Attualità

L’algoritmica illusione

Poche settimane fa la BCE ha dovuto ammettere di avere completamente sbagliato le previsioni relative all’andamento della spirale inflattiva la quale era stata definita di “breve durata”.

L’errore di analisi e di  prospettiva è stato attribuito alla errata previsione dell’algoritmo con il compito di sovrintendere le attività finanziarie della banca centrale europea.

L’algoritmo, insomma, per propria unica colpa non è stato in grado di prevedere gli effetti economici, cioè di una inflazione esogena e di sistema a medio e lungo termine dopo due anni di pandemia e le conseguenti problematiche nell’approvvigionamento di materie prime e di semilavorati per le filiere industriali, oltre all’esplosione dei costi energetici già consistenti nel 2021.

In altre parole l’algoritmo assurge ai connotati di un soggetto attivo nella elaborazione di ogni scelta strategica e nello specifico l’unico responsabile di un clamoroso errore della principale istituzione finanziaria  bancaria europea.

Solo pochi giorni fa, e torniamo nel nostro Paese, è stato introdotto un algoritmo che dovrebbe permettere all’Agenzia delle Entrate di individuare, attraverso il monitoraggio in tempo reale di movimenti nei conti correnti intrecciati con bonifici e proprietà, le attività economiche con potenzialità di evasione fiscale sulla base della raccolta di decine di banche dati che monitorano ogni movimentazione dei singoli cittadini e delle imprese.

Grande enfasi, quindi, è stata dedicata a questo nuovo soggetto attivo all’interno della pubblica amministrazione il cui ingresso sarebbe finalizzato al tentativo di recuperare circa 50 miliardi di imposte evase (su 100 di imponibile) da parte della Agenzia delle Entrate. Quello stesso ente pubblico che, per quanto riguarda gli oltre 1.100 miliardi di imposte accertate, si dimostra incapace di  riscuoterle e sulla  cui incapacità viene steso il solito velo pietoso.

Due semplici esempi i quali delineano chiaramente quella illusione algoritmica dalla quale risulta essere stregata l’intera classe politica e dirigente italiana ed europea.

A questo strumento matematico ora vengono, a torto, attribuite competenze e capacità previsionali analitiche e gestionali sollevando, quindi , da ogni responsabilità le diverse dirigenze tanto della Bce quanto della Agenzia delle Entrate.

La scelta di puntare ogni risorsa ed aspettativa in relazione alle politiche di monitoraggio quanto di previsioni economiche sullo strumento algoritmico da una parte ha l’obiettivo di sgravare da ogni responsabilità la componente manageriale e, di conseguenza, permettere un suo progressivo livellamento verso il basso garantendo in questo modo scelte manageriali basate su parametri più politici rispetto alle reali capacità professionali.

In secondo luogo regala ad una classe politica e dirigente l’illusione di ottenere, con la semplice applicazione dello strumento algoritmico, ogni risultato con semplicità ed automatismi.

Quando, invece, mai come adesso, la complessità di mercati globali  stremati dalla pandemia e dalla guerra meriterebbero capacità di analisi all’interno delle quali il supporto di uno strumento algoritmico sarebbe sicuramente positivo ma non certo in grado di fornire l’intero indirizzo strategico.

Si crede, in ultima analisi, che un algoritmo abbia la capacità di semplificare una complessità sempre più problematica, mentre qualsiasi potenzialità di elaborazione matematica non potrà mai sostituirsi alla capacità di elaborazione di modelli, strategie ed espressioni di capacità intellettuali e di competenze decisamente umane.

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