Attualità

Il negazionismo culturale

La nostra cultura rappresenta la sintesi felice di una storia millenaria e si esprime attraverso dei capolavori unici che da ogni parte del mondo vengono ad ammirare.

La bellezza e la capacità di rappresentarla attraverso una scultura, un quadro o un’altra opera diventano un capolavoro da osservare ed ammirare in religioso silenzio cogliendo in ogni particolare la grandezza dell’autore.

Solo una mente malata e mediocre può immaginare di coprire le intimità di questa meraviglia con l’unico fine di non “offendere” culture diverse che potrebbero non apprezzare tale magnificenza.

La cultura, va ricordato, rappresenta un valore universale in quanto espressione della mente e della capacità di rappresentare un pensiero nelle diverse forme artistiche. La sua espressione, quindi, non può trovare alcuna censura in quanto il pensiero è, per sua stessa natura, libero.

Un capolavoro, inoltre, racchiude in sé, anche attraverso la semplice ammirazione, la possibilità di elevarsi a quote culturali nuove anche se mai prossime a quelle dell’autore.

Il governo adesso intende coprire le nudità di questi capolavori dimostrando, con la medesima cecità culturale del negazionismo della Shoah, la volontà di un negazionismo culturale del nostro Paese è della nostra storia.

Se, e solo se, il mondo culturale nella sua interezza dimostrerà di essere in grado di reagire al “colpo di stato culturale” opponendosi con forza a questa decisione scellerata del governo dimostreremo di avere ancora qualche possibilità di riprenderci da questa metastasi culturale negazionista.

Mai come adesso risulta evidente come il politicamente corretto rappresenti una versione 4.0 della dottrina massimalista che vede in una nuova rivoluzione culturale di genesi maoista il futuro culturale del paese.

In questa terribile visione anche un capolavoro artistico risulta assoggettato ad una valutazione arbitraria di soggetti politici tale da portarlo alla sua censura.

Questo accade oggi in Italia. Un paese che velocemente sta passando da un negazionismo culturale ad un socialismo reale.

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