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La cultura e le opere d’arte

La cultura, in ogni determinato periodo storico, rappresenta la sintesi della conoscenza acquisita come somma dei diversi processi di conoscenza evolutiva in aggiunta a quella storica. In altre parole, ogni momento culturale rappresenta la fotografia dell’evoluzione umana all’interno dei contesti storici, sociali ed economici. Come logica conseguenza non può racchiudere in se una forte capacità innovativa, in quanto al proprio interno devono convivere spinte e derive ideologiche diverse e magari contrastanti, ma con l’impasto culturale vengono rese compatibili.

Viceversa, l’opera d’arte racchiude in se la forza esplosiva del genio creativo del singolo artista il quale, molto spesso, irrompe e supera con la propria opera ogni comodo perimetro del contesto culturale dominante. Attraverso la propria opera l’artista esprime con la propria innovativa arte un “messaggio rivoluzionario” specialmente in rapporto al momento storico e ai sedimenti culturali. L’opera d’arte rappresenta quindi l’apice creativo e la capacità espressiva del singolo in grado di emergere dal contesto culturale.

Tanto è vero che spesso questa forza innovativa è stata osteggiata dalla nomenclatura culturale contemporanea, nonostante fosse in grado di inaugurare una nuova ed innovativa declinazione espressiva fino a quel momento assolutamente sconosciuta.

Di conseguenza le opere d’arte rappresentano, nelle diverse tipologie, la forza e la capacità di innovazione alle quali l’intero “mondo culturale” deve, non necessariamente nell’immediatezza, comprenderne i valori.

Qualsiasi opera d’arte, quindi, possiede nel proprio Dna la capacità di stimolare un accrescimento e una riflessione all’interno di un qualsiasi movimento culturale, soprattutto in rapporto al momento storico.

Quanto  invece sta accadendo nell’ultimo decennio rappresenta una inversione dei parametri e definisce il fenomeno #woke come il politicamente corretto di espressioni “anticulturali” in ragione della pretesa di sottoporre tutte le opere degli autori della storia ad un “aggiornamento” in rapporto ai postulati ideologici oggi considerati dominanti ed ai quali ogni espressione umana si dovrebbe uniformare.

La semplice modifica di un testo, come la copertura delle nudità di una statua, oppure la modifica della fisicità per la protagonista di un’opera rappresentano proprio questi inaccettabili “aggiornamenti ai valori dominanti contemporanei” imposti a creazioni artistiche espresse in contesti storici lontani.

Uno stupro dell’opera simile al rogo nel secolo scorso dei libri non considerati attuali ed in linea con la dottrina hitleriana.

Pretendere di modificare una creazione artistica con l’obiettivo di adeguarla ad un pensiero politico successivo rappresenta una versione edulcorata della dottrina culturale hitleriana ed esprime un movimento anticulturale.

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