze positive di dislocazione, anche all’estero, di plantigradi di analoga pericolosità;
  • il progetto Life Ursus richiede una revisione per correggere l’indesiderato sovrannumero di plantigradi;
  • serve un quadro chiaro delle competenze e una regia strategica;

Anche alla luce della legislazione in itinere, il Governo dovrà strutturare un nuovo approccio alla fauna selvatica (sanità, pericoli, predazioni, biodiversità), nel quale il coinvolgimento della professione veterinaria sia permanente e interministeriale (Salute-Ambiente-Agricoltura) per un corretto approccio “one health” sul quale impostare anche azioni culturali rivolte ad Amministratori e Cittadini. Non solo in Trentino

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