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I dazi statunitensi e l’incompetenza

“Stellantism proprietaria dei marchi automobilistici Chrysler, Jeep e Dodge, ha annunciato che trasferirà 1.500 posti di lavoro dal Canada all’Illinois per produrre i nuovi Dodge Durango”.

In un mondo ideale le aziende dovrebbero risultare libere di proporre i propri prodotti e servizi nei diversi mercati internazionali con l’obiettivo di garantire la perfetta concorrenza, un termine invece che nella complessità di un mercato globale ha oggi un valore scolastico.

La presenza, infatti, nello scenario internazionale dei fondi privati con dotazioni finanziarie pari anche a tre volte il PIL dell’Italia, di per sé modifica la stessa struttura del mercato globale in quanto, a fronte di una presunta liberalizzazione dei servizi, questi operano per assumere ruoli di “rendita di posizione” finanziaria, che si traducono inevitabilmente in un peggioramento del servizio oppure con un aumento delle tariffe per l’utenza. Quindi i concetti scolastici nella realtà oggettiva rappresentano semplicemente un esercizio intellettuale con scarsa efficacia.

Tornando alla realtà, negli ultimi 40 anni i paesi a basso costo di manodopera hanno utilizzato il proprio dumping salariale e normativo per attirare investimenti industriali, i quali assicuravano delle rese economiche alle imprese manifatturiere occidentali molto vicine a quelle garantite dal mercato finanziario. Questo ha portato alla progressiva deindustrializzazione con flessioni occupazionali devastanti, in particolare dell’Europa ma anche degli Stati Uniti. A questi ultimi poi va riconosciuta la primogenitura della strategia economica basata sulle delocalizzazioni produttive.

Adesso, con l’obiettivo di invertire questo trend occupazionale e sociale, l’amministrazione statunitense ha deciso di utilizzare i dazi come leva a livello politico per ottenere, come è già poi successo, degli impegni aggiuntivi propri da quelle nazioni che altrimenti sarebbero state oggetto dell’imposizione dei dazi, come Messico e Canada.

Inoltre, se l’obiettivo rimane quello di mantenere e sviluppare la filiera industriale nazionale e sviluppare gli investimenti all’interno del territorio statunitense con le inevitabili conseguenze di un positivo aumento dell’occupazione, in questa senso i primi effetti sembrano già visibili con il trasferimento, appunto, della produzione di Stellantis dal Canada l’Illinois. Questa decisione rappresenta di fatto il primo effetto reale della strategia dei dazi nello sviluppo dell’occupazione statunitense.

Un processo che evidentemente in Europa non è stato ancora compreso in entrambe le sue valenze, visto e considerato come il mondo economico europeo non sia stato in grado di dimostrarsi capace di elaborare posizioni e risposte che vadano al di là della condanna dell’opzione dazi americana seguita da Trump.

La stessa idea di rispondere da parte dei vertici dell’Unione Europea con una analoga risposta politica ed economica imperniata sull’adozione a loro volta di dazi dimostra il livello di comprensione della complessità internazionale.

Paradossale poi come all’interno di una politica e strategia monetaria, sulla base della quale ancora oggi qualcuno inneggia alla svalutazione competitiva sperando in uno sviluppo e crescita del sistema economico ed industriale nazionale ed europeo, si sottovaluti come negli ultimi anni il dollaro si è apprezzato del 20% rendendo così nulli gli effetti economici dei dazi applicati.

Ancora una volta le scelte politiche ed economiche dell’amministrazione statunitense, come dello Stato cinese, non vengono comprese nella loro complessità ed in relazione agli obiettivi finali.

Sarà per questo ostinato conservatorismo europeo sulla base del quale i vertici politici istituzionali e burocratici dell’Unione Europea invece di modificare le priorità economiche in relazione allo scenario internazionale, continuano nel perseguire gli obiettivi espressione del più assoluto delirio ambientalista.

Certamente ora l’Europa è l’unica macroarea economica e politica a trovarsi all’interno di una crisi economica di dimensioni epocali.

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