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Dall’oro alla Patria ai titoli irredimibili

Il 18 dicembre 1935 il regime di Mussolini invitò i propri cittadini a “portare” il proprio oro alla Patria. Una vera e propria donazione per risollevare le finanze disastrate del regime fascista in previsione di tempi bui come poi si rivelarono con la Seconda Guerra Mondiale.

Nel difficile periodo odierno molti osservatori, nella definizione degli effetti economici e sociali della pandemia legata alla diffusione del covid-19, assimilano questo momento storico a quelli causati da un evento bellico. Il mix devastante tra trend economici in caduta libera ed incapacità del governo nella gestione emergenziale del nostro Paese uniti ad una assoluta irresponsabilità dei governi precedenti che avevano portato già a febbraio 2020 il rapporto debito/PIL al 135% sicuramente rendono comparabili i due nefasti momenti storici, quantomeno in considerazione delle devastanti ricadute sociali ed economiche.

In questo contesto di incertezza strategica e di una diffusa percezione di insufficienza degli atti governativi esplode l’intervento del presidente della Consob Savona con le sue altrettanto imbarazzanti strategie di gestione della crisi.

Vale la pena ricordare come sin dall’inizio degli anni 2000 si manifestò evidente una corrente di pensiero capitanata allora dal ministro Tremonti la quale individuava nel risparmio privato la garanzia di solvibilità del sistema paese ed in particolare in relazione alla sostenibilità del debito pubblico italiano. In altre parole, la irresponsabilità della classe politica che negli ultimi vent’anni aveva sempre aumentato la spesa pubblica, a partire dall’inizio del terzo millennio propone di limitare i devastanti  effetti di tale irresponsabilità attraverso “i frutti dei sacrifici dei cittadini privati”  di cui  “il risparmio ne è la massima espressione”.

In questo contesto giova ricordare che il risparmio privato è esploso negli ultimi 10 anni come la  limpida espressione dello stato di incertezza dei cittadini nei confronti della politica e quindi dei governi nell’affrontare le tematiche di sviluppo nel breve e nel medio e lungo termine. La crescita del  risparmio dei cittadini risulta perciò assolutamente attribuibile ad una giustificata percezione della incapacità della classe politica dirigente di offrire un quadro potenziale di sviluppo. All’interno di un’economia circolare risulta altrettanto evidente come queste risorse risparmiate vengano così  sottratte al consumo ed alla sottoscrizione di piani di investimento assumendo le connotazioni di un denaro inerte (https://www.ilpattosociale.it/2019/11/25/il-denaro-inerte-lacqua-che-non-macina/).

Tornando quindi alle strategie per reperire le necessarie risorse finanziarie con il fine di attutire i devastanti impatti economici e sociali del covid 19 il risparmio privato torna ad essere centrale e a suscitare appetiti vergognosi da parte della classe politica.

In un’economia normale, gestita con normali competenze economiche con il fine di invitare e quindi allettare i risparmiatori a sottoscrivere dei titoli del debito pubblico, si individuerebbe la soluzione  nell’offerta di rendimenti superiori rispetto alla media di altre possibilità di investimento.

Il presidente della Consob, invece, ignaro o semplicemente indifferente alla sostanza ed alle ragioni  di questo risparmio lancia l’idea di emettere un titolo di stato del debito pubblico irredimibile, (“prestito in cui è esclusa la possibilità di riscatto…QUINDI CONSOLIDATO“, dal Devoto Oli) che dovrebbero venire sottoscritti dai risparmiatori italiani.

In buona sostanza per questi titoli irredimibili, come esprime il termine stesso, non viene previsto il rimborso del prestito e quindi tanto meno può essere usato a garanzia di altre operazioni finanziarie. In questo delirio di onnipotenza politica in pratica viene attuato un consolidamento exante del debito pubblico italiano, un evento di natura epocale dal dopoguerra ad oggi.

In altre parole, esattamente come con Mussolini e la sua  richiesta di donare l’oro detenuto dalle famiglie alla Patria così il presidente della Consob suggerisce la medesima operazione che rappresenta un reale furto di Stato finanziario in quanto i risparmiatori verrebbero depredati da quella classe politica che ha creato queste condizioni di un rapporto debito pubblico/Pil assolutamente insostenibile per le sole finanze pubbliche.

L’indifferenza con la quale questa tesi è stata accolta offre il senso della democrazia espressa dalla nostra classe politica e dirigente.

Mussolini come Savona risultano, in epoche considerate politicamente opposte, espressione della medesima volontà totalitaria ed antidemocratica di appropriarsi delle ricchezze delle quali non possiedono alcuna titolarità: volontà di una classe politica allora e ancor più oggi assolutamente indegna.

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