Attualità

La Sostenibilità

Uno dei concetti dei quali si abusa di più, molto spesso  in forma integralista, è sicuramente quello relativo alla sostenibilità il quale, per propria stessa natura, dovrebbe dimostrarsi onnicomprensivo ed assolutamente non settoriale come invece avviene quando si parla di sostenibilità ambientale.

La premessa fondamentale per parlare di sostenibilità viene quindi rappresentata dalla conoscenza approfondita di tutti i settori investiti, non solo quello relativo all’ambiente ma anche all’industria,  all’economia ed innanzitutto alle ricadute occupazionali.

Si deve, in altre parole, esprimere una conoscenza complessiva relativa al contesto generale all’interno del quale si decide di intervenire con delle normative operando, come obiettivo principale, al suo mantenimento in vita, tanto economico quanto industriale ed occupazionale, con un progressivo sempre minore impatto ambientale.

Anche la sola mancanza di conoscenza di uno di questi settori, viceversa, rappresenta non un semplice vizio di forma ma pregiudica sostanzialmente il conseguimento di questo traguardo complessivo attraverso un intervento normativo di qualsiasi istituzione pubblica, nello specifico il Parlamento Europeo.

La decisione di impedire la vendita di auto a combustione interna dal 2035 ne rappresenta la infelice sintesi quanto la conferma di una mancata conoscenza complessiva di tutti questi fattori fondamentali.

Attualmente la Cina gioca il ruolo di monopolista, per quanto riguarda la produzione di batterie necessarie alle auto ed ai  mezzi elettrici (70%) e soprattutto con una percentuale ancora maggiore in relazione all’estrazione dei minerali (terre rare) necessari alla loro realizzazione.

Come primo effetto di questa decisione, l’intero Parlamento Europeo sta regalando il primato tecnologico nei motori diesel e benzina continentale, azzerandolo come espressione della stessa supremazia industriale e quindi culturale europea legata ad un secolo di investimenti nell’evoluzione industriale e professionale, ponendo le basi per l’intera nostra industria automotive di assoggettarsi al monopolio delle batterie cinesi.

Il fatto, poi, che queste batterie vengano prodotte in Cina da impianti industriali alimentati da centrali al carbone sul territorio cinese sembra non impensierire sull’impatto ambientale la nomenclatura europea.

In secondo luogo l’impatto occupazionale per l’intero settore automotive, fondamentale in Europa quanto in Italia, sarà devastante, accelerando quell’opera di deindustrializzazione tanto cara alle frange estremiste ambientaliste ed espressione di un approccio integralista al problema.

Per quanto riguarda l’impatto ambientale di questa decisione relativa al blocco della produzione e vendita di auto a combustione interna basti ricordare in questo senso come alle sole navi commerciali vada imputabile l’emissione di CO2 pari a 10 volte il parco circolante in Europa (19.07.2021  https://www.ilpattosociale.it/attualita/linquinamento-ideologico/).

Per quanto riguarda, invece, il problema della produzione delle polveri sottili, molto sentito all’interno delle realtà cittadine, andrebbe ricordato come la resistenza al rotolamento delle gomme, delle quali “sembra” siano dotate anche le auto elettriche, rappresenti la causa della produzione di polveri sottili fino a mille volte superiore rispetto a quelli imputabili al motore a combustione interna (*). Quindi inevitabilmente il problema all’interno delle nostre città resterà invariato.

Tornando, quindi, al concetto di sostenibilità, se la premessa corretta risultava quella di un approccio complessivo ad una problematica che sapesse produrre un lavoro di sintesi tra minore impatto ambientale, mantenimento dell’occupazione e crescita economica non si può non rilevare come tale decisione del Parlamento Europeo rappresenti l’ennesimo intervento normativo nato da un semplice quanto nefasto approccio ideologico privo di competenza generale e specifica tale da configurarsi assolutamente irresponsabile per le conseguenze economiche ed occupazionali per il nostro continente.

Ancora una volta l’Europa ha adottato un provvedimento assolutamente parziale senza considerare il contesto globale dimostrandosi assolutamente inadeguata.

(*) www.emissionanalytics.com

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