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Modelli economici: l’indebitamento digitale

Le strategie economico politiche di sviluppo nascono viziate da una legittima impostazione ideologica che determina ma soprattutto condiziona persino la semplice interpretazione dei dati oggettivi proposti da obiettive rilevazioni statistiche. La semplice sintesi, quindi, di questi approcci parziali dalle analisi alla elaborazione delle strategie e dei successivi provvedimenti legislativi trova nella politica economica dei diversi governi che si sono succeduti alla guida del nostro Paese degli esempi eclatanti e contemporaneamente inquietanti.

Un approccio culturale alle tematiche economiche tipico tanto per gli schieramenti “progressisti” quanto per i “sovranisti”, viziato fin dalle prime considerazioni dei sistemi reali.

Da anni lo schieramento politico “progressista” della nomenclatura economica e politica continua a proporre la tracciabilità di tutti i pagamenti come unica soluzione all’evasione fiscale (https://www.ilpattosociale.it/2019/01/10/il-falso-alibi-dellevasione-fiscale/) e come espressione di un modernismo anche se a tutt’oggi gli effetti acquisti risultano assolutamente sconosciuti soprattutto ai proponenti.

Il modello Nord europeo da sempre viene indicato come quello più avanzato proprio perché buona parte delle transazioni avviene attraverso la moneta elettronica. In poco più di dieci anni in Finlandia, a fronte di un 70% di pagamenti in contanti sono passati all’80% attraverso la moneta elettronica (fonte WSJ). Contemporaneamente il venire meno del controllo fisico e giornaliero dei pagamenti in contanti ha portato ad un aumento dell’indebitamento dei consumatori. Come logica conseguenza attualmente circa il 7% della popolazione non è più in grado di pagare le bollette dell’utenza domestica: un dato allarmante cresciuto negli ultimi dieci del 33%.

In altre parole, anche all’interno di una società considerata evoluta e moderna, come quella del nord Europa, lo strumento digitale si sta rivelando non una opportunità ma una vera e propria sciagura se non supportata da un sistema parallelo informativo per le persone meno alfabetizzate sotto il profilo digitale.

Questa situazione di fatto pone a rischio l’equilibrio finanziario dei consumatori finlandesi e lo stesso se applicato dalla classe politica italiana ma con un maggiore massimalismo ideologico produrrà i medesimi effetti anche per l’utenza italiana la quale gode tuttavia di un “risparmio e una giacenza sui conti correnti” maggiori.

Forse il vero obiettivo di questa adozione della moneta elettronica oltre a consentire delle laute rendite di posizione agli Istituti bancari attraverso le commissioni rappresenta l’ennesima ed implicita strategia per accedere ai risparmi depositati sui conti correnti.

Qualsiasi possa essere lo schieramento politico (sovranisti o progressisti), questo ha la medesima responsabilità di quelle disgraziate politiche fiscali ed economiche (si pensi alla ridicola lotteria degli scontrini) tendenti alla esclusione progressiva del circolante a favore della moneta elettronica per evidenti proprie lacune culturali o torbidi interessi con il sistema bancario.

In una democrazia liberale si lasciano liberi i diversi sistemi di pagamento offrendo l’opportunità ai cittadini di scegliere le forme che considerano maggiormente vantaggiose o idonee. Nei regimi socialisti invece lo Stato decide per i propri cittadini.

In Italia viene quindi adottata la versione di stato socialista ma rigorosamente “ad insaputa” della stessa classe politica e dirigente che continua a definirsi democratica e liberale.

 

Francesco Pontelli

 

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