Non nel nome di Dio
Da un lato una gran parte della società, in tutto il mondo, dipende dai social, è interessata, influenzata da tutto ciò che appare e che vuole imitare, o almeno crede di poter imitare, perciò per tanti è meglio digiunare per potersi comperare un oggetto firmato o per andare, una volta almeno, in un ristorante stellato per far vedere che si fa parte del mondo che conta.
In questa società odiatori da tastiera e giovani rimbambiti, dall’uso smodato ed ossessivo della rete, sono quanto di più lontano possiamo immaginare da quanti possono avere ed hanno attenzione od interesse per qual si voglia religione.
Dall’altro lato, invece, sono riprese proprio le guerre di religione, specie a danno dei cristiani e dei cattolici, come dimostrano le centinaia di attentati e di uccisioni avvenuti in questi anni, ovunque nel mondo. Dal quel famigerato, tragico 7 ottobre del 2023 sono ripresi gli atti e le intimidazioni contro gli ebrei mentre l’islamismo, unica religione che, secondo l’interpretazione di molti religiosi islamisti, predica così fortemente il martirio, se compiuto per combattere gli infedeli, trova proseliti anche nei paesi occidentali.
Negli Stati Uniti, dove con buona pace di Trump, che continua a negarlo, vi sono più armi che cittadini, infatti in molti hanno più di un arma in casa, si sta dando vita ad una vera crociata che vede da un lato colpite chiese o sette cristiane e dall’altro cristiani, o presunti tali, che si ritengono gli unici detentori della verità.
Le guerre di religione in effetti sono solo, come sempre, guerre di potere, economico, elettorale, politico, che si ammantano di pretesti religiosi e che usano le persone invocando Dio, come bandiera ed arma.
Lo vediamo anche in Russia dove la chiesa ortodossa è non solo schierata ma attiva alleata della miserabile guerra che Putin ha scatenato contro l’Ucraina. Il dissidio tra gli ortodossi, proprio per le azioni del patriarca Kirill, alleato di Putin anche per i trascorsi da Kgb, ha portato ad una totale frattura tra la chiesa di Mosca e quella degli altri Stati come l’Ucraina e la Romania.
Più la tecnologia avanza impedendo lo sviluppo del pensiero e, sostituendosi al nostro cervello, ci toglie la capacità di ragionamento e moderazione più nascono movimenti integralisti e l’odio tra singoli, gruppi, popoli è fomentato da leader tesi solo all’affermazione di sé stessi.
Che le persone si uccidano reciprocamente, che nei secoli proprio le religioni siano state il pretesto per scatenare veti stermini non è una novità ma che nel terzo millennio si debba ancora usare il nome di Dio per commettere atti infami dovrebbe farci riflettere molto sul grado di imbarbarimento morale della società nella quale viviamo.




