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La deriva etica ed anticostituzionale

Quando un governo o una Regione si dimostrano incapaci di gestire una delle opzioni offerte ai lavoratori (vaccino o tamponi) per ottenere il green pass l’approccio alle problematiche legate alla gestione della “ripresa” economica e sociale dai terribili effetti della pandemia si rivela quantomeno inadeguato.

Da lunedì infatti lo stato italiano NON sarà in grado di assicurare ad oltre due (2) milioni di lavoratori, nel solo Veneto sono trecentomila (300.000), il tampone con una validità di quarantotto (48) ore per consentire loro di accedere al proprio posto di lavoro.

Il diritto al lavoro tutelato dall’art. 4 della Carta Costituzionale viene disatteso clamorosamente non tanto dalla contrarietà dei sostenitori al green-pass ma all’intera classe governativa statale e regionale. In questa situazione assolutamente imbarazzante per una classe governativa risulta evidente come l’intera responsabilità di un possibile rallentamento delle attività economiche e produttive non possa più venire attribuita a chi sceglie di non vaccinarsi e di affrontare i tamponi ogni 48 ore con i relativi costi da affrontare.

Essa deve invece venire interamente addebitata alla compagine governativa, statale e regionale, in quanto entrambe hanno affrontato la complessa problematica della gestione pandemica e vaccinale in chiave anticostituzionale ed etico-ideologica.

Anticostituzionale in quanto non si sono allestite delle strutture in grado di permettere di somministrare quanti tamponi necessari al fine di garantire, con l’ottenimento del green pass successivo al tampone, il diritto al lavoro e quindi l’applicazione dell’art.4 della Costituzione. In più, in pieno delirio etico- ideologico, le stesse istituzioni si dimostravano profondamente convinte di come l’obbligatorietà del green pass avrebbe portato ad una vaccinazione del 100%: un obbiettivo quantomeno infantile.

Distratti, quindi, dalle proprie convinzioni hanno omesso clamorosamente di allestire, contemporaneamente alla progressione vaccinale, delle strutture in grado di rispondere alla legittima scelta di persone che non intendevano, allora come oggi, vaccinarsi affrontando la procedura dei tamponi ogni 48 ore a pagamento.

Emerge evidente, ancora una volta, come un problema sanitario sia stato affrontato con parametri troppo spesso etici ed ideologici derubricando come non fondamentale invece l’organizzazione di una parallela “logistica” (supply chain) finalizzata all’offerta di una risposta sanitaria e soprattutto operativa ai non vaccinati.

A questa situazione il nostro povero paese è mestamente arrivato in quanto, ancora una volta, non emerge chiaro, allora esattamente come adesso, alla classe politica italiana, compresa paradossalmente Confindustria, quale sia l’obiettivo principale da conseguire avendo già raggiunto l’80% dei vaccinati. Va ricordato, quindi, per l’ennesima volta, come l’unico vero obbiettivo, al di là di ogni considerazione relativa alle scelte dei cittadini, sia rappresentato dalla assicurazione di garantire comunque  la continuità produttiva ed economica anche attraverso il rafforzamento della campagna vaccinale e con l’allestimento di strutture per i tamponi ai non vaccinati (https://www.ticinolive.ch/2021/10/15/italia-il-primo-vero-fallimento-del-governo-draghi/).

Lo Stato e le Regioni dimostrano in questo modo i propri limiti ideologici quanto un velato disprezzo non considerando i cittadini come persone alle quali assicurare comunque un diritto ed un servizio all’interno di un sistema sanitario, indipendentemente dalle proprie scelte anche in campo preventivo e quindi vaccinale. Inoltre, con le loro strategie le istituzioni governative si sono rivelate non in grado di assicurare quanto recitato dall’art.4 della Costituzione e, di conseguenza, si pongono al di fuori del perimetro costituzionale.

Un’altra occasione persa da questi soggetti pubblici per dimostrare di avere intrapreso finalmente un percorso verso una democrazia liberale all’interno della quale ogni cittadino riceva la giusta considerazione e perciò una tutela dei propri diritti costituzionali, indipendentemente dai comportamenti in quanto lo Stato si attiva comunque per garantirli.

La deriva verso uno stato etico ed allocato esternamente ai precetti costituzionali emerge già ormai come una terribile realtà.

P.S. Si ribadisce come chi scrive sia vaccinato e titolare di green pass

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