
Euro 5 e l’incertezza del diritto
Nelle democrazie moderne e consolidate la certezza del diritto rappresenta la sicurezza di vedere garantiti i propri diritti fondamentali nel tempo.
Viceversa all’interno di uno stato etico nel quale tutte le azioni devono essere finalizzate alla realizzazione del bene universale dello Stato Supremo, il diritto assume una componente etica e morale, di conseguenza soggetta al cambiamento che in questo caso risulta molto diversa dal concetto di evoluzione.
Non va dimenticato, poi, come le nostre democrazie si considerino, e con piena ragione, secolarizzate, cioè separate da qualsiasi influenza religiosa. Tuttavia, contemporaneamente, le stesse istituzioni europee e nazionali hanno abbracciato ciecamente i postulati etici e morali del Green Deal per il cui conseguimento vengono sacrificati molti diritti precedentemente assicurati. Ad esempio, la vicenda della messa al bando dalla circolazione delle autovetture a gasolio euro 5 ne rappresenta la triste fotografia. Negli anni passati l’acquisto di queste automobili addirittura venne incentivato dallo Stato con l’obiettivo di rottamare auto con classi di emissioni più impattanti a favore di quelle tecnologicamente più avanzate come le euro 5. Inevitabilmente la tecnologia automobilistica da allora è riuscita ad evolversi verso automobili con emissioni ancora inferiori. All’interno di uno Stato di diritto tutte le automobili che hanno comunque ottenuto l’omologazione dovrebbero restare in circolazione e magari essere soggette ad un bollo inferiore in quanto articolato in una percentuale fissa ed in un’altra legato al valore decrescente dell’autovettura.
Logica conseguenza vorrebbe che quindi le autovetture non più giovani pagassero anche un bollo inferiore rispetto a quelle più recenti in quanto queste ultime risultano espressione di una maggiore capacità contributiva (*).
Nel passaggio, invece, da uno stato democratico in grado di tutelare i diritti nel tempo anche alla circolazione delle persone meno abbienti con autovetture comunque omologate dallo Stato, ad uno stato etico, ecco come per il perseguimento degli obiettivi si cambiano in continuazione le regole e soprattutto si penalizzano le classi di contribuenti meno abbienti come i possessori di automobili ormai superate.
Solo in uno stato etico e religioso (**), quindi, si trasforma un fattore di evoluzione tecnologica del passato, come l’adozione dell’Euro 5, nella stessa motivazione allo stop alla circolazione con l’annullamento del principio della non retroattività delle norme (***).
L’Europa da culla della cultura negli ultimi secoli con la nascita di una istituzione politica europea si dimostra incapace di proporre valori democratici ed ha iniziato una metamorfosi verso uno stato etico e religioso che rappresenta l’unica ragione di sopravvivenza del proprio ceto politico.
Continuare a penalizzare le popolazioni con basse fasce di reddito, le quali utilizzano ovviamente autovetture più vecchie, in nome di un minimale vantaggio per l’ambiente ma a fronte del costo in credibilità per le istituzioni a causa della negazione dello stato di diritto, rappresenta la conferma di una volontà finalizzata al conseguimento di un bene supremo etico indipendentemente dai costi sopportati dalla popolazione. Contemporaneamente viene abrogata la certezza del diritto anche se solo in materia di circolazione.
Mai come ora con questa vicenda che potremmo definire “Neuro 5”, il declino culturale di quella che una volta era il punto di riferimento della cultura mondiale risulta evidente e quanto mai drammatico.
(*) fermo restando che la tassazione sulla mobilità privata ha raggiunto un livello inaccettabile ed insopportabile.
(**) l’ideologia Green prevede l’adozione dei precetti che esprime esattamente come una qualsiasi religione.
(***) Il principio di non retroattività delle norme, o irretroattività, stabilisce che una legge non può applicarsi a fatti, atti o situazioni che si sono verificati prima della sua entrata in vigore