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Il ponte simbolo di un declino

La semplice immagine di un ponte può rappresentare lo sviluppo e successivamente il declino del nostro Paese.

Alla fine degli anni 50 la famiglia Perfetti creò “Brooklyn la gomma del ponte” che divenne un simbolo della libertà e dell’imprenditoria italiana nel mondo. Ancora oggi il gruppo lombardo è uno dei Top Player nel settore a livello mondiale. Il ponte, tuttavia, rappresenta anche l’emblema di quella che è stata alla  fine degli anni novanta la politica nazionale della privatizzazione giustificata con una richiesta di maggiore efficientamento.

In sole due decadi una imprenditoria privata che vive di concessioni pubbliche è riuscita a far crollare il ponte di Genova con la complicità di una classe politica ben conscia dei rischi ai quali venivano sottoposti gli automobilisti. Il ponte di Genova rappresenta ancora una volta l’emblema di quella deriva latino-americana che il nostro Paese ha dovuto subire a causa di una classe politica complice di un sistema compromesso.

Del resto la vicina Svizzera, come la Germania, ci insegna che le infrastrutture pubbliche di primaria importanza come le autostrade devono restare a gestione statale in quanto devono dimostrarsi un  fattore competitivo per  il sistema economico.

Di certo non si può efficientare un sistema concedendo un’infrastruttura ad un privato il quale ovviamente per massimizzare il Roe diminuirà le manutenzioni. Ma se il ponte di Genova rappresenta l’apoteosi, la tragica apoteosi di questa classe vigliacca di politici ed imprenditori che, ripeto vivono di concessioni e che nulla hanno a che fare con l’imprenditoria nazionale, il ponte caduto in Toscana dimostra come il quadro sia più generale e decadente. Questo ponte in provincia di Massa Carrara, che aveva subito un controllo da parte dell’Anas (ente pubblico al quale va ricordato che la regione Veneto ha ceduto la rete stradale), senza nessuna causa esterna è crollato miseramente.

Per fortuna questa volta non ci sono state vittime ma la sintesi rimane la stessa. Risultavano disonesti ed in malafede allora coloro che spinsero per le privatizzazioni delle infrastrutture pubbliche con il solo fine di avvantaggiare dei gruppi di imprenditori che si trasformavano in semplici esattori. Allo stesso modo oggi il ponte crollato in provincia di Massa Carrara dimostra come la struttura pubblica e la sua gestione con i propri quadri dirigenti risultino sostanzialmente inidonei alla mansione.

Il ponte di Genova come quello in Toscana rappresentano il declino di uno Stato che ambisce a restare all’interno del mondo occidentale e dell’Unione Europea ma ormai è già un esponente di primissimo piano della deriva sudamericana.

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