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Lo stile italiano conquista: chi viene torna tre volte

II 20% di chi è stato in Italia negli ultimi cinque anni afferma di esserci tornato almeno tre volte. Tra gli austriaci e gli svizzeri questa quota sale oltre il 30% mentre gli svedesi sono agli ultimi posti tra i viaggiatori che confermano di avere interesse per le destinazioni italiane, anche in termini di frequenza di visite. E’ quanto emerge da un’indagine Enit, presentata alla Borsa Internazionale del Turismo a Milano.

Da un’altra ricerca condotta insieme ad Isnart e Unioncamere si evince un quadro di generale ripresa del settore in Italia che ha prodotto un impatto economico stimato complessivamente in 77 miliardi di euro, grazie alle spese sostenute da oltre 770 milioni di turisti, tra pernotti in strutture ricettive e alloggi in abitazioni private (seconde case, residenze di amici e parenti, appartamenti e camere in affitto).

L’indagine sul lifestyle italiano che conquista il mondo ha riguardato 5.004 viaggiatori di 11 paesi europei e gli Usa, perché è proprio questo l’aspetto rimasto maggiormente impresso nei loro ricordi (43,4% dei casi), seguito dalle bellezze naturalistiche e dal patrimonio culturale (rispettivamente 38,9% e 32,8%). Ciò che invece non ha particolarmente stupito gli intervistati sono i prodotti di lusso.

Secondo Ivana Jelinic ceo Enit, il 37,7% degli intervistati ha già espresso l’intenzione di venire in Italia nel 2023. «Si registrerebbe, così, un aumento pari a circa l’8% rispetto al dato dell’ultimo quinquennio – ha aggiunto -. In base alle previsioni, la platea dei turisti dovrebbe essere composta per il 14,6% da spagnoli, per il 12,7% da statunitensi e per il 12,3% e 12,2% da svizzeri e austriaci”. Il 35% circa di chi ha viaggiato in Italia ha speso fra 500 e 1500 euro. Dallo studio Enit si nota una tendenza degli statunitensi a spendere molto più di ogni altro. Chi spende meno invece, proviene da Francia e Austria. La spesa media per viaggio si aggira attorno ai 1.800 euro. “Stiamo puntando ad azioni specifiche di marketing che tengano conto del fatto che la stagione in cui l’Italia ha raccolto il maggior numero di visitatori è quella estiva, selezionata dal 68,7% dei partecipanti alla ricerca”, ha dichiarato Maria Elena Rossi direttore marketing Enit.

Dalla ricerca condotta da Enit con Isnart e Unioncamere, che stima l’impatto economico in 77 miliardi di euro, si evince rispetto al 2021 la crescita del +16,7% per le presenze e del +17,4% per la spesa. Nel 2022 il patrimonio naturalistico è la prima motivazione di vacanza, prende il posto del classico binomio Italia-arte, che “scende” in seconda posizione: il 18,1% degli italiani e il 22,4% degli stranieri si muovono per trascorrere una vacanza a contatto con la natura. “L’arte, la cultura e la storia d’Italia, comunque, rimangono un caposaldo della destinazione Italia, per i visitatori italiani ma soprattutto per gli stranieri, e nel 2022 è tornata forte la voglia di scoprire musei e monumenti, di partecipare a concerti ed eventi locali”, ha spiegato Roberto di Vincenzo presidente Isnart.

Si torna sì a fare vacanza, ma cambia il modus operandi del viaggiatore: più attenzione al portafoglio, alla qualità dei servizi offerti e più valore ai rapporti interpersonali, dal turismo di ritorno all’alloggio nella struttura di fiducia. Il buon rapporto qualità/prezzo è decisivo per l’11,4% dei turisti (contro il 3,4% del 2019). Cresce il peso del turismo di ritorno: il 14,7% si muove su invito di parenti e/o amici (7% nel 2019). La qualità e i vantaggi premia le imprese capaci di fidelizzare la clientela: quasi 1 turista su 2 torna sul luogo di vacanza e 1 su 10 lo fa per alloggiare nella struttura di fiducia.

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