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La Dash economy

Nel lontano 1977 l’attore teatrale Paolo Ferrari si aggirava per i supermercati ed entrava nelle abitazioni delle casalinghe cercando di convincerle a cambiare il proprio Dash con due fustini. La risposta che trovava però era sempre negativa in virtù della prova “Dash lava più bianco che più bianco non si può” che il detersivo “di marca “sapeva offrire. In questo modo si affermava, forse in modo un po’ semplicistico, il sostanziale principio della prevalenza del parametro della qualità anche se ad un prezzo superiore rispetto a quello della quantità, disponibile ovviamente ad un prezzo inferiore.

A distanza di 44 anni questo scambio trova finalmente un suo estimatore e quindi viene finalmente accettato dal nuova Ministro della Pubblica Amministrazione invertendo di fatto il principio stesso della prevalenza del parametro delle qualità sulla quantità.

L’apparato statale, nella sua complessità, ha perso circa 12,5 punti di produttività, 87,5 dal 1999 (base 100 come valore), fino all’inizio della pandemia quando, viceversa, il settore privato lo aveva aumentato al 127. Con l’introduzione dello smart working, inevitabile risposta alla ondata pandemica, si è assistito ad una ulteriore caduta della produttività nella P.A., con picchi anche del -40%, all’interno di alcuni comuni particolarmente congestionati. E’ quindi evidente come il primo problema possa venire individuato nella qualità del servizio prodotto dalla pubblica amministrazione aggiunto alla tempistica e alla sua aderenza alle necessità dell’utenza professionale così come del normale cittadino.

A fronte di tale situazione ormai insostenibile, specialmente all’interno di un mercato competitivo, il concetto di time-to-market dovrebbe essere assolutamente applicato anche alla pubblica amministrazione invece il neo Ministro della Pubblica Amministrazione preferisce utilizzare il parametro quantitativo rispetto a quello qualitativo e professionale.

Sembra incredibile, infatti, come nella “rivoluzione” proposta dal neo ministro (così viene definita dallo stesso) nella pubblica amministrazione vengano individuati per il conseguimento dei duplici obiettivi, cioè il ringiovanimento dei funzionari della struttura amministrativa unito ad una lotta concreta alla disoccupazione, avvenga attraverso un percorso singolare.

Il primo passo (1) viene individuato nell’accompagnare attraverso uno scivolo pensionistico di cinque (5) anni un funzionario verso il raggiungimento dei requisiti pensionistici (con un costo aggiuntivo a carico dello Stato) per scaricarlo infine nei costi della sempre statale INPS.

All’interno di questa operazione “strategica” la pubblica amministrazione dovrebbe assumere due giovani “ricercatori”, ed ecco chiaro il secondo passo (2), che dovrebbero sostituire il funzionario in uscita: entrambi con uno stipendio pari al 50% del prossimo pensionato. L’imbarazzante sintesi tra il punto 1 e 2 porterebbe ad un aumento della spesa pubblica ma anche ad un progressivo svilimento dell’intera struttura come emerge ai punti A B C.  A) Scivolo di 5 anni da finanziare con risorse pubbliche, B) Aumento della spesa pensionistica, C) Svalutazione dell’incarico amministrativo dei neo assunti determinato attraverso un imbarazzante riduzione retributiva del 50%.

In questo contesto, ovviamente, la produttività e il riconoscimento delle nuove professionalità all’interno delle stessa pubblica amministrazione subirebbero un ulteriore insopportabile declino.

Tutto questo sarebbe imputabile non solo alle qualità dei nuovi funzionari, la cui retribuzione indica il valore che viene attribuito alle loro mansioni, ma anche alla dispersione di cinque anni delle capacità dei profili professionali dello stesso funzionario avviato alla pensione.

A differenza della proposta dell’attore Paolo Ferrari il Ministro della Pubblica Amministrazione non solo accetterebbe lo scambio tra il Dash con i due fustini ma aggiungerebbe un ulteriore onere aggiuntivo. Dopo avere acquistato il fustino Dash questo verrebbe lasciato inutilizzato, a disposizione per poi usare i due fustini acquistati a loro volta: dallo scambio di uno fustino per due si passerebbe all’acquisto dei tre fustini con un onere aggiuntivo per il bilancio dello Stato.

La sommatoria di questa brillante strategia andrà ancora una volta interamente a carico dello Stato e contemporaneamente risulterà disastrosa sia in termini economici e produttivi che professionali.

La pubblica amministrazione dovrebbe innanzitutto regolarizzare i propri rapporti professionali con l’esercito di precari che ha relegato ai margini delle politiche del lavoro diventando la prima responsabile del precariato in Italia. Solo successivamente, sanata questa ferita sociale, si potrebbe anche pensare di adottare la Dash Economy tanto cara al nuovo Ministro della Pubblica Amministrazione.

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