La Grande Illusione
Da decenni si giustifica la normativa fiscale sempre più invasiva con il principio “pagare tutti per pagare di meno”. In effetti il recupero dell’evasione fiscale avanza con ritmi costanti ma con effetti assolutamente nulli per i cittadini. L’evasione fiscale in Italia risulta appunto in diminuzione, con una riduzione del “tax gap” del 15% nel 2024 rispetto al 2019, secondo dati del Ministero. Questo miglioramento è attribuito al potenziamento delle attività di controllo dell’Agenzia delle Entrate. Tuttavia, contemporaneamente, sempre tra il 2019 e il 2024, la pressione fiscale in Italia è aumentata, arrivando al 42,6% nel 2024, secondo i dati ISTAT. A queste percentuali andrebbero anche considerati i dati di Unimpresa che sono ancora più imbarazzanti (https://lnkd.in/dqK93WNS).
Questo incremento è dovuto principalmente a un aumento delle entrate tributarie e contributive, in misura ben maggiore rispetto alla crescita del PIL ( Fiscal Drag*). A questo risultato hanno contribuito comunque anche l’aumento delle accise sui prodotti energetici, l’aumento del gettito IRPEF e delle imposte sui redditi da capitale. Contemporaneamente Il debito pubblico italiano è cresciuto, passando da circa 2.409 miliardi di euro nel 2019 ad oltre 2.868 miliardi di euro a ottobre 2024, raggiungendo nell’ottobre 2025 i 3.057 miliardi.
Sempre tra 2019 e 2024 le retribuzioni, invece, hanno perso un potere d’acquisto di oltre il -10% a causa proprio di quell’inflazione che ha accresciuto le entrate fiscali dello Stato. Nei soli ultimi cinque anni, quindi, lo Stato ha visto moltiplicarsi le entrate fiscali grazie al recupero dell’evasione fiscale, al Fiscal drag, all’aumento delle accise e dell’ Iva (+17%) sulle bollette energetiche.
Contemporaneamente, a parte il settore della Difesa che ha visto aumentare specialmente negli ultimi tre anni la dotazione finanziaria, in tutti gli altri settori abbiamo assistito ad una riduzione sostanziale dei finanziamenti. Basti pensare al sistema sanitario nazionale (SSN) al quale, pur aumentando le dotazioni finanziarie nominali, la sua percentuale sul Pil è andata diminuendo, infatti al 31 dicembre 2024 è scesa dal 6,3% del 2022 al 6% del 2023, per attestarsi al 6,1% nel 2024-2025. La Germania, solo per dare un esempio, ha una percentuale di 10,6% di spesa sanitaria sul Pil.
Da questi semplici dati emerge come ad ogni riforma esattamente come ad ogni aumento della pressione fiscale corrisponda una esplosione non solo dei volumi nominali della spesa pubblica ma anche della propria inefficienza. Quindi, inevitabilmente, la Spesa Pubblica non si può più definire come il veicolo finanziario attraverso il quale lo stato fornisce servizi alla popolazione ed assicura i diritti di cui ogni cittadino dovrebbe usufruire. La grande illusione obbliga ad una ridefinizione della Spesa Pubblica intesa come la leva del potere centrale molto simile alla gestione del credito (**).
Mai come ora lo Stato ed il sistema bancario, quest’ultimo con utili da record, si dimostrano uniti nel perseguire obiettivi lontani dagli interessi dei cittadini.
(*) 2022 https://www.ilpattosociale.it/attualita/fiscal-drag/
(**) 2018 https://www.ilpattosociale.it/attualita/la-vera-diarchia/




