Attualità

Il lupo e l’ecosistema

Fino ad un paio di anni fa molti agricoltori si lamentavano insistentemente, specie in Emilia Romagna, per la presenza massiccia di cinghiali e caprioli che, anche in pianura, devastavano i campi coltivati.

Ora caprioli e cinghiali sono molto diminuiti, in alcune aree quasi spariti, salvo, ovviamente, l’eccezione della città di Roma, grazie all’aumento dei lupi che naturalmente procedono ad una caccia di selezione e così gli ungulati sono tornati verso le zone più boschive e collinari che offrono maggior riparo.

Il ritorno in collina di questi animali riporterà in quelle aree anche i lupi, sempre che persone ed amministratori locali si ricordino di non lasciare incustodite ed accumulate le immondizie derivanti dal cibo che, sappiamo bene, sono una fonte di grande interesse per molti animali, dai cinghiali alle volpi, dai lupi ai topi.

Troviamo molto pericolosa la tendenza, di alcuni organi di stampa e di qualche politico, di enfatizzare la presenza del lupo come animale pericoloso calcando la mano su alcuni fatti, sicuramente incresciosi, che si sono verificati.

Certamente il lupo può cercare di predare vitelli e pecore, per questo da molti anni si è detto e ribadito che gli animali d’allevamento devono essere custoditi al chiuso, o all’aperto al pascolo, con idonee misure di difesa quali i reticolati elettrici ed i cani da pastore abruzzesi e calabresi.

Certamente qualche cacciatore può aver perso drammaticamente il proprio cane ma varrebbe la pena di chiedersi quali precauzioni siano state prese visto che, purtroppo, non tutti i cacciatori usano la giusta attenzione verso i propri animali, come dimostrano i vari canili pieni di cani da caccia abbandonati.

Qualcuno sostiene che sia stato ucciso dai lupi anche il proprio cane da compagnia ma è più che notorio che i cani non vanno lasciati alla catena, è contro la legge, e che di notte dovrebbero essere ricoverati in casa o comunque in un luogo riparato, il cane lasciato nel cortile non è solo un possibile bersaglio per lupi o cani inselvatichiti ma anche per quelle “brave persone” che si divertono a lanciare e lasciare in giro bocconi avvelenati.

Un’indagine dell’Ispra segnala che in tutta Italia, nelle zone con presenza di lupi, soltanto 1300 sono le aziende che hanno avuto attacchi ripetuti dei lupi mentre la maggior parte delle attività d’allevamento, sempre in queste zone, ha avuto una sola predazione nell’arco di cinque anni.

Vale inoltre ricordare che in molti casi la predazione non è da attribuirsi al lupo ma a branchi di cani inselvatichiti che hanno, per loro natura, meno paura ad avvicinarsi a luoghi abitati dall’uomo e da cani domestici. Questo problema discende da quello del randagismo e dalla mancanza, in troppe aree, di strutture per l’accoglienza dei cani abbandonati. Purtroppo non aiuta anche la pessima abitudine, in campagna e specialmente nel centro sud, di quei proprietari che lasciano liberi e senza controllo i propri cani senza averli sterilizzati, poi di fronte alle ovvie gravidanze indesiderate abbandonano i cuccioli che vanno, quelli che sopravvivono, ad aumentare la popolazione dei cani randagi.

Il lupo è essenziale per la conservazione dell’ecosistema, qualunque ipotesi di tornare ad abbattimenti, anche selettivi, non farebbe che aggravare il problema, inoltre molti lupi già muoiono perché sono investiti dalle macchine o vittime di trappole di frodo e di esche avvelenate.

Mostra altro

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio